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  • Martedì 28 marzo 2023

L’asta per comprare il Manchester United

Grandi gruppi, imprenditori di successo e una famiglia reale stanno presentando le loro offerte per una delle più grandi squadre di calcio al mondo, da anni circondata dal malcontento

I tifosi del Manchester United contro l'attuale proprietà (Richard Heathcote/Getty Images)
I tifosi del Manchester United contro l'attuale proprietà (Richard Heathcote/Getty Images)
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Dallo scorso novembre la squadra di calcio inglese del Manchester United è in vendita, o meglio, può essere venduta. I Glazer, la famiglia statunitense che ne possiede le quote di maggioranza da circa vent’anni, hanno dato mandato di vendita alla banca d’affari Raine Group, che sta ricevendo e valutando numerose offerte, due in particolare: quella del miliardario inglese Jim Ratcliffe, proprietario del gruppo Ineos, e quella di Jassim bin Hamad bin Khalifa Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar.

L’asta per il Manchester United è seguita con particolare attenzione perché coinvolge uno dei primi cinque club calcistici al mondo per importanza, notorietà e valore. Si tratta infatti della squadra ritenuta più rappresentativa del calcio inglese, almeno per il pubblico estero, e di conseguenza del campionato più seguito e ricco al mondo, la Premier League. Lo United si distingue inoltre da altri club interessati negli ultimi anni da grandi investimenti, come Manchester City e Paris Saint-Germain, perché ha oltre 140 anni di storia e una lunga serie di successi e tradizioni radicate.

Il prestigio e il valore raggiunti dal Manchester United sono talmente solidi che non dipendono più di tanto dai risultati sportivi che ottiene. Nonostante non vinca il campionato da dieci anni e finisca costantemente dietro a squadre più competitive, contro le quali spesso fa figuracce, rimane costantemente fra i cinque club più ricchi al mondo. Nel 2022 ha registrato ricavi per 688,6 milioni di euro, una cifra superata soltanto da tre squadre che in questo periodo stanno vincendo molto come Manchester City, Real Madrid e Liverpool.

Quest’ultimo decennio, tuttavia, un effetto negativo lo ha avuto: ha aumentato notevolmente il malcontento della maggioranza dei tifosi locali, che non si sentono più rappresentati dal loro club e sono in perenne protesta contro la proprietà. Anche per questi motivi, e sapendo di poter guadagnare parecchio dalla vendita della squadra in questo periodo di massima popolarità del calcio inglese, lo scorso novembre i Glazer si sono detti disponibili alla vendita delle loro quote, pari al 69 per cento.

Lo United è quotato alla borsa di New York, dove viene valutato poco più di 3,8 miliardi di dollari. La rivista economica Forbes lo valuta invece 4,6 miliardi di dollari, mentre la proprietà chiede tra i 5 e i 6 miliardi. Le richieste dei Glazer non hanno scoraggiato gli investitori, che da mesi fanno pervenire offerte. Raine Group, la banca che lo scorso anno seguì la vendita del Chelsea — per 5,3 miliardi di dollari — non sta facendo trapelare nulla, nemmeno le date delle varie scadenze imposte per presentare offerte.

Oltre a Ratcliffe e Al Thani, i giornali inglesi hanno scritto dell’interessamento di grandi aziende americane come Apple, Meta e Amazon, che vedrebbero lo United, e in particolare la grande diffusione del suo brand nel mondo, come ottima occasione per fare il loro ingresso nel calcio globale. Lo scorso agosto anche Elon Musk, il capo di Tesla, SpaceX e Twitter, scrisse di voler comprare il club, ma per scherzo. In questi giorni però certi giornali inglesi sostengono che Musk possa pensarci seriamente.

Ci sono state inoltre offerte di altri investitori britannici, sauditi, statunitensi e finlandesi come Thomas Zilliacus, ex dirigente di Nokia, che vorrebbe comprare metà delle quote e concedere l’altra ai tifosi, facendoli quindi diventare soci a tutti gli effetti. Tra i fondi d’investimento si parla poi di un interessamento da parte del gruppo Elliott, ex proprietario di maggioranza del Milan, per una quota minoritaria.

Le offerte più concrete sono però quelle di Ratcliffe e Al Thani. Il primo è il proprietario del gruppo Ineos, la terza società petrolchimica più grande al mondo, che è già presente nello sport di alto livello: possiede il Nizza in Francia, una squadra ciclistica ed è partner della Mercedes in Formula 1 e del Team Britannia, una delle imbarcazioni che partecipano alla Coppa America di vela. Ratcliffe è originario proprio dell’area di Manchester e sta facendo leva soprattutto su questo per ottenere il consenso dei tifosi: si è offerto di essere «un custode britannico per il club» e di «riportare Manchester nel Manchester United». La sua offerta prevede l’acquisto del 69 per cento delle quote in possesso dei Glazer.

Jassim bin Hamad bin Khalifa Al Thani è invece membro della famiglia reale del Qatar, il paese arabo che negli anni ha manifestato le più grandi ambizioni nel mondo dello sport e del calcio in particolare, per ultimo con l’organizzazione dei Mondiali. È a capo della Qatar Islamic Bank e nell’asta per il Manchester United, che vorrebbe acquisire al 100 per cento, rappresenta il fondo sovrano del paese che in Europa già possiede il Paris Saint-Germain. Proprio per questi collegamenti, nel calcio europeo già si parla dell’eventualità che il Qatar possa arrivare a possedere due dei maggiori club del continente, con possibili e conseguenti conflitti di interessi.

Nella prima scadenza prevista dai Glazer, lo scorso 17 febbraio, i gruppi interessati hanno dovuto presentare la loro proposta e le modalità di acquisto previste, oltre a fornire garanzie economiche. Dopo quella scadenza, Ratcliffe e Al Thani sono diventati i due candidati favoriti. Le proposte arrivate finora, tuttavia, non sembrano aver accontentato i Glazer, le cui richieste continuano a essere ritenute eccessivamente alte. Anche per questo sia Ratcliffe che Al Thani hanno chiesto e ottenuto il prolungamento della seconda scadenza, prevista inizialmente per il 22 marzo.

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