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  • Domenica 15 gennaio 2023

Le bici elettriche truccate sono un problema nei Paesi Bassi

Alcuni modelli superano i 40 km orari e sulle piste ciclabili stanno diventando un pericolo

Biciclette legate a un parapetto ad Amsterdam (Mark Dadswell/Getty Images)
Biciclette legate a un parapetto ad Amsterdam (Mark Dadswell/Getty Images)
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I Paesi Bassi, uno dei luoghi al mondo in cui l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto è più diffuso e incoraggiato, devono affrontare un nuovo problema: la velocità delle biciclette elettriche.

Negli ultimi anni il numero di bici elettriche (o e-bike) in circolazione è molto aumentato. Allo stesso tempo, però, è aumentato anche il numero di bici elettriche truccate, che possono raggiungere una velocità di più di 40 km orari e sono state coinvolte negli ultimi mesi in un numero sempre maggiore di incidenti, diventando un argomento di discussione e preoccupazione per le amministrazioni comunali, per le associazioni che si occupano della sicurezza dei ciclisti, per la polizia e per chi va abitualmente in bicicletta.

Tra questi c’è Fietsersbond (Unione Ciclisti), un’associazione di Amsterdam che da tempo chiede maggiori restrizioni per le bici elettriche e per le “fatbike”, bici da fuoristrada con le ruote grosse e i copertoni estremamente larghi che ora si vedono spesso anche in molte città. Queste biciclette dovrebbero muoversi solo sulle piste ciclabili, a una velocità di circa 25 km orari, al massimo. Il problema è che sono progettate per andare più veloce di così, oppure vengono modificate da chi le compra per superare quella velocità. Per questa ragione, lo scorso giugno i parlamentari olandesi hanno votato un provvedimento per proibire la modifica delle impostazioni di fabbrica di questo tipo di biciclette.

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Una ricerca recente del governo olandese ha verificato che le biciclette elettriche tipicamente viaggiano a una velocità di quasi 24 km orari, circa 3 km orari in più delle biciclette normali, ma che circa un quarto dei ciclisti che possiedono bici elettriche superano ampiamente il limite, specialmente se sono giovani.

«Il problema», spiega Esther van Garderen, direttrice di Fietsersbond «non sono le biciclette elettriche normali, ma quelle truccate, che sono praticamente motorini illegali». Nei Paesi Bassi, dice Van Garderen, «per guidare un motorino bisogna indossare un casco, e questo ai più giovani non piace. È anche necessario avere 16 anni e una patente apposita, ma le “fatbike” illegali vengono vendute e ci sono ragazzi di meno di 16 anni che le usano in strada e vanno a 40 km orari, senza casco». Per questo Van Garderen e la sua associazione chiedono una rapida applicazione del divieto di modifica votato a giugno, e il divieto per le bici elettriche veloci di percorrere le piste ciclabili.

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Le sue sono preoccupazioni condivise: la consigliera comunale di Amsterdam Elise Moeskops, del partito D66, racconta che le ultime ricerche della polizia stradale mostrano che gli incidenti sono aumentati e che le biciclette elettriche hanno avuto un ruolo in questo aumento. Per questo, il comune sta valutando di imporre l’obbligo di casco per chi guida una e-bike, e sta considerando di porre un limite di velocità per le piste ciclabili, in modo che le biciclette elettriche vadano sulla strada insieme ad altri veicoli di velocità compatibile.

La città di Amsterdam questo autunno ridurrà il proprio limite di velocità da 50 a 30 km orari su più di 500 strade e sta facendo ricerca su sistemi di “adattamento intelligente della velocità” per avvertire i ciclisti che vanno troppo veloce o addirittura per obbligare le bici elettriche a rallentare in base alla loro posizione nelle diverse zone della città (come succede già per alcuni servizi di sharing di biciclette elettriche e monopattini). Melanie van der Horst, assessora al traffico della città, spiega che «l’aumento di veicoli elettrici ha fatto sì che ora ci siano significative differenze di velocità tra chi percorre le piste ciclabili, e gli studi mostrano che queste differenze creano rischi». Il dibattito sta avendo alcuni effetti anche su chi produce e vende bici elettriche: alcuni produttori stanno cominciando autonomamente ad adattare i propri software ai nuovi limiti di velocità.

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