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  • Venerdì 4 novembre 2022

Come un romanzo di 30 anni fa è diventato il simbolo di un immaginario su TikTok

"Dio di illusioni" di Donna Tartt, bestseller degli anni Novanta, è tornato a vendere 20mila copie all'anno

Dettaglio della copertina dell'edizione tascabile Rizzoli di "Dio di illusioni" di Donna Tartt
Dettaglio della copertina dell'edizione tascabile Rizzoli di "Dio di illusioni" di Donna Tartt

TikTok è ormai noto per essere un social media molto influente sugli acquisti di libri, che si tratti di romanzi di intrattenimento di scarso valore letterario oppure molto apprezzati dalla critica. Alcuni sono uscite recenti, altri sono in circolazione da tempo ma hanno raggiunto i primi posti delle classifiche dei libri più venduti solo di recente grazie al passaparola del “BookTok”, che peraltro supera i confini nazionali.

E poi c’è Dio di illusioni di Donna Tartt, The Secret History nella versione originale, un bestseller degli anni Novanta di cui negli ultimi due anni sono quadruplicate le vendite.

È un caso particolarmente interessante perché la sua attuale popolarità è legata a una sottocultura giovanile, o “estetica” (“aesthetic”) di internet. Significa che è un libro di riferimento per un intero immaginario di memi (il plurale di meme) e altri contenuti che un’ampia comunità di adolescenti apprezza, fa circolare e arricchisce. L’immaginario in questione è il cosiddetto “dark academia”, fatto di immagini di vecchie biblioteche britanniche, giacche, pantaloni e gonne di tweed, paesaggi autunnali del New England e taccuini inchiostrati, ma anche teschi umani accostati a candele accese e pile di libri: un insieme di oggetti, paesaggi e abiti che evocano epoche comprese tra la metà dell’Ottocento e gli anni Quaranta.

L’immaginario della dark academia è in parte affine a quello del mondo di Harry Potter (tolti gli aspetti soprannaturali), ma anche del celebre film L’attimo fuggente. C’entra col fascino che si attribuisce ai libri, alla scrittura e allo studio, ma in una versione idealizzata e nostalgica, e non priva di lati oscuri. Dio di illusioni lo incarna perfettamente perché è un mezzo thriller mezzo romanzo di formazione, che racconta di un gruppo di sofisticati ed eleganti studenti di greco antico di un college del Vermont, che prima uccidono un loro compagno, poi cercano di farla franca.

Quest’anticipazione della trama non è un grosso spoiler, dato che il libro – qui nella traduzione italiana di Idolina Landolfi – inizia così:

La neve sulle montagne si stava sciogliendo e Bunny era già morto da molte settimane prima che arrivassimo a comprendere la gravità della nostra situazione.

Dio di illusioni è il romanzo di esordio di Tartt ed ebbe un grande successo ancor prima di essere pubblicato nel settembre del 1992. A suggerirne la pubblicazione all’editore americano, Alfred A. Knopf, fu lo scrittore Bret Easton Ellis, che era stato compagno di università di Tartt proprio in un college del Vermont. All’epoca Ellis era già molto autorevole, pur avendo meno di trent’anni, per via del successo dei suoi primi tre romanzi, e in particolare di American Psycho (1991). Probabilmente anche per questo Tartt riuscì a ottenere l’anticipo molto generoso di 450mila dollari per Dio di illusioni, cosa che destò alte aspettative nei confronti del romanzo e ne fece parlare molto sui giornali. L’attenzione anticipata e le critiche positive furono poi confermate dalle vendite: solo nel mercato di lingua inglese ha venduto 2,3 milioni di copie dall’uscita a oggi, ed è stato tradotto in 40 lingue.

Anche in Italia il romanzo ebbe un riscontro positivo, a partire dalla scelta di Rizzoli, tuttora l’editore di Tartt, di tradurne piuttosto in fretta le sue oltre 600 pagine: la prima edizione era tra le strenne natalizie del 1992.

Da allora il romanzo ha riacquistato popolarità in occasione delle uscite dei due successivi romanzi di Tartt: Il piccolo amico nel 2003 e Il cardellino, peraltro vincitore del premio Pulitzer per la narrativa, nel 2014. In quegli anni era arrivato a vendere circa cinquemila copie all’anno in Italia, un risultato discreto. «Ma quell’aumento delle vendite non è comparabile alla rinascita recente» spiega Federica Magro, responsabile editoriale della BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), la collana di cui fa parte il tascabile di Dio di illusioni, l’edizione attualmente in commercio. «Con il 2021 e il 2022 siamo sulle ventimila copie all’anno».

Non sono numeri da primissimi posti delle classifiche dei più venduti, ma da metà agosto a metà ottobre il romanzo è stato tra i dieci titoli di narrativa straniera più venduti secondo i dati di Nielsen BookScan usati dal Giornale della libreria, la pubblicazione dell’Associazione Italiana Editori (AIE). Tra i libri nuovi non sono tanti quelli che vendono così tante copie in un anno, per questo Dio di illusioni si qualifica in pieno come “longseller”, un libro che continua a essere comprato molto nel tempo.

E anche Magro riconduce questi risultati ai social media, che fino a poco tempo fa nel mondo dei libri erano «biasimatissimi perché si diceva che allontanassero i ragazzi dalla lettura».

Molti dei romanzi che hanno ottenuto lettori grazie a TikTok si possono collettivamente descrivere come “libri che fanno piangere”, ma non è il caso di Dio di illusioni. La sua principale attrattiva è sicuramente una trama molto coinvolgente fin dall’incipit, che crea una suspense sulla morte di Bunny che si risolve solo a metà della lettura. Ma per il pubblico del “BookTok” il fascino del romanzo è legato in buona parte all’immaginario della dark academia, che secondo una definizione del New York Times è «il testo fondamentale» dell’estetica.

