Perché ora il gasolio è tornato a costare meno della benzina

Normalmente è sempre così, ma la guerra aveva ribaltato le cose e dallo scorso anno il gasolio era il carburante più costoso

(Fabio Ferrari/LaPresse)
(Fabio Ferrari/LaPresse)
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Da qualche giorno il gasolio costa meno della benzina: in tempi normali questa è una situazione che non fa notizia perché il suo prezzo è sempre stato minore di quello della benzina. Tuttavia, da agosto il rapporto si era ribaltato e il diesel era diventato il carburante più caro per una serie di motivi legati alla guerra, ai rincari dei prezzi del petrolio e alle sanzioni.

Il gasolio è il carburante più usato a livello industriale e nei trasporti, viene anche talvolta usato come combustibile per il riscaldamento. Per questi motivi ha sempre ricevuto un trattamento fiscale di favore e le accise, ossia le tasse di importo fisso che gravano su ogni litro di carburante venduto e che contribuiscono quindi a determinare il prezzo per il consumatore, sono inferiori rispetto a quelle sulla benzina – più usata invece per il trasporto privato.

Con l’inizio della guerra il calo delle importazioni di diesel dalla Russia, che forniva all’Unione europea circa il 30 per cento del suo fabbisogno, ha fatto aumentare notevolmente le quotazioni, che hanno anche superato quelle della benzina, annullando del tutto il vantaggio fiscale. Il prezzo del gasolio è stato superiore a quello della benzina per tutta la primavera, per poi tornare tradizionalmente sotto durante l’estate.

A settembre è tornato però a salire, sia in vista del periodo invernale (il gasolio è usato anche come fonte di riscaldamento) sia perché gli operatori hanno iniziato ad acquistarne in quantità massicce per fare scorta, dato che a livello di Unione europea si stava discutendo di imporre un embargo, ossia un divieto di importazione, al petrolio russo. È poi stato effettivamente introdotto: per i prodotti grezzi dal 5 dicembre dello scorso anno, per quelli raffinati (incluso il gasolio) dal 5 febbraio.

Secondo le dichiarazioni del presidente di UNEM (Unione Energie per la Mobilità) Claudio Spinaci, riportate da diversi giornali, i movimenti di mercato non erano insoliti per il gasolio, che anche prima della guerra era soggetto a fluttuazioni che a volte lo portavano sopra il prezzo della benzina. Gli aumenti però erano compensati dalle minori accise, quindi il consumatore non se ne accorgeva quasi mai. La guerra invece ha fatto aumentare talmente tanto le quotazioni che il vantaggio fiscale del gasolio non è riuscito a compensare i rincari.

Ora la situazione è piuttosto cambiata e i mercati energetici sono più stabili. Di fatto non si teme più la mancanza di gasolio e questo ne ha fatto diminuire i prezzi. Spinaci spiega che «queste tensioni si sono poi attenuate con il progressivo riequilibrarsi dei mercati internazionali e da novembre è emersa una chiara tendenza ribassista che oggi ha riportato entrambi i prodotti [benzina e gasolio] vicini ai livelli precedenti alla guerra, con un differenziale di prezzo tornato ai livelli storici. […] Poi non va dimenticato che, come per il gas, le scorte di gasolio sono alte, le temperature sono tutto sommato miti e ci si sta avvicinando a un periodo in cui la domanda di gasolio tende a diminuire a differenza di quella della benzina».