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  • Lunedì 9 gennaio 2023

L’assalto alle istituzioni brasiliane, raccontato con le immagini

Foto e video delle violenze e dei disordini a Brasilia: dentro al parlamento, alla Corte suprema e all'ufficio del presidente

(AP Photo/Eraldo Peres)
(AP Photo/Eraldo Peres)

Domenica diverse migliaia di sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, di estrema destra, hanno assaltato il parlamento, la Corte suprema e l’ufficio presidenziale (il Palácio do Planalto) a Brasilia, la capitale del Brasile, occupando gli edifici per diverse ore prima che la polizia riuscisse a riprenderne il controllo.

I sostenitori di Bolsonaro protestavano contro il risultato delle ultime elezioni, perse da Bolsonaro contro Luiz Inácio Lula da Silva, ex sindacalista di sinistra. Si temeva da tempo che succedesse qualcosa di simile, dato che Bolsonaro aveva fatto capire di non essere disposto ad accettare la sconfitta. Domenica si sono viste scene molto simili a quelle dell’assalto al Congresso degli Stati Uniti, compiuto il 6 gennaio del 2021 dai sostenitori dell’ex presidente statunitense Donald Trump dopo la vittoria alle elezioni del suo avversario Joe Biden.

Un sostenitore di Bolsonaro con alcuni agenti sullo sfondo (AP Photo/Eraldo Peres)

L’assalto è iniziato nel primo pomeriggio (ora locale): i sostenitori di Bolsonaro sono entrati in massa nell’Esplanada dos Ministérios, una sezione dell’Asse monumentale, la strada di Brasilia in cui si trovano molti importanti edifici governativi e sedi diplomatiche: tra gli altri, il parlamento, la Corte suprema e l’ufficio presidenziale.

I sostenitori di Bolsonaro hanno iniziato sfondando le barriere attorno all’edificio del parlamento, salendo sulla grande rampa al suo esterno. Molti di loro avevano bandiere del Brasile avvolte attorno alle spalle.

I sostenitori di Bolsonaro sulla rampa del parlamento brasiliano (AP Photo/Eraldo Peres)

Gli scontri con la polizia sono iniziati dopo un po’: gli agenti hanno tentato di allontanare i manifestanti usando gas lacrimogeni e cercato di evitare che entrassero anche nella sede dell’ufficio presidenziale, come successo subito dopo.

Sostenitori di Bolsonaro sulla rampa che porta all’ufficio presidenziale (AP Photo/Eraldo Peres)

Poco dopo i sostenitori di Bolsonaro sono riusciti a entrare anche nella sede della Corte suprema, nel mezzo di scontri con le forze dell’ordine.

I dimostranti fanno irruzione nel palazzo presidenziale a Brasilia (AP Photo/Eraldo Peres)

Una volta entrati all’interno degli edifici, i manifestanti hanno occupato gli scranni, spaccato finestre, rovesciato tavoli e scrivanie, danneggiato dipinti e statue, tentato di dare fuoco alla moquette del parlamento e sventolato bandiere dalle finestre e dai tetti degli edifici occupati.

Una finestra dell’ufficio presidenziale distrutta dai manifestanti (AP Photo/Eraldo Peres)

I manifestanti rovesciano alcune sedie all’interno della sede dell’ufficio presidenziale (AP Photo/Eraldo Peres)

Un sostenitore di Bolsonaro agita la bandiera brasiliana dalla finestra di uno degli edifici assaltati (AP Photo/Eraldo Peres)

Durante l’assalto ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, che hanno tentato di allontanare i contestatori usando gas lacrimogeni e intervenendo a un certo punto con elicotteri, da cui sono stati sparati proiettili di gomma e granate stordenti.

(AP Photo/Eraldo Peres)

Un manifestante lancia qualcosa contro alcuni agenti (AP Photo/Eraldo Peres)

La polizia è intervenuta anche a cavallo: in uno dei video circolati online si vedono i manifestanti che accerchiano e assaltano un agente in sella, disarcionandolo.

Verso le 21 ora locale il ministro della Giustizia brasiliano Flávio Dino ha fatto sapere che la polizia aveva ripreso il controllo di tutti e tre gli edifici governativi. In tutto sono state arrestate almeno 200 persone. In serata Lula, che era a San Paolo, è tornato a Brasilia e ha visitato gli edifici governativi in cui è stato attuato l’assalto.

Un elicottero della polizia sopra la sede dell’ufficio presidenziale, nella serata dell’8 gennaio 2023 (AP Photo/Eraldo Peres)

Lula visita la sede assaltata dell’ufficio presidenziale (AP Photo/Eraldo Peres)