“Ricomincio da capo” ha fatto scuola

I film e le serie che hanno ripreso l'idea del “loop temporale” alla base del film, uscito 30 anni fa, sono stati moltissimi

Il 2 febbraio del 1993, trent’anni fa, ci fu la primissima proiezione di Ricomincio da capo, il celebre film di Harold Ramis con Bill Murray, che da allora, oltre ad aver reso famose le singolari celebrazioni del “Giorno della marmotta” di Punxsutawney, in Pennsylvania, ha dato origine a un prolifico filone di film. Fu un buon successo commerciale, e andò ancora meglio negli sfruttamenti successivi, cioè in home video e poi in televisione.

Per un po’ Ricomincio da capo rimase solo questo, finché a partire dagli anni Duemila lo spunto su cui si basava, e cioè la storia di un uomo che rivive ad oltranza la stessa giornata, fu ripreso, imitato o citato in molti film e serie tv, interamente basate su quell’idea. Ricomincio da capo oggi è diventato un format da copiare, un canovaccio su cui sviluppare delle variazioni, uno spunto per film horror, romantici, adolescenziali, e perfino nei film di protesta o nel cinema d’autore.

La trama di Ricomincio da capo racconta di un cinico reporter televisivo (interpretato appunto da Bill Murray) inviato in una cittadina per un servizio rituale sul “Giorno della Marmotta”, una cerimonia che si tiene a Punxsutawney ogni 2 febbraio in cui una marmotta, in sostanza, fa un simbolico pronostico sulla fine dell’inverno, precoce o tardiva. Il giornalista però per qualche motivo è costretto a rivivere sempre quello stesso giorno ad oltranza, centinaia e centinaia di volte. L’infernale e continua ripetizione di uno stesso giorno, sbagliando gesti e atteggiamenti e avendo la possibilità di ricominciare ogni volta da zero, finisce per purificare il cinico giornalista e per fargli maturare un sentimento sincero per la collega Rita, interpretata da Andie MacDowell.

Il meccanismo narrativo al centro della storia si chiama “loop temporale”, il presupposto cioè che una persona si trovi all’interno di un anello temporale che si ripete all’infinito, senza apparente possibilità di uscita. Nel caso di Ricomincio da capo è un anello lungo quanto una giornata, ma in altre versioni e altri film ha durate diverse senza che cambi l’assunto di base: arrivati al termine dell’anello temporale si ricomincia da capo, a oltranza. Su questa base, negli anni tanti film hanno apportato delle variazioni.

Già Ricomincio da capo in teoria era una variazione più filosofica e romantica, ma in forma di commedia, di un’idea che arrivava da 12:01, un racconto di Richard A. Lupoff che fu adattato nel 1990 in un cortometraggio e poi nel 1993 in un film per la tv. In quel caso l’anello temporale era di un’ora soltanto e per il protagonista non si ponevano grandi questioni morali o etiche, né c’erano sentimenti particolari da conquistare o maturare. In quel racconto l’obiettivo era illustrare la ricerca di un uomo delle ragioni per le quali continuasse a rivivere la stessa ora, con un tono tra la paura e la suggestione di fantascienza, vicino a quello della serie tv Ai confini della realtà.

Dopo Ricomincio da capo, alcuni singoli episodi di serie tv avevano provato a sfruttare il meccanismo narrativo del loop temporale, oltre a pochissimi film che però non funzionavano allo stesso modo. Ad esempio nel 1998 uscì Lola corre, che mostrava una ragazza compiere la stessa corsa attraverso la città per tre volte, ognuna con qualche differenza ed esiti che cambiavano. La protagonista però non era incastrata in un anello suo malgrado, né era costretta a rivivere parecchie volte gli stessi eventi. Il film assomigliava più ad altri come Destino cieco o Sliding Doors, e cioè esplorava le possibilità di vite alternative cambiando piccoli dettagli di volta in volta. Nel 2004, invece, Giulio Manfredonia fece un vero remake italiano di Ricomincio da capo con Antonio Albanese, intitolato È già ieri.

A partire dal 2011, quando uscì Source Code di Duncan Jones, qualcosa cambiò. Quel film prese esattamente l’idea di 12:01 e Ricomincio da capo e la tradusse in fantascienza pura, raccontando di un uomo che dal futuro viene spedito, attraverso un meccanismo tecnologico, indietro nel tempo, per rivivere sempre gli stessi 20 minuti all’interno di un treno che sta per esplodere per via di un attentato. Il suo obiettivo è di scoprire il colpevole. Ad ogni nuova iterazione le informazioni raccolte nelle precedenti gli consentono di andare avanti, scoprire di più e padroneggiare così tanto gli eventi di quei 20 minuti da riuscire in un’impresa che altrimenti sarebbe impossibile.

 

Uno degli elementi di fascino di Ricomincio da capo, che è assente nel racconto breve 12:01, era infatti la possibilità di conoscere perfettamente un certo periodo di tempo avendolo rivissuto più volte. Bill Murray finiva per diventare una specie di divinità di quella giornata, sapeva tutto e aveva visto tutto così da poter rimediare agli errori delle persone, salvare chi moriva e migliorare le giornate di tutti.

