L’uomo giapponese che contribuì a far crescere il settore vinicolo in California

Veniva da una famiglia di samurai, lasciò di nascosto il suo paese ed ebbe una vita piuttosto notevole

Kanaye Nagasawa (Wikimedia Commons)
Kanaye Nagasawa (Wikimedia Commons)

Nei 59 anni in cui visse a Santa Rosa, a nord di San Francisco, in California, Kanaye Nagasawa si fece conoscere per essere un membro attivo della comunità locale, ma soprattutto per il modo in cui contribuì a sviluppare il fortunato settore vinicolo nello stato. Già prima di arrivare negli Stati Uniti la sua vita era stata notevole: apparteneva a una famiglia di samurai della penisola di Satsuma, nel sud del Giappone, e nel 1865 fu fatto scappare di nascosto dal paese.

Nonostante sia stato soprannominato “il re del vino della California” e il “barone di Fountaingrove” la sua è una storia poco nota, che nella stessa contea di Sonoma, dove si trova Santa Rosa, si è cominciata a raccontare solo negli ultimi anni.

Nagasawa era nato nel 1852 nella prefettura di Kagoshima e il suo vero nome era Hikosuke Isonaga. La sua famiglia faceva parte di un clan piuttosto potente, in un periodo in cui il Giappone stava lentamente abbandonando il proprio isolazionismo per cercare di modernizzarsi. Per questa ragione quando aveva 12 o 13 anni Isonaga fu mandato di nascosto nel Regno Unito assieme ad altri 14 giovani e quattro istruttori con l’obiettivo di studiare la cultura occidentale e imparare le sue nuove tecnologie.

Qualche anno fa la presidente dell’associazione Friends of Kagoshima, Fern Harger, raccontò al quotidiano di Santa Rosa The Press Democrat che Isonaga «era un genio ed era riconosciuto come un giovane davvero eccezionale».

In Giappone era stato scelto per la sua esperienza nell’agricoltura: andò a studiare ad Aberdeen, in Scozia, dove per evitare possibili ripercussioni sulla famiglia cambiò il proprio nome in Kanaye Nagasawa. Fu lì che grazie a una conoscenza in comune entrò nel giro di Thomas Lake Harris, l’autoproclamato leader di un culto spirituale chiamato Brotherhood of the New Life (fratellanza della vita nuova), che persuase lui e altri cinque studenti giapponesi a unirsi alla sua comunità vicino a New York. Harris aveva promesso ai ragazzi che se fossero andati con loro avrebbero potuto proseguire la propria formazione: nel 1875, quando decise di trasferirsi in California, Nagasawa andò con lui.

A nord di Santa Rosa Harris fondò una comune che chiamò Fountaingrove (o Fountain Grove, letteralmente “boschetto della fontana”) per via della presenza di una ricca sorgente e decise di sfruttare il territorio per la coltivazione della vite, affidando l’incarico di gestire i vigneti a Nagasawa. L’attività ebbe un discreto successo, ma le cose cambiarono nel 1892, quando Harris se ne andò a causa di alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale in cui veniva accusato di attività illegali.

Il controllo dei vigneti passò definitivamente a Nagasawa, che fece crescere l’attività e diventò una persona di riferimento nella nascente industria vinicola della California. Gaye LeBaron, giornalista e coautrice di un libro su Fountaingrove, racconta che Nagasawa organizzava feste, insegnava agli altri viticoltori le tecniche per migliorare le loro coltivazioni assieme al botanico Luther Burbank e nella sua tenuta ospitava personaggi notevoli, tra cui l’inventore Thomas Edison e l’imprenditore Henry Ford.

A inizio Novecento, la sua azienda vinicola era una delle più grosse della California: produceva circa 750mila litri di vino all’anno e dava da lavorare a moltissime persone, oltre alle famiglie di tre suoi nipoti che aveva fatto arrivare dal Giappone. Nagasawa fu inoltre il primo viticoltore a esportare il vino californiano in Inghilterra e uno dei primi giapponesi ad aver ottenuto la residenza permanente negli Stati Uniti.

Nel 1915 fu insignito dell’Ordine del Sol Levante, un importante riconoscimento assegnato dall’imperatore giapponese. La sua tenuta fu tuttavia destinata al declino a causa delle cosiddette “Alien land laws”, una serie di leggi emanate a partire dal 1913 con l’obiettivo di vietare alle persone asiatiche e ad altri immigrati “non desiderabili” di possedere terre, gestire attività o vivere in maniera permanente negli Stati Uniti.

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Nagasawa, che non si era mai sposato e non aveva mai avuto figli, provò a trasferire l’attività a Kosuke Ijichi, un suo nipote che era nato negli Stati Uniti ed era quindi cittadino americano: dal momento che Ijichi non era maggiorenne, la tenuta però fu prima sequestrata e poi venduta a una persona che decise di farne altro.

Gli stessi discendenti della famiglia di Nagasawa comunque hanno raccontato a BBC di aver saputo molto poco sulla storia di Fountaingrove fino a qualche anno fa. Mary Ijichi, figlia di Kosuke, ha spiegato che le vicende di Nagasawa e della sua tenuta cominciarono a emergere verso la fine degli anni Settanta, quando LeBaron iniziò a interessarsene per il Press Democrat: sempre nello stesso periodo in Giappone fu girato un documentario sulla storia dei 15 ragazzi di Satsuma che erano stati mandati nel Regno Unito (molti dei quali peraltro ebbero grande successo dopo essere ritornati in Giappone).

Della tenuta rimase un grosso fienile di forma rotonda, conosciuto come Fountaingrove Round Barn: un luogo di interesse che nella contea era piuttosto conosciuto ma venne distrutto nel 2017 dai gravi incendi che provocarono anche parecchi danni ai vigneti locali. A Nagasawa invece è stato dedicato un parco pubblico poco a nord di Santa Rosa: c’è una piccola mostra fotografica che lo ricorda a Paradise Ridge, un vigneto che si trova vicino a dove c’era una volta la tenuta, e ci sono altre testimonianze al museo degli studenti di Satsuma, inaugurato a Kagoshima nel 2014.

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