La Russia sta preparando una grande offensiva a febbraio?

Lo suggeriscono i movimenti delle truppe e varie fonti ucraine: potrebbe essere la più grossa dall'inizio della guerra

Un soldato ucraino a Bakhmut (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Un soldato ucraino a Bakhmut (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Caricamento player

Numerose fonti militari ucraine e occidentali sostengono che la Russia si stia preparando per una nuova, grossa offensiva nell’oriente ucraino, che a giudicare dai movimenti delle truppe e dalle condizioni sul campo dovrebbe cominciare entro la fine di febbraio. Dell’offensiva si parla ormai piuttosto apertamente da settimane, anche in Russia, e l’esercito russo non sta facendo molto per tenerla nascosta: è da tempo che i russi accumulano truppe e mezzi in varie aree del fronte, ed è probabile che decideranno di attaccare a breve.

Oleksiy Reznikov, il ministro della Difesa ucraino, ha detto di aspettarsi che la Russia cominci la sua offensiva attorno al 24 febbraio, l’anniversario dell’inizio dell’invasione. Una fonte anonima ha detto al Financial Times che potrebbe cominciare ancora prima, attorno al 15 del mese. Alcuni esperti ritengono che, se davvero sarà avviata, per numero di soldati coinvolti quella di febbraio potrebbe essere la più grande offensiva russa finora, dopo l’invasione iniziale di un anno fa.

Non è la prima volta dall’inizio della guerra che si parla di grandi offensive russe, e non sempre si sono poi realizzate. L’anno scorso per esempio si era creata forte aspettativa sul fatto che il presidente Vladimir Putin avrebbe annunciato un imponente attacco contro l’Ucraina il 9 maggio, in occasione della commemorazione per la vittoria dell’Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale, ma non avvenne. Questa volta, però, è possibile osservare grossi accumuli di truppe lungo tutto il fronte, sia a est sia a sud est dell’Ucraina, cosa che lascia pensare che un’offensiva ci sarà davvero.

Parlano molto diffusamente dell’offensiva anche i cosiddetti “milblogger” russi, cioè esperti e analisti militari nazionalisti che sulla piattaforma di messaggistica Telegram commentano attivamente e liberamente le operazioni di guerra. Alcuni “milblogger” (che sta per “blogger militari”) pur non avendo affiliazioni ufficiali con il governo russo sono esperti relativamente noti e rispettati, e per questo i loro commenti sono letti e analizzati anche in Occidente, benché sia sempre necessario avere una certa cautela. Negli ultimi giorni molti di loro hanno parlato apertamente di un’offensiva imminente.

Sia gli analisti militari ucraini e occidentali sia i “milblogger” russi concordano che la finestra temporale per un’offensiva russa sia molto limitata: l’esercito russo deve attaccare entro febbraio, prima che arrivino all’Ucraina le nuove armi occidentali come i carri armati e prima che il disgelo primaverile renda il terreno fangoso, cosa che renderebbe difficili le manovre dei mezzi corazzati, come già avvenne la scorsa primavera.

Il fronte ucraino, preso nel suo complesso, forma una enorme mezzaluna, con gli scontri che si concentrano in tre punti: a nord, nella città di Kreminna, dove da alcune settimane sono ricominciati seri combattimenti e, secondo gli ucraini, la Russia sta accumulando truppe. Al centro della mezzaluna, nella provincia ucraina di Donetsk, gli scontri si concentrano ormai da mesi a Bakhmut, dove l’esercito russo sta impiegando il grosso dei suoi sforzi e dove avanza lentamente ma costantemente da settimane. Negli ultimi giorni, a Bakhmut il conflitto si è già esteso grazie all’afflusso di nuove reclute russe, a tal punto che gli ucraini sono decisamente sulla difensiva. A sud della mezzaluna, infine, c’è la cittadina di Vuhledar, dove gli ucraini stanno avendo maggiori successi a respingere i russi. Anche qui, però, ci sono segnalazioni di migliaia di truppe russe che si starebbero ammassando.

Gli esperti militari ritengono più probabile che l’offensiva russa partirà da nord est e da est piuttosto che da sud, ma non è ancora chiaro come potrebbe svolgersi.

A complicare le cose per l’Ucraina potrebbe esserci il fatto che è in corso un rimpasto dei suoi leader militari, dopo lo scandalo di corruzione che ha colpito il governo alla fine di gennaio e che ha portato a numerose dimissioni. Alcuni media sostengono che nei prossimi giorni lo stesso ministro della Difesa Reznikov potrebbe dimettersi, anche se per ora non ci sono conferme ufficiali.

Come già sta avvenendo con gli scontri delle ultime settimane, l’offensiva russa dovrebbe basarsi sull’invio al fronte di migliaia di reclute aggiunte all’esercito dopo la grande mobilitazione ordinata da Putin nei mesi scorsi. Queste reclute non sono soldati professionisti e spesso sono poco addestrate e male armate. Ma la Russia, sostengono i militari ucraini, sta facendo affidamento soprattutto sulla superiorità numerica.

È così che da settimane i russi avanzano lentamente a Bakhmut: mandando contro le posizioni ucraine moltissime reclute, a volte senza copertura adeguata. «Questi non sono soldati professionisti, ma sono comunque 200 mila persone che ci sparano contro», ha detto al New York Times Serhiy Haidai, il governatore della provincia di Luhansk. Un soldato al fronte ha detto: «Li elimini ma continuano ad arrivare. Sono tantissimi».