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  • Martedì 4 aprile 2023

Trump è stato rilasciato dopo la lettura di 34 capi d’accusa

L'ex presidente è rimasto un paio d'ore in stato di fermo a New York per il presunto pagamento illegale a un'attrice di film porno

Donald Trump in aula con i suoi legali al tribunale di New York (AP Photo/Seth Wenig, Pool)
Donald Trump in aula con i suoi legali al tribunale di New York (AP Photo/Seth Wenig, Pool)
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Oggi l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è presentato al tribunale di Manhattan, a New York, per essere messo in stato di fermo, dopo l’incriminazione di giovedì scorso per un presunto pagamento illegale all’attrice di film porno Stormy Daniels. È stato rilasciato subito dopo essersi dichiarato «non colpevole» per i 34 capi d’accusa per cui è stato incriminato, ma è comunque un evento storico: non era mai successa una cosa simile nella storia degli Stati Uniti.

Le accuse a Trump riguardano la falsificazione dei bilanci e delle rendicontazioni delle spese elettorali, compiuta secondo l’accusa per pagare l’attrice Stormy Daniels e convincerla a non parlare di un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima. I reati prevedono una pena massima di quattro anni di prigione, normalmente sono considerati reati minori (“misdemeanor”) per i quali sono previste pene alternative alla prigione, a meno che l’accusa dimostri che sono stati compiuti per coprire o rendere possibili altri reati.

La messa in stato di fermo è una procedura standard negli Stati Uniti quando una persona viene incriminata con il sospetto di aver commesso un crimine non violento. L’accusato viene condotto in tribunale per ascoltare i capi d’accusa, gli vengono prese le impronte digitali e fatte le foto segnaletiche, e poi viene rilasciato in attesa del processo. A Trump, considerato il suo ruolo, sono stati concessi alcuni trattamenti di riguardo: non è stato condotto in tribunale in manette, ed è probabile che non gli siano state fatte le foto segnaletiche, anche se su questo particolare non ci sono ancora notizie certe.

Trump è arrivato in tribunale intorno alle 19:30 italiane, l’1:30 del pomeriggio negli Stati Uniti, e ha salutato brevemente le persone che si erano raccolte per attenderlo. La carovana di auto con cui l’ex presidente Trump si è diretto dalla Trump Tower agli uffici del tribunale di Manhattan era composta da una dozzina di veicoli, con un’auto della polizia in testa e una in coda, alcune auto del Secret Service (l’agenzia governativa responsabile della sicurezza di presidenti ed ex presidenti), due limousine e alcune auto destinate allo staff.

Era arrivato a New York lunedì pomeriggio dalla Florida, dove abita, e ha passato la notte nella sua casa nella Trump Tower, uno dei grattacieli più famosi di Manhattan, di sua proprietà. In tribunale si è diretto inizialmente verso l’ufficio del procuratore distrettuale che lo ha incriminato, Alvin Bragg.

Donald Trump all’ingresso in aula (Photo by Michael M. Santiago/Getty Images)

Intorno alle 2:15 locali Trump è entrato in aula per un’udienza preliminare a porte chiuse in cui gli sono stati comunicati i capi d’accusa: sono 34 e l’ex presidente si è dichiarato per tutti «non colpevole». Le accuse che hanno portato alla sua incriminazione riguardano la falsificazione dei bilanci e delle rendicontazioni delle spese elettorali, con cifre distratte per un presunto pagamento a Stormy Daniels e forse anche a una seconda donna. Il caso Daniels è quello più noto: Trump avrebbe versato 130.000 dollari all’attrice nel 2016 tramite il suo ex avvocato Michael Cohen per convincerla a non parlare di un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima.

La procura di Manhattan sostiene che il pagamento non sarebbe stato rendicontato correttamente secondo le rigide norme che riguardano le spese dei candidati politici: il pagamento venne effettuato proprio verso la fine della campagna elettorale delle elezioni presidenziali del 2016. Una delle ipotesi è che Trump sia accusato di non avere rendicontato correttamente il suo pagamento per nasconderlo, oppure di averlo fatto per cercare di nascondere un secondo reato più grave, anche se non è chiaro quale. L’accusa sembra intenzionata a dimostrare che esistesse uno «schema per influenzare le elezioni presidenziali del 2016 identificando e comprando le informazioni negative che lo riguardavano in modo da evitarne la pubblicazione».

La squadra di avvocati che assisteva Trump era composta da Susan Necheles, Todd Blanche e Joe Tacopina, noto in Italia per essere stato nei consigli di amministrazione di alcune squadre di calcio, fra cui la Roma. Era presente in aula come consulente della difesa anche Boris Epshteyn, coinvolto a sua volta nell’indagine relativa all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.

Manifestanti e giornalisti all’esterno del tribunale (AP Photo/Mary Altaffer)

Prima di arrivare in tribunale l’ex presidente aveva aggiornato il suo profilo sul social Truth definendo la giornata «surreale».

Fuori dal tribunale è stata organizzata una protesta dei suoi sostenitori, e si temeva che potessero esserci manifestazioni violente dopo la formalizzazione dello stato di fermo. I sostenitori di Trump avevano cominciato a radunarsi fuori dal tribunale varie ore prima, ma il numero dei presenti non è mai stato troppo elevato e non ci sono stati incidenti.

– Leggi anche: Alvin Bragg, il procuratore progressista che ha incriminato Trump

Per evitare problemi di ordine pubblico, non era previsto che Trump tenesse una conferenza stampa immediatamente dopo il fermo, ma dovrebbe parlare martedì sera una volta tornato in Florida, durante un evento organizzato nella sua villa, intorno alle 2 di notte ora italiana. Subito dopo l’udienza ha invece tenuto una conferenza stampa il procuratore Alvin Bragg, che ha comunicato i capi d’accusa contro Trump. Bragg ha detto che non si tratterebbe solo di un singolo pagamento e che esistono «34 diverse falsificazioni dei bilanci» che devono essere considerate a maggior ragione gravi «qui a Manhattan, il centro economico del mondo».

La prossima udienza del processo è stata fissata per il 4 dicembre, mentre il processo potrebbe cominciare a gennaio 2024.

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