Sebbene il libro sia ambientato negli anni Ottanta, quindi lontano dalle epoche simbolo della dark academia, i suoi protagonisti rientrano perfettamente nell’immaginario, perché si vestono con abiti rétro, passano buona parte del proprio tempo a studiare in vecchie biblioteche e si divertono facendo battute piene di riferimenti alla letteratura e alla filosofia greche. Sono un gruppo elitario – sono stati scelti da un professore che accetta di insegnare solo a un ridotto numero di studenti ogni anno – e snob che frequenta poco il resto degli studenti del college.

https://www.tumblr.com/starreef/614837273721290752

Secondo Lili Anolik, una giornalista americana autrice di un podcast sugli anni universitari di Tartt e dei suoi compagni che sarebbero diventati scrittori affermati (Jonathan Lethem oltre a Ellis), lo snobismo è una delle ragioni per cui le persone giovani amano Dio di illusioni e si riconoscono nei suoi protagonisti, omicidi a parte: «I ragazzi sono tutti snob. E Dio di illusioni è il grande romanzo americano sui giovani snob».

Anolik lo lesse per la prima volta da adolescente e parlando con BBC ha ricordato che si immedesimava moltissimo in Richard Papen, che è il narratore della storia e il personaggio che per tutto il romanzo cerca di farsi accettare dagli altri componenti del gruppo, più benestanti, eleganti e colti di lui: «Volevo tantissimo vivere la sua esperienza. Non nel senso che volessi assassinare uno dei miei più cari amici insieme a un gruppo di altre persone. Volevo andare in un vecchio college con edifici ricoperti d’edera, tanti alberi e una tradizione illustre».

Sia al centro della dark academia che dell’immedesimazione in Dio di illusioni c’è il desiderio di frequentare un’università del genere. Forse anche di fare parte di un gruppo di amici con cui provare una forte affinità intellettuale: molto spesso gli adolescenti che leggono molto si sentono diversi dalla maggior parte dei propri coetanei, se non proprio incompresi, e sperano di poter infine conoscere persone simili a loro una volta arrivati all’università.

Molti dei contenuti condivisi sui social media che sono dedicati al romanzo mostrano una grande fascinazione per i suoi protagonisti, e in particolare per Henry Winter, di fatto il leader del gruppo e il personaggio più intelligente e imperscrutabile, e per Francis Abernathy, in un certo senso il più isolato della compagnia: molte lettrici ci vedono degli ideali sentimentali e fanno dei video per mostrare quali attori sceglierebbero per ogni ruolo in un eventuale film tratto dal romanzo.

@imoisinkenny luca guadagnino pls direct an adaption of my favorite book #thesecrethistory #fancast #fyp ♬ Scarborough Fair / Canticle – Simon & Garfunkel

Non si sa con esattezza quando sia nata la dark academia, ma è certo che prima di arrivare su Instagram e poi TikTok (dove l’hashtag dedicato ha più di 3 miliardi di visualizzazioni), l’estetica si era sviluppata a partire dal 2014 su Tumblr, una piattaforma un tempo definita di “microblog” e poi diventata una sorta di social network. Inizialmente la maggior parte dei contenuti catalogati come “dark academia” erano fotografie scure e liste di libri da leggere, mentre oggi si trovano tanti tutorial su come vestirsi per imitarne lo stile.

In un articolo abbastanza critico sull’attuale interesse per Dio di illusioni, il giornalista della rivista britannica New Statesman Nick Burns argomenta che almeno una parte dei lettori del romanzo sia attratta dagli «orpelli della vita intellettuale, piuttosto che dalla sua sostanza». Il libro per queste persone sarebbe soprattutto un accessorio da abbinare a un outfit, come si vede in alcuni video taggati come “dark academia”.

@sophieejhall as an english lit grad i really love this style 🕯📖 #darkacademia #outfitideas #autumnfashion #ootd #outfitinspo #vintage #secondhandfashion #fallfashion ♬ This Charming Man (2011 Remaster) – The Smiths

In un certo senso però il fatto di inquadrare Dio di illusioni in un immaginario estetico è molto coerente con il romanzo, dato che i suoi protagonisti sono ossessionati o comunque riflettono molto sulla bellezza e la sua autrice dà moltissima importanza all’aspetto di luoghi e abiti nelle sue descrizioni. La trasformazione in meme si può dunque considerare particolarmente azzeccata.

«La morte è la madre della bellezza» disse Henry. «E cos’è la bellezza?» «Terrore.» «Ben detto!» esclamò Julian. «La bellezza è raramente dolce o consolatoria. Quasi l’opposto. La vera bellezza è sempre un po’ inquietante».

La popolarità diffusa sui social media forse è in contrasto con la dimensione elitaria in cui vivono i protagonisti del romanzo, ma di certo non è un problema per i suoi editori. In Italia come all’estero si aspetta il prossimo romanzo di Tartt: non se ne sa nulla, ma tanti lettori ipotizzano che sia imminente visto che sono passati quasi dieci anni dall’uscita del Cardellino e la scrittrice ha scritto ognuno dei suoi libri in circa un decennio. Intanto nel Regno Unito, in occasione dei 30 anni di Dio di illusioni, se ne è realizzata un’edizione celebrativa, con copertina rigida che riprende la grafica della prima: una scelta estetica che potrebbe funzionare bene anche su TikTok.

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