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  • Mercoledì 19 ottobre 2022

Alessandro Cattelan ha fondato una casa editrice

Si chiama Accento e pubblicherà romanzi scritti da autori esordienti oppure dimenticati: i primi tre usciranno il 26 ottobre

Le copertine dei primi tre libri della casa editrice Accento
Le copertine dei primi tre libri della casa editrice Accento
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C’è una nuova casa editrice in circolazione: si chiama Accento, e l’ha fondata il conduttore televisivo e radiofonico Alessandro Cattelan, a Milano. I primi libri usciranno il 26 ottobre e sono tre romanzi: due sono stati scritti da autori italiani esordienti, mentre il terzo è un romanzo americano del 1999 che fu un bestseller negli Stati Uniti ma da tempo era fuori catalogo in Italia. Accento in futuro pubblicherà anche saggi, ma si concentrerà soprattutto sulla narrativa, da un lato con autori mai pubblicati prima e dall’altro con ripescaggi di autori e opere dimenticate.

Proprio a questa linea editoriale si deve il nome Accento: la casa editrice cercherà di “mettere l’accento”, cioè far scoprire, nuovi talenti nel campo della scrittura e libri del passato che ritiene ingiustamente trascurati.

A sceglierli, nel ruolo di direttore editoriale, è Matteo B. Bianchi, scrittore, autore televisivo e del podcast sui libri Copertina, e in passato collaboratore o consulente di varie case editrici, come Baldini&Castoldi e Indiana – che non esiste più. B. Bianchi ha una lunga esperienza con gli scrittori esordienti perché dal 1996 cura una rivista di racconti, ‘tina, con cui fa scouting letterario, cioè scopre nuovi autori interessanti. Nelle sue collaborazioni con altri editori, tra le altre cose, ha segnalato alla casa editrice Fandango Jonathan Bazzi, che ha avuto un buon successo con il libro autobiografico Febbre, candidato anche al premio Strega.

Cattelan e B. Bianchi si conoscono da anni; uno dei programmi a cui il secondo ha lavorato come autore è E poi c’è Cattelan, il precedente talk show del conduttore, andato in onda su Sky Uno dal 2014 al 2020. «Abbiamo sempre parlato molto di libri», ha raccontato B. Bianchi, «e quando Alessandro ha deciso di investire in qualcosa che gli piace veramente ha scelto i libri, e ha chiamato me». È successo più o meno un anno fa.

L’interesse di Cattelan per i libri è noto a chi lo segue, non solo perché ne ha scritti cinque, ma anche perché negli ultimi anni ha usato spesso il suo profilo su Instagram per parlare concisamente delle sue (numerose) letture. L’ultimo post della sua “rubrica” #recensionivelocidilibri – in cui peraltro definiva «da leggere» Cose spiegate bene. Questioni di un certo genere – risale a marzo. In quell’occasione Cattelan aveva detto che probabilmente non ne avrebbe più fatti perché si stava «buttando in un progetto che potrebbe creare “conflitto d’interessi”».

 

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«Ci tengo a dire che l’idea di pubblicare autori esordienti è di Alessandro», ha voluto precisare B. Bianchi, aggiungendo: «La trovo nobile da parte sua». Tra i libri di narrativa tendenzialmente quelli scritti da esordienti, quindi quasi sempre sconosciuti, sono quelli più rischiosi a livello commerciale, perché non possono beneficiare di una precedente notorietà dei loro autori. Se in generale l’editoria è un settore in cui è difficile fare grandi profitti (e molto spesso fare anche profitti e basta, per i piccoli editori), farlo pubblicando libri di esordienti può essere ancora più complicato. «Se avesse voluto fare soldi Alessandro avrebbe aperto un chiringuito. Più che di “fare soldi”, si può parlare di “buttare soldi”».

Un altro rischio che corre una casa editrice che dà particolare attenzione ai libri di esordienti è quello di essere sommersa da proposte di aspiranti scrittori, una cosa che in generale succede a tutti gli editori, che spesso se ne lamentano. Ma B. Bianchi non è spaventato: «Ne sono già arrivate tante. Ma ci si mette pochissimo a capire se uno è bravo».

Oltre a B. Bianchi fanno parte della redazione di Accento una caporedattrice ed editor (Eleonora Daniel), una social media manager (Ludovica Sauer), due grafici (Cecilia Bianchini e Giovanni Cavalleri) e un’addetta all’ufficio stampa (Roberta De Marchis). Per la parte commerciale, la casa editrice si avvarrà della «amichevole partecipazione» di Gianmario Pilo, ex librario di Ivrea, cofondatore del festival La Grande Invasione e direttore commerciale e dell’organizzazione eventi dell’editore torinese Add.

I libri di Accento saranno divisi in tre collane: “Accento acuto” sarà quella dedicata alla narrativa scritta da esordienti, “Accento grave” quella per i ripescaggi, e “Dieresi” alla saggistica, che sarà una componente minore delle pubblicazioni della casa editrice e non avrà carattere accademico, ma «pop». Per il momento è prevista l’uscita di otto libri all’anno.

I primi due per “Accento acuto” sono Senza respiro della 27enne milanese Raffaella Mottana, che parla di lutto e di sadomasochismo, e Tutto ciò che poteva rompersi del 35enne romano David Valentini, che è un romanzo «scomposto», cioè fatto di racconti con personaggi ricorrenti e nella definizione di B. Bianchi è un «ritratto generazionale ai tempi della pandemia».

Il primo “Accento grave” invece sarà Manuale di caccia e pesca per ragazze dell’americana Melissa Bank: è un romanzo che parla delle vicende amorose e delle avventure sessuali di una donna degli anni Novanta, con umorismo, ed ebbe grande successo quando uscì nel 1999, piacendo tra gli altri allo scrittore Paolo Cognetti che ne trasse ispirazione per il titolo del suo primo libro Manuale per ragazze di successo e che ha scritto una prefazione per questa edizione di Accento. Bank è peraltro morta ad agosto, dopo che erano stati presi gli accordi per ripubblicare il suo romanzo in italiano.

Le copertine dei tre libri sono state realizzate dallo studio grafico Paper Paper, che cura anche le nuove copertine della casa editrice Nottetempo, quelle di Utopia e delle riviste di carta di Linkiesta, tra le altre cose. L’elemento comune a tutte è il nome della casa editrice in rilievo, in basso; per le copertine di “Accento acuto” saranno sempre scelte delle fotografie, per quelle di “Accento grave” dei collage. Si fanno notare i titoli scritti con caratteri sempre diversi.

Per ora non ci sono anticipazioni sui titoli successivi. Viene spontanea una domanda: ma se gli esordienti pubblicati da Accento, magari anche avendo successo di critica e commerciale, scriveranno poi altri libri, la casa editrice non li pubblicherà più in quanto ormai autori noti? Pare di no, anche se è presto per fare previsioni, dice B. Bianchi: «Come tutti gli editori ci auguriamo che se avremo a che fare con autori validi poi li seguiremo nel loro percorso».