Alvin Bragg, il procuratore progressista che ha incriminato Trump
È la prima persona afroamericana a ricoprire l’incarico e per l’indagine contro l’ex presidente si è attirato critiche e minacce
Da quando l’ex presidente americano Donald Trump è stato incriminato per un presunto pagamento di 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniels, sui media e nel dibattito pubblico si è parlato molto di Alvin Bragg, il procuratore distrettuale di Manhattan che ha portato avanti il caso e che è diventato il primo procuratore della storia degli Stati Uniti a ottenere l’incriminazione di un ex presidente. Per questo Bragg è diventato oggetto di attacchi violenti da parte di Trump, ha ricevuto minacce di morte ed è stato costretto ad aumentare il livello della sicurezza attorno a sé.
Bragg era tuttavia piuttosto famoso già prima dell’incriminazione nei confronti di Trump. Anzitutto per il suo incarico: la procura distrettuale di Manhattan è una delle più importanti e note degli Stati Uniti, sia per l’importanza della zona di giurisdizione sia, tra le altre cose, perché è uno dei principali luoghi in cui è ambientata la popolare serie tv Law & Order. Soprattutto, Bragg è la prima persona afroamericana a ricoprire l’incarico di procuratore distrettuale a Manhattan, e ha un programma di gestione della giustizia estremamente progressista, che gli è costato anche qualche critica.
Bragg è stato eletto procuratore (negli Stati Uniti è una carica elettiva) alla fine del 2021 dopo una campagna elettorale molto combattuta e ha assunto il suo incarico il 1° gennaio del 2022. Le sue elezioni furono descritte a New York come un momento storico, perché era la prima volta che una persona afroamericana – e una persona afroamericana di idee molto progressiste – otteneva l’incarico.
Bragg si è definito un ragazzo di Harlem (un quartiere di Manhattan con una storica e molto forte presenza afroamericana) «che a 15 anni fu fermato più di una volta dalla polizia con le armi spianate». Nel suo discorso di insediamento dopo la vittoria elettorale disse: «Oltre a essere il primo procuratore distrettuale nero, penso che sarò probabilmente il primo procuratore distrettuale contro cui la polizia abbia mai puntato una pistola […]. Governerò facendo tesoro di questa prospettiva».
Una delle prime e più importanti decisioni di Bragg fu di dare istruzioni alla sua procura per fare in modo che le pene carcerarie fossero richieste esclusivamente per i crimini più gravi e per i crimini violenti, e che al contrario per i crimini più lievi (come quelli legati alle droghe leggere, la prostituzione, il non pagare il biglietto sui mezzi pubblici) fossero cercate delle pene alternative, o fosse evitato del tutto il processo penale.
Questa decisione fu considerata molto progressista, ma ottenne anche grosse critiche, soprattutto in un momento in cui le statistiche della criminalità a New York erano in crescita.
Nel giro di poco tempo, tuttavia, la carriera di Bragg si è legata inestricabilmente con quella di Donald Trump. Dal suo predecessore, Cyrus Vance, Bragg ereditò alcune inchieste che riguardavano l’ex presidente. Quella più promettente sembrava un’inchiesta legata ad alcuni crimini finanziari compiuti dalla Trump Organization, l’azienda principale di Trump, che avrebbe manipolato il valore delle sue proprietà e di altri beni per ottenere prestiti favorevoli e sgravi fiscali. L’altra indagine, quella legata al pagamento a Stormy Daniels, sembrava invece molto più debole e quasi tutti pensavano che non avrebbe portato a nulla.
Bragg cambiò completamente il corso delle indagini. Abbandonò – tra enormi polemiche – l’inchiesta legata ai crimini finanziari della Trump Organization, ritenendola troppo debole, e si concentrò invece su quella legata a Stormy Daniels, di fatto resuscitandola. Non è ancora del tutto chiaro perché l’abbia fatto: le indiscrezioni dei giornali parlano di nuove testimonianze acquisite nel corso dell’ultimo anno, ma si saprà tutto con più precisione martedì, quando Trump sarà messo in stato di fermo e gli saranno comunicate le accuse nei suoi confronti, che per ora sono riservate. Molti ritengono che l’inchiesta di Bragg potrebbe risultare comunque troppo debole per arrivare a una condanna chiara.
In ogni caso, Bragg da settimane è oggetto di insulti e minacce quasi quotidiane da parte di Donald Trump e dei suoi alleati, che l’hanno definito un «pazzo», hanno parlato di «inchieste da terzo mondo». Trump ha scritto che Bragg è un «animale pagato da Soros», cioè George Soros, il miliardario e filantropo che è diventato lo spauracchio dei complottisti di destra perché è ebreo e sostiene numerose cause progressiste. L’accusa è ovviamente falsa: Bragg non è stato pagato da Soros, anche se è stato sostenuto da un’associazione progressista a cui Soros ha fatto delle donazioni.