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  • Venerdì 12 maggio 2023

In Portogallo ci sarà infine una legge su eutanasia e suicidio assistito

È stata approvata dal Parlamento per la quarta volta, e il presidente ha detto che non la bloccherà

Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa (POOL/AFP/TIMOTHY A. CLARY via AP)
Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa (POOL/AFP/TIMOTHY A. CLARY via AP)
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Venerdì, con 129 voti a favore, 81 contrari e un’astensione, il parlamento del Portogallo ha nuovamente approvato una legge che depenalizza eutanasia e suicidio assistito in determinate circostanze. È la quarta volta che il parlamento portoghese approva una legge del genere: stavolta, a differenza delle precedenti, il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, cattolico e conservatore di centrodestra, è tenuto a firmarla senza opporre il veto.

La legge è stata infatti approvata con la maggioranza assoluta (più di 115 voti su 230 seggi totali: i presenti erano 211), che secondo la Costituzione portoghese obbliga il presidente a promulgare la legge approvata entro otto giorni dalla data di ricezione, senza poter opporre il proprio veto. Venerdì stesso Rebelo de Sousa ha fatto sapere che firmerà la legge obbedendo ai dettami costituzionali.

Il Portogallo è una repubblica semipresidenziale: senza un voto della maggioranza assoluta, il capo dello stato ha il diritto di respingere le leggi ponendo il proprio veto o di chiedere su una determinata legge il parere della Corte Costituzionale, eventualmente rimandandola indietro al parlamento senza farla entrare in vigore. È ciò che Rebelo de Sousa ha fatto negli ultimi due anni, bloccando per tre volte la legge sull’eutanasia e il suicidio assistito approvata dal parlamento, a gennaio e a novembre del 2021 e poi a gennaio del 2023.

– Leggi anche: La complicata discussione della legge sull’eutanasia in Portogallo

Tra le altre cose, in passato Rebelo de Sousa aveva contestato alcune definizioni all’interno del testo di legge, che riteneva troppo vaghe e interpretabili. La legge appena approvata prevede che il suicidio assistito sia depenalizzato nei casi in cui riguardi persone maggiorenni, in grado di intendere e di volere, affette da patologie o lesioni gravi e incurabili e soggetti a sofferenze intollerabili, definite come «derivanti da una malattia grave e incurabile o da una lesione definitiva di estrema gravità, di grande intensità, persistente, continuata o permanente e considerata intollerabile dalla persona stessa».

La legge stabilisce anche che dal momento in cui si fa richiesta di accesso al suicidio assistito alla sua attuazione trascorra un periodo minimo di due mesi, in cui è obbligatorio un follow-up sulle condizioni psicologiche della persona.

L’eutanasia sarà autorizzata solo nei casi in cui chi ha fatto richiesta di suicidio assistito sia fisicamente impossibilitato a somministrarsi il farmaco letale (la differenza tra suicidio assistito ed eutanasia, due pratiche accomunate dalla consapevole e libera volontà di chi vi ricorre, è che nel primo caso il paziente si somministra autonomamente il farmaco letale, mentre nel secondo è richiesto l’intervento di un medico).

Tra le altre cose, Rebelo de Sousa aveva anche chiesto che venisse specificato chi dovesse attestare l’incapacità fisica del paziente di praticare il suicidio assistito, ma questa richiesta di modifica non è stata accolta e non è inclusa nel testo di legge appena approvato. La legge permetterà di accedere a queste pratiche solo a persone residenti in Portogallo, e non a stranieri che ci vadano per poterne usufruire.