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  • Lunedì 19 dicembre 2022

L’Unione Europea ha trovato un accordo sul tetto al prezzo del gas 

Sarà di 180 euro al megawattora, più basso di quello proposto dalla Commissione Europea, ma scatterà solo a certe condizioni

(AP Photo/Jean-Francois Badias, File)
(AP Photo/Jean-Francois Badias, File)
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Lunedì, dopo mesi di lunghe trattative, gli stati membri dell’Unione Europea hanno trovato un accordo sul tetto al prezzo del gas da acquistare dai paesi esterni all’Unione Europea, fissandolo a 180 euro al megawattora. Il tetto dovrebbe servire a contrastare gli effetti della crisi energetica ed evitare aumenti dei costi delle bollette, ma la sua versione finale è più debole rispetto a quella proposta ormai mesi fa dall’allora presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.

Il tetto sarà effettivo dal prossimo 15 febbraio e scatterà solo se il prezzo del gas sul mercato europeo sarà maggiore di 35 euro rispetto alla media di altri mercati internazionali per almeno tre giorni. La proposta originaria di Draghi prevedeva di applicarlo a prescindere dall’andamento del mercato. Il tetto fissato è comunque significativamente più basso di quello proposto a fine novembre dalla Commissione Europea, che a fine novembre aveva suggerito di fissarlo a 275 euro al megawattora.

I paesi europei discutevano da mesi della possibilità di fissare il tetto al prezzo del gas, senza riuscire a mettersi d’accordo: i paesi più contrari erano Germania, Austria e Paesi Bassi, che non volevano mettere a rischio le forniture di gas e che possono permettersi di pagare prezzi altissimi pur di non rimanere senza; dall’altro lato c’erano circa una quindicina di paesi, tra cui soprattutto Italia, Francia e Spagna, che spingevano molto su questa misura per abbassare il costo dell’energia.

La necessità di introdurre un tetto al prezzo del gas era emersa con molta chiarezza nel corso dei mesi passati, quando anche a seguito della guerra in Ucraina il prezzo delle forniture era aumentato moltissimo. Inizialmente si pensava a un tetto al prezzo del solo gas importato dalla Russia, da cui i paesi europei (soprattutto Italia e Germania) sono molto dipendenti, ma poi la misura è stata estesa a tutto il gas importato.

Il tetto fissato dall’accordo è comunque superiore rispetto al livello attuale del prezzo del gas, che è molto più basso rispetto ai picchi raggiunti in estate (135 euro al megawattora contro il picco di agosto di oltre 300 euro). Innanzitutto, sono rallentati gli acquisti massicci da parte degli stati per riempire gli stoccaggi (ossia le riserve di gas) entro l’autunno. In più stanno avendo buoni risultati i piani nazionali di riduzione dei consumi (per esempio quello italiano che prevedeva, tra le altre cose, di accendere il riscaldamento più tardi) che consentono di non “surriscaldare” troppo il mercato con una domanda eccessiva. Alla riduzione dei consumi ha contribuito anche un autunno insolitamente mite.

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