Quest’idea è il cardine di Edge of Tomorrow, uscito nel 2014, ad oggi il film più costoso basato sull’idea di Ricomincio da capo. La trama era basata sul romanzo illustrato giapponese del 2004 All You Need Is Kill, ma l’assunto di base era lo stesso del film di Harold Ramis. Tom Cruise è un funzionario dell’esercito del futuro in lotta con gli alieni, non un uomo d’azione, che viene spedito suo malgrado sul campo senza addestramento e muore. Risvegliatosi all’inizio di quella giornata la rivive ad oltranza, finendo per diventare un grande guerriero e scoprire la ragione di quel loop.

A partire dal successo economico di Source Code e da quello ancora più grosso di Edge of Tomorrow (entrambi incassarono circa il triplo di quanto erano costati) moltissime produzioni hanno riscoperto almeno in parte le potenzialità della premessa di Ricomincio da capo. Tra le ragioni di questo interesse c’è probabilmente un particolare legame con l’idea che ogni fallimento sia un passaggio necessario e formativo propedeutico a futuri trionfi, tipico della società americana.

In diversi casi a riprendere l’idea furono gli horror. Nel 2015 The Final Girls raccontava di un gruppo di ragazzi intrappolati in un film dell’orrore, in un anello temporale di 92 minuti, cioè la durata di quel film in cui erano finiti. A ogni ripetizione dovevano cercare di non essere uccisi dal killer della trama. The Final Girls non fu un gran successo, mentre lo fu nel 2017 Auguri per la tua morte, così tanto da avere anche un sequel due anni dopo, Ancora auguri per la tua morte. I due film raccontano di una ragazza che va all’università e viene uccisa da un assassino mascherato e armato di coltello: ogni volta che muore però si risveglia all’inizio di quella giornata, fino a che non capisce chi sia l’omicida. Il tono è leggero, e nel secondo capitolo alla protagonista si affiancano alcuni amici presi con lei nel loop temporale.

Diversi poi sono stati i film romantici per ragazzi con l’anello temporale al centro della storia. Cominciò nel 2017 Naked, remake di un film svedese del 2000, con un protagonista che rivive a oltranza le ore prima del suo matrimonio per risolvere diverse questioni in sospeso, ricominciando sempre da nudo, come dice il titolo. Nello stesso anno uscì Prima di domani, con toni più drammatici, la cui trama costringeva una reginetta del liceo americano a rivivere il giorno della propria morte per capire i propri errori. L’anno dopo Se ci conoscessimo oggi fece rivivere a un ragazzo il giorno in cui conosce la sua migliore amica, per cercare di trovare la combinazione di eventi che gli consente di stringere con lei un legame romantico.

Nel 2020 uscì invece su Prime Video Palm Springs, uno dei film più divertenti e riusciti sul tema, che comincia con un ragazzo incastrato in un anello temporale e a sorpresa gli fa incontrare una persona nella sua stessa situazione, nel medesimo anello temporale, in modo che insieme possano sviluppare un legame e al tempo stesso capire come mai ci siano finiti. L’anno dopo La mappa delle piccole cose perfette replicò l’idea di coinvolgere non una ma due persone, due 17enni in quel caso, nel loop. E nel 2022 sempre su Prime Video uscì uno dei film scritti meglio, Il giorno perfetto, in cui è un lettino abbronzante/macchina del tempo a consentire a una persona di tornare indietro nel tempo e rivivere appositamente sempre il medesimo giorno con un fine preciso.

Più imprevedibile è stata la maniera in cui, a partire da storie di ragazzi, l’idea dell’anello temporale sia diventata materia per storie di protesta. Iniziò Spike Lee producendo nel 2019 See You Yesterday, un film con protagonisti due ragazzi afroamericani incastrati in un loop temporale. I due viaggiano indietro nel tempo sempre nello stesso momento, scontrandosi contro questioni come il profiling (la tendenza della polizia a fermare e controllare persone afroamericane con maggiore frequenza rispetto alle altre sulla base della presunzione che abbiano una tendenza maggiore a commettere illeciti).

Nello stesso anno The Obituary of Tunde Johnson, con toni ben più drammatici e autoriali, venne presentato al festival di Toronto. Era la storia di un ragazzo afroamericano innocente fermato dalla polizia e ucciso, costretto a rivivere sempre quella medesima giornata. Infine nel 2021 l’Oscar per il miglior corto in live action lo vinse Due estranei, poi acquistato da Netflix, una storia in forma di commedia di un afroamericano e di un poliziotto che lo maltratta a oltranza all’interno di un anello temporale.

Oltre ai film basati sullo spunto di Ricomincio da capo sono uscite anche delle serie: come Russian Doll, in cui una donna rivive continuamente la festa del suo 36esimo compleanno in ogni puntata. Anche lì si c’è l’incontro con una persona che si trova a sua volta in un loop temporale. Dal 2016 al 2019 andò invece in onda Looped, serie animata canadese per ragazzi in cui i due protagonisti Theo e Luc, per effetto di una macchina costruita da uno dei due, rivivono sempre la stessa giornata, il 12 ottobre, finendo per padroneggiarne gli eventi per fare quello che vogliono a scuola. E ancora all’ultimo festival di Locarno è stato presentato un film malese, Stone Turtle, che con il linguaggio, il tono e anche gli obiettivi del cinema da festival racconta di una donna che deve ripetere sempre lo stesso giorno in cui qualcuno prova a raggirarla.