Diversi paesi europei consigliano di non scaricare l’app ufficiale dei Mondiali in Qatar

Le autorità di protezione dei dati personali la ritengono problematica e invasiva

Alcune schermate di Hayya, l'app ufficiale del Qatar per i Mondiali di calcio
Alcune schermate di Hayya, l'app ufficiale del Qatar per i Mondiali di calcio
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Le autorità che si occupano di protezione dei dati personali di vari paesi europei hanno sconsigliato a chi andrà in Qatar per assistere agli imminenti Mondiali di calcio di scaricare sul proprio telefono l’app ufficiale del torneo, Hayya. L’opinione condivisa da diverse autorità europee è che l’app, molto sponsorizzata dal Qatar, sia assai invasiva e se installata possa accedere a vari dati sensibili sul telefono. Simili preoccupazioni sono state avanzate anche per Ehteraz, l’app ufficiale del Qatar per il tracciamento dei contagi della pandemia da coronavirus, obbligatoria per chiunque entri nel paese.

L’ultima autorità nazionale europea ad essersi espressa contro le app ufficiali del Qatar è la BfDi, la Commissione Federale tedesca per la protezione dei dati personali: martedì ha elencato diversi aspetti problematici di Hayya ed Ehteraz e ha consigliato a chi si trova in Qatar per seguire i Mondiali di installare le app «solo se assolutamente necessario». L’autorità tedesca consiglia inoltre di usare un telefono separato soltanto per le due app, se possibile, e di «non condividere nessun altro dato personale come numeri di telefono, immagini o audio su questo dispositivo», dato che per come funzionano le app tutte queste informazioni vengono trasmesse a un server centrale qatariota.

L’invasività delle app ufficiali è soltanto l’ultima di una lunga serie di aspetti problematici legati ai Mondiali in Qatar, un piccolo paese del Medio Oriente a guida autoritaria e poco rispettoso dei diritti umani, fra cui i paesi occidentali contano anche il diritto alla riservatezza. Problemi simili sono stati riscontrati anche con l’app ufficiale della conferenza mondiale sul clima della COP27, in corso in questi giorni in Egitto, un altro paese a guida autoritaria e ostile alle manifestazioni di dissenso. Al momento il Qatar non ha preso una posizione ufficiale sulle critiche alle proprie app.

Hayya e Ehteraz sono due app piuttosto fondamentali per seguire i Mondiali sul posto. La prima serve a contenere la versione digitale dei biglietti per le partite e permette di usare gratuitamente i mezzi pubblici, mentre la seconda è obbligatoria per entrare e circolare liberamente nel paese.

NRK, la tv pubblica norvegese, ha affidato una dettagliata analisi delle due app a due esperti indipendenti e ha scoperto che fra le altre cose Hayya è in grado di «accedere alle informazioni personali senza quasi restrizioni», oltre che di «determinare l’esatta posizione del telefono». Secondo NRK, i problemi di Ehteraz sono ancora più numerosi, dato che può «leggere, cancellare o modificare tutti i contenuti del telefono, così come connettersi a reti Wi-Fi e Bluetooth, darsi la precedenza rispetto ad altre app e impedire che il telefono vada in modalità “non disturbare”».

Una volta scaricate, le app chiedono il permesso di fare queste cose in blocco: o si accettano tutte le condizioni richieste o l’app non può essere installata. NRK ha passato tutte queste informazioni alla FIFA, l’organo che governa il calcio mondiale, che però non ha voluto commentarle.

Su questi temi si sono espresse le autorità per la protezione dei dati anche in Francia e in Norvegia. L’autorità francese in particolare raccomanda di fare estrema attenzione nell’usare lo stesso telefono su cui sono installate le app per scattare delle foto, e consiglia di cancellare subito le app una volta usciti dal paese. L’autorità norvegese ci è andata ancora più pesante: lunedì ha fatto sapere che «c’è una possibilità reale che chi visiterà il Qatar, e soprattutto le persone più vulnerabili, saranno sorvegliate dalle autorità qatariote». Il Garante italiano per la protezione dei dati personali per ora non ha diffuso alcun consiglio sulle app in questione.

In Qatar non sono tollerate manifestazioni di dissenso politico, e i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso sono considerati illegali. Nelle scorse settimane il Qatar aveva fatto sapere che avrebbe accolto i tifosi dei Mondiali «senza discriminazioni», ma ci sono estesi timori che non rispetterà la promessa, o che una volta concluso il torneo possa comunque decidere delle ripercussioni per alcune persone, come per esempio negare ogni futuro accesso al proprio territorio.