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  • Mercoledì 21 dicembre 2022

La storia travagliata dell’isola di Poveglia

Si trova nella laguna di Venezia ed è al centro di varie leggende: adesso per l'ennesima volta si sta cercando di capire quale sarà il suo futuro

L'isola di Poveglia in una foto tratta dal sito dell'agenzia del Demanio
L'isola di Poveglia in una foto tratta dal sito dell'agenzia del Demanio

A fine novembre l’agenzia del Demanio, l’ente responsabile della gestione del patrimonio immobiliare dello Stato, ha pubblicato un avviso per eventuali persone interessate a comprare o a prendere in concessione l’isola di Poveglia, che si trova nella laguna di Venezia, vicino all’isola del Lido. È una manifestazione di interesse «esplorativa» e non vincola l’agenzia a pubblicare un bando, che sarebbe subordinato a un accordo con il Comune di Venezia. Della possibile vendita dell’isola o di darla in concessione per valorizzarla comunque si parla da anni, anche perché da tempo è piuttosto malmessa. Sul suo conto circolano anche varie leggende legate al suo passato, tra cui quella secondo cui sarebbe infestata dai fantasmi.

L’avviso dell’agenzia del Demanio non affronta in maniera specifica questioni economiche, ma spiega un po’ più approfonditamente la travagliata storia del posto, comunque molto raccontata negli anni soprattutto a livello locale.

Anche se si parla di “isola”, al singolare, Poveglia in realtà è composta da tre isolotti vicini, che visti dall’alto hanno più o meno l’aspetto di un trapezio e una superficie complessiva di circa 72.500 metri quadrati. Sull’isola centrale, la maggiore, ci sono i resti di alcuni padiglioni ospedalieri che risalgono alla prima metà del Novecento, mentre sulla seconda, che è collegata a quella principale con un ponte, non c’è niente. La terza isola è quella che si trova più a sud: è un isolotto artificiale realizzato a fine Trecento a scopo difensivo ed è chiamato “Ottagono” per via della sua forma.

Nel Medioevo Poveglia fu un centro economico molto florido, anche grazie alla sua posizione. Dalla fine del Settecento fu usata sia per il rimessaggio delle imbarcazioni sia per il controllo di uomini e merci, e in qualche caso anche per la quarantena delle persone malate. Vi sorgevano un ricovero per anziani che rimase attivo fino alla fine degli anni Sessanta e alcuni reparti dell’Ospedale al Mare del Lido, poi chiusi nel 1972.

Oggi Poveglia è disabitata (lo è da tempo), è raggiungibile solo con barche private e come spiega l’avviso del Demanio le sue condizioni generali sono «precarie». Mancano le forniture di acqua potabile e gas e i suoi edifici sono inagibili anche a causa dei numerosi atti vandalici subiti nel tempo. Chi fosse interessato a prenderla in concessione o a comprarla può fare una proposta entro il primo febbraio del 2023.

Nonostante il suo stato di degrado, di tanto in tanto Poveglia viene frequentata da persone attirate dalle varie leggende che la circondano, legate presumibilmente all’idea che in passato il destino di chi ci andava era quello di morire, per così dire.

Una delle leggende sull’isola dice che durante la peste nera vi furono bruciate migliaia di persone per impedire la diffusione dei contagi, mentre secondo un’altra il ricovero per anziani veniva usato come manicomio. C’è una storia secondo cui un funzionario dell’ospedale si suicidò gettandosi dalla torre campanaria dell’edificio perché costretto da alcuni spiriti, e ci sono quelle sulle presunte sperimentazioni dei medici sui loro pazienti. Spesso, su Internet, Poveglia è chiamata “l’isola dei fantasmi” ed è descritta come uno dei posti più “infestati di spettri” al mondo.

Nel luglio del 2016 se ne parlò ampiamente anche sulle cronache locali, quando cinque turisti americani che volevano trascorrerci un’intera notte vennero soccorsi dai vigili del fuoco, terrorizzati e convinti di aver sentito le voci e i lamenti di fantasmi sull’isola.

Nella letteratura locale e nelle tradizioni popolari veneziane in realtà non viene mai citata la presenza di fantasmi a Poveglia, ha scritto il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP), una nota associazione che si occupa di promuovere il pensiero critico e scientifico e che ha studiato anche la storia di Poveglia. Lo studioso di storia veneziana Alberto Toso Fei, citato dal CICAP, chiarisce per esempio che le navi di appestati che erano stati messi in quarantena sull’isola a fine Settecento furono solo due, e i morti venti, di cui si sanno anche nomi e cognomi. In laguna inoltre c’erano altre isole che fungevano da ospedali psichiatrici, come San Servolo o San Clemente, ma non Poveglia.

Secondo il CICAP, le leggende sull’isola potrebbero invece essere state alimentate da alcune serie tv americane. In particolare si citano una puntata della serie Ghost Adventures (in italiano Cacciatori di fantasmi) girata proprio a Poveglia e andata in onda nel 2009, e un episodio del 2001 della trasmissione Scariest Places on Earth (“I posti più spaventosi della Terra”), condotta dall’attrice Linda Blair, la protagonista del celebre film L’Esorcista.

L’isola di Poveglia in una foto tratta dal sito dell’agenzia del Demanio (ANSA)

Indipendentemente dalle storie di fantasmi, il Gazzettino scrive che della vendita di Poveglia si parla da almeno 25 anni, «con fasi alterne, progetti, entusiasmi popolari e quasi nessun risultato».

A fine anni Novanta per esempio il Centro Turistico Studentesco e Giovanile (un’associazione turistica attiva fino al 2017) presentò una proposta per realizzare a Poveglia un ostello della gioventù: poi non se ne fece più nulla, prima a causa di un contenzioso presentato da un imprenditore locale che aveva sostenuto di aver fatto una proposta antecedente, e poi per le lungaggini burocratiche. Nel 2014 invece l’imprenditore Luigi Brugnaro, titolare dell’agenzia per il lavoro Umana, fece un’offerta da 513mila euro per l’acquisizione dell’isola: l’offerta fu respinta dal Demanio perché ritenuta troppo bassa e poi ritirata dallo stesso Brugnaro dopo la sua elezione a sindaco di Venezia.

Sempre nel 2014 fu costituita Poveglia per tutti, un’associazione senza fini di lucro nata proprio con l’obiettivo di presentare un’offerta per la concessione per fare in modo che l’isola rimanesse aperta e a uso di tutti (raccolse 160mila euro). Nel suo atto di fondazione, l’associazione dice di voler puntare a prendere in concessione Poveglia per 99 anni, per adibirla a parco pubblico e ad altre iniziative destinate alla collettività.

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