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  • Venerdì 24 febbraio 2023

Lo strano ritrovamento dei barattoli americani di ketchup sulle spiagge pugliesi

Si sono accumulati con le mareggiate ma non si sa da dove arrivino, se siano stati persi da una nave oppure buttati apposta

barattoli di ketchup in spiaggia
Alcuni dei barattoli di ketchup raccolti nelle ultime settimane sulle spiagge pugliesi (Archeoplastica/Instagram)

Nelle ultime settimane passeggiando sulle spiagge pugliesi della costa adriatica, soprattutto da Brindisi fino al leccese, molte persone si sono imbattute in barattoli e confezioni di prodotti americani, non commercializzati in Italia o in Europa. In particolare sono state ritrovate diverse centinaia di barattoli di ketchup. Sono completamente rossi, senza etichetta e con il numero 57 in rilievo: è difficile non vederli nella sabbia o sugli scogli. Ma sono trovati anche barattoli di maionese, senape, bombolette di schiuma da barba, confezioni di detersivo, corn flakes, patatine, pacchetti di semi di girasole, dolci confezionati.

Sono tutti prodotti negli Stati Uniti, come dimostra il codice a barre americano. Alcuni sono nuovi e integri, con tanto di sigillo di sicurezza, altri sono vuoti e scaduti. Molte persone tra cui Enzo Suma, una guida naturalistica di 41 anni, si stanno chiedendo da dove siano arrivati.

Suma ha avviato un progetto chiamato Archeoplastica, che si dedica alla raccolta di reperti in plastica risalenti a 40, 50 o addirittura 60 anni fa. Dal 2018, quando iniziò a pubblicare le foto dei ritrovamenti sui suoi profili social, ne ha collezionati migliaia. Il suo obiettivo è di sensibilizzare le persone sulla necessità di ridurre l’uso della plastica monouso, ma Suma fa anche archeologia vera e propria raccontando l’origine di certi oggetti e il modo in cui venivano utilizzati.

– Leggi anche: L’archeologia dei rifiuti in plastica

Di quasi tutti gli oggetti spiaggiati è semplice risalire all’anno di produzione e alla provenienza: basta osservare con attenzione le grafiche oppure studiare le informazioni sull’etichetta, se ancora visibile, o il codice a barre. Nel caso dei barattoli di ketchup e di altri prodotti americani è tutto più difficile, infatti finora non è stata data una spiegazione certa sulla loro origine.

Suma ha pubblicato un video in cui mostra alcuni dei barattoli di ketchup trovati nelle ultime settimane. «Ho raccolto i primi in autunno e in poco tempo ho iniziato a ricevere molte segnalazioni: in alcune spiagge sembra di stare in un supermercato americano», dice mentre cammina su una spiaggia dove ha appena trovato un barattolo di senape. «I ritrovamenti sono concentrati per la maggior parte sulla costa adriatica, ma ce ne sono stati diversi anche sul versante ionico.

Sulla costa vicino a Ugento, a sud di Gallipoli, sono stati trovati molti barattoli di maionese prodotti negli Stati Uniti. Negli ultimi giorni, in seguito alle recenti mareggiate, si sono spiaggiati anche barattoli di ketchup di un altro formato rispetto a quelli trovati in autunno: più piccoli, ma sempre americani. Alcuni sono stati trovati all’interno di sacchi di juta che in origine contenevano caffè.

 

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Il video ha attirato molta attenzione, come si può notare dalle migliaia di visualizzazioni e dalle centinaia di commenti postati in un solo giorno. Diversi utenti hanno provato a dare una spiegazione a questi strani ritrovamenti.

Le ipotesi principali sono tre: la prima, più convincente, è che i prodotti siano stati buttati in mare da una o da più navi militari americane che negli ultimi mesi hanno navigato nel Mediterraneo, soprattutto dopo l’invasione russa in Ucraina. Un’altra origine potrebbe essere la perdita del carico di una nave mercantile durante una mareggiata, ma è difficile che le rotte commerciali di questi prodotti passino dal Mediterraneo. L’ultima ipotesi è che questi barattoli siano stati persi da una nave da crociera di una compagnia americana, ma anche in questo caso è poco plausibile che una nave da crociera che viaggia nel Mediterraneo faccia rifornimento di generi alimentari dagli Stati Uniti e non direttamente in Europa.

Anche Suma non è ancora riuscito a darsi una spiegazione certa. Continuerà le indagini, anche attraverso nuovi video da cui potrebbero arrivare nuove segnalazioni e commenti. La stranezza di questi ritrovamenti consiste proprio nell’origine americana, perché in realtà durante i mesi invernali è molto comune trovare oggetti in plastica sulle coste della Puglia, dove le correnti portano rifiuti provenienti dall’Albania, dalla Grecia e perfino dalla Turchia. «Chi frequenta la Puglia da turista, durante i mesi estivi, non si accorge di questo fenomeno perché i comuni e gli stabilimenti balneari puliscono le spiagge», continua Suma. «È quindi difficile rendersi conto di quanto sia grave il problema della plastica che finisce in mare. Con Archeoplastica, dove posto flaconi e barattoli che hanno anche 40 o 50 anni, provo a far capire quanto sia notevole e duraturo l’impatto ambientale della plastica abbandonata».

 

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