La famiglia che inventò le palle di vetro con la “neve”

I Perzy scoprirono per caso come realizzarle, e generazione dopo generazione riuscirono a portarle dall'Austria in tutto il mondo

(AP Photo/ Michael Probst)
(AP Photo/ Michael Probst)
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All’87 di Schumanngasse, nel nord-ovest di Vienna, in Austria, c’è l’attività storica di una famiglia che da quattro generazioni produce alcuni degli oggetti a tema natalizio più famosi in tutto il mondo: è la Manifattura originale viennese di palle di neve, dove da oltre cent’anni si realizzano le famose palle di vetro con dentro miniature di ogni tipo, di quelle che dopo averle agitate e appoggiate di nuovo sulla loro base simulano una nevicata. Oggi le palle di vetro con la neve sono associate per lo più al Natale, ma la loro storia ha un’origine assai diversa, arrivata un po’ per caso.

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Comincia da Erwin Perzy, un uomo che di mestiere realizzava strumenti chirurgici nel suo laboratorio di Vienna, a cui nel 1900 fu commissionato di trovare una soluzione che permettesse di illuminare in maniera adeguata le sale operatorie. Inizialmente Perzy prese ispirazione dalla strategia usata per farsi luce dai calzolai, che prendevano delle palle di vetro, le riempivano di acqua e le mettevano davanti a una lampadina in modo che riflettessero e diffondessero la luce nell’ambiente di lavoro. Poi, per provare ad avere ancora più luce, provò a inserire in una palla di vetro piccole schegge di metallo e vetro.

Il fatto che le schegge facessero qualche vortice nell’acqua prima di cadere sul fondo della palla gli ricordò un po’ l’effetto della neve quando cade. Ispirato da questa osservazione, Perzy provò quindi metterci dentro del semolino e per avere un’idea ancora più verosimile di un paesaggio innevato ci inserì anche una miniatura del santuario di Mariazell, un piccolo comune un centinaio di chilometri a sud-ovest di Vienna. Come spiega la guida turistica ufficiale dell’Austria Perzy abbandonò l’idea della lampada, ma continuò a sviluppare quella dell’oggetto decorativo. Aprì un negozio, cominciò la produzione di massa e nei decenni successivi ebbe un grande successo commerciale sia in Europa che altrove.

Una palla di vetro diventò anche uno degli oggetti di scena più famosi della storia del cinema: è quella che si vede nella scena chiave del film Quarto Potere di Orson Welles (1941). Non è però chiaro se quella usata nel film fosse una di quelle prodotte dall’azienda austriaca.

Il nipote dell’inventore Erwin Perzy III, che oggi gestisce l’attività assieme alla figlia Sabine, ha raccontato al sito Atlas Obscura che l’idea di aggiungere l’elemento natalizio alle palle di vetro arrivò proprio negli anni Quaranta.

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Nel periodo della Seconda guerra mondiale Erwin Perzy II, suo padre, si occupava anche di riparare biciclette e macchine da scrivere e collaborava con le truppe americane. Qualche soldato gli aveva suggerito che se all’interno delle palle di neve ci fossero state miniature un po’ più familiari alle persone americane sarebbero state apprezzate anche negli Stati Uniti. Così, racconta Perzy III, il padre creò nuovi modelli con tre nuove miniature – un piccolo albero di Natale, un pupazzo di neve e un Babbo Natale – che l”azienda cominciò a esportare negli Stati Uniti con grande successo.

Per tutt’altro genere di motivi nella seconda metà degli anni Settanta le palle di vetro natalizie austriache cominciarono a essere molto vendute anche in Giappone, uno dei paesi dove adesso vengono più esportate. C’entra la casa automobilistica giapponese Mitsubishi, che a un certo punto fece un ordine che equivalse alla metà della produzione annuale dell’azienda di Vienna, dice sempre Perzy III: il governo austriaco infatti aveva chiesto al Giappone di comprare una grande quantità di qualche prodotto fatto in Austria, promettendo in cambio di favorire l’ingresso di Mitsubishi nel mercato nazionale.

Nel tempo le palle di vetro con la neve dei Perzy hanno ispirato molti modelli del tutto simili. Oggi la manifattura di Vienna ne produce circa 200mila all’anno e nel suo negozio, che ha anche un museo, se ne trovano di tutti i tipi: sono più o meno piccoli, costano dai 7 euro in su e hanno dentro miniature che rappresentano personaggi a tema natalizio, ma anche paesaggi, animali e cibi, come per esempio la famosa torta Sacher. Durante la prima fase della pandemia da coronavirus, quando la carta igienica era diventata uno dei beni di prima necessità più introvabili, l’azienda introdusse anche vari modelli con dentro un piccolo rotolo, vendendone 17mila copie.

Ancora oggi le palle di vetro dell’azienda di Vienna vengono ancora realizzate a mano. Le figurine sono create con stampanti 3D e l’acqua impiegata è quella del servizio idrico cittadino. Già da tempo però la “neve” non viene più prodotta con la semola, ma con una particolare miscela di parti plastiche e materiali studiati appositamente perché le particelle restino sospese fino a due minuti prima di depositarsi sul fondo. Tra le palle di vetro natalizie più popolari ci sono quella con dentro un pinguino, quella con la ruota panoramica di Vienna (Riesenrad) e quella con l’immancabile pupazzo di neve.

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