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  • Lunedì 16 gennaio 2023

Turchia e Grecia continuano a litigare per l’isoletta di Kastellorizo

Negli ultimi mesi lo scontro si è intensificato, forse anche a causa delle elezioni previste nel 2023 in entrambi i paesi

Un'esercitazione militare greca nel Mediterraneo (Greek National Defense via AP)
Un'esercitazione militare greca nel Mediterraneo (Greek National Defense via AP)
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Da mesi i governi di Grecia e Turchia si stanno scontrando duramente su alcune isolette greche nel mar Egeo. La Turchia ritiene che quelle isole greche, alcune delle quali sono praticamente addossate alle coste turche, siano un ostacolo alla sovranità e alla giurisdizione turca nel mar Egeo. La Grecia, sentendo le sue isole minacciate, ha aumentato la presenza sul posto di navi da guerra e mezzi militari, ma questo ha provocato una reazione ancora più furiosa da parte della Turchia.

Le relazioni tra i due paesi sono nel loro momento peggiore da quasi trent’anni. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in particolare, da mesi sta facendo esplicite minacce militari alla Grecia, e qualcuno ha perfino cominciato a parlare della possibilità di un limitato scontro militare tra i due paesi, che sono entrambi membri della NATO. È una possibilità estremamente lontana, ma il fatto che se ne stia parlando mostra la gravità della situazione.

L’isola greca più interessata dalle minacce della Turchia è Kastellorizo, che ha meno di 500 abitanti. Si trova a ridosso delle coste meridionali della Turchia ed è famosa in Italia perché fu usata come ambientazione per il film Mediterraneo, che nel 1992 vinse l’Oscar come miglior film straniero. Kastellorizo dista in linea d’aria oltre 130 chilometri da Rodi, la più grande isola greca da cui dipende a livello amministrativo, ma dista meno di 3 chilometri dalla costa della Turchia.

Il governo greco sostiene che Kastellorizo goda di una “zona economica esclusiva” (ZEE) di 200 miglia nautiche dalla sua costa, sulla base della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Una zona economica esclusiva è un’area del mare su cui uno stato ha sovranità e giurisdizione e di cui può sfruttare le risorse naturali e ambientali.

Il problema è che, benché effettivamente Kastellorizo goda di un’ampia ZEE sulla base delle leggi del mare, la sua eccezionale vicinanza alle coste turche fa sì che l’area di mare di pertinenza della Grecia blocchi alla Turchia le possibilità di sovranità e sfruttamento di un’enorme parte di mare davanti alle sue coste. Questo problema è presente con altre isole dell’Egeo vicine alle coste turche, ed è motivo di scontri e polemiche tra Grecia e Turchia che vanno avanti dagli anni Settanta del Novecento.

Con Kastellorizo il problema è particolarmente accentuato perché l’isoletta è molto lontana dal resto degli arcipelaghi greci e per la sua posizione nel Mediterraneo orientale.

Sia la Grecia sia la Turchia hanno interessi nell’area del Mediterraneo orientale, dove negli ultimi anni sono stati scoperti enormi giacimenti di gas naturale (anche se non è chiaro se si estendano o meno all’area attorno a Kastellorizo).

La Turchia sostiene che poiché Kastellorizo è così piccola, non è possibile che generi una ZEE che è grande 4.000 volte la sua superficie, e ha avanzato pretese per la formazione di una nuova ZEE, che ignori l’esistenza di Kastellorizo ed estenda molto a sud l’area di mare di pertinenza turca.

In risposta a quelle che ha percepito come minacce alla propria sovranità sull’isola, il governo greco ha cominciato a inviare attorno a Kastellorizo navi da guerra e a portare sull’isola soldati e mezzi militari. Ma anche questa militarizzazione di Kastellorizo è un problema per la Turchia, che ha accusato la Grecia di aver violato vari trattati internazionali sulla demilitarizzazione delle isole dell’Egeo. In realtà la situazione dei trattati, che sono stati numerosi e sono stati firmati in varie circostanze nel corso del Novecento, è molto confusa, e ciascuno dei due paesi li interpreta a proprio vantaggio.

Le tensioni tra Grecia e Turchia su Kastellorizo e altre isole dell’Egeo vanno avanti da più di un anno, ma negli ultimi mesi si sono molto accentuate, soprattutto perché Erdogan ha cominciato a minacciare apertamente sulla possibilità di un intervento militare contro la Grecia.

Recep Tayyip Erdogan (Gokhan Sahin/Getty Images)

A settembre del 2022 ha detto: «Possiamo arrivare all’improvviso, nel cuore della notte […]. Se voi greci andate troppo oltre, il prezzo da pagare sarà alto». A dicembre ha detto che i missili turchi possono raggiungere Atene, la capitale greca. E nel frattempo il governo turco ha organizzato varie esercitazioni militari e test missilistici lungo la costa.

È eccezionalmente improbabile che la Turchia invada davvero Kastellorizo o altre isole. Anche un’operazione militare su scala molto ridotta sarebbe un problema internazionale enorme per Erdogan, provocherebbe gravi divisioni all’interno della NATO in un momento critico e avrebbe gravi ripercussioni politiche ed economiche per il paese.

A giugno di quest’anno ci saranno le elezioni presidenziali in Turchia, ed è stato ipotizzato che forse Erdogan stia minacciando la Grecia per aumentare i propri consensi tra l’elettorato più nazionalista. La situazione non è aiutata dal fatto che anche in Grecia ci saranno le elezioni, un mese dopo quelle turche.