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  • Martedì 10 gennaio 2023

Cosa farà adesso Jair Bolsonaro?

Dopo l'assalto dei suoi sostenitori alle istituzioni brasiliane, la sua presenza negli Stati Uniti sta diventando sempre più imbarazzante per il governo americano

(AP Photo/Eraldo Peres, File)
(AP Photo/Eraldo Peres, File)

L’assalto dei sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro contro le istituzioni a Brasilia, compiuto domenica, sta mettendo in grossa difficoltà il governo americano di Joe Biden, a causa della presenza dello stesso Bolsonaro sul territorio americano. Ora diversi politici, sia brasiliani che statunitensi, stanno chiedendo al governo americano di espellere Bolsonaro dal paese affinché possa affrontare in Brasile le responsabilità relative al suo coinvolgimento indiretto con l’assalto.

Bolsonaro era partito per Orlando in Florida il 29 dicembre, due giorni prima che scadesse il suo mandato presidenziale, e con ogni probabilità si trova negli Stati Uniti con un visto riservato a capi di stato e di governo, hanno detto varie fonti governative a Reuters. Questi visti di solito scadono al termine della carica, ma la situazione di Bolsonaro non è chiara, perché lui è entrato negli Stati Uniti quando ancora era ufficialmente presidente del Brasile.

Attualmente Bolsonaro si trova in ospedale in Florida, dove è stato ricoverato per dolori addominali, ma le sue condizioni non sembrano serie: la sua famiglia ha parlato di «dolori legati all’accoltellamento che aveva subìto nel 2018». In quell’anno, durante la campagna elettorale, Bolsonaro subì un grave attacco da parte di un uomo armato con un coltello, che rese necessarie numerose operazioni chirurgiche e che periodicamente gli provoca nuovi dolori e problemi. Dovrebbe comunque essere dimesso a breve.

A Orlando, Bolsonaro è ospite nella villa di un lottatore di arti marziali miste (MMA) che è suo sostenitore. La sua permanenza negli Stati Uniti, almeno da programma, dovrebbe durare un mese, e Bolsonaro ha fatto sapere che dopo il ricovero in ospedale potrebbe durare ancora meno. Ma è probabile che, in quanto ispiratore dell’attacco di domenica al parlamento, Bolsonaro si troverà al centro di procedimenti giudiziari appena tornato in Brasile, anche se attualmente non ci sono inchieste pubbliche aperte contro di lui su questa questione.

Bolsonaro, invece, è già indagato per abuso di potere e altre accuse, che precedono le elezioni e non riguardano l’assalto al parlamento.

Negli ultimi due giorni sono stati fatti vari appelli al governo degli Stati Uniti perché cacci dal paese Bolsonaro in quanto ispiratore delle violenze a Brasilia, senza aspettare che l’ex presidente decida cosa fare. Joaquin Castro, un deputato americano, ha detto che «Bolsonaro non dovrebbe trovarsi in Florida. Gli Stati Uniti non dovrebbero essere un rifugio per questo autocrate che ha ispirato azioni di terrorismo interno in Brasile. Dovrebbe essere rimandato in Brasile».

Anche Alexandria Ocasio Cortez, una nota deputata di sinistra, ha detto che «gli Stati Uniti dovrebbero smettere di offrire rifugio a Bolsonaro in Florida».

Secondo il dipartimento di Stato americano, quando una persona entra negli Stati Uniti con un visto di tipo A-1 (quello riservato ai capi di stato e di governo) ma smette di avere ruoli governativi durante la sua permanenza, ha 30 giorni di tempo per lasciare il paese o chiedere un altro tipo di visto. In teoria, dunque, Bolsonaro potrebbe avere fino a fine gennaio per rimanere in Florida. Non è ancora chiaro però se vorrà davvero rientrare in Brasile.