Una canzone di Bernard Herrmann

E cose del “secolo scorso”

(ANSA-DPA)
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Al concerto dei Counting crows a Milano ci siamo divertiti parecchio (e immagino anche voi alle precedenti date italiane) e ripeto grazie a quelli di voi incontrati lì e alle loro parole gentili: Adam Duritz era in gran forma e di ottimo umore, più di ogni altra volta che li avessi visti (e li ho visti ), e la band molto protagonista e allegra.
Il disco dei 1975 che esce questa settimana continua a sembrare promettente , oggi però hanno messo in giro una nuova versione improvvisata di un pezzo di qualche anno fa.
Anche la canzone nuova degli Arctic Monkeys non è male (il disco esce la settimana prossima, invece).
Billboard ha un lungo articolo sul rilancio di un famoso studio di registrazione francese in Provenza, con la collaborazione di Brad Pitt: e in cui tra l’altro pare sia tornata a lavorare Sade .
Nella inquietante – diciamo – serie Dahmer hanno ripescato con grande insistenza il ballatone dai lenti della festa delle medie (le mie medie*) Please don’t go , di KC & the Sunshine band .
Eddie Vedder che fa Just like heaven dei Cure a Las Vegas venerdì scorso.
*No, mi correggo, ho controllato: ero già in prima liceo.

Taxi Driver
Bernard Herrmann

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Sabato ho visto un’automobile con l’autoradio con il frontalino estraibile. E mi fermerò qui per stasera, perché la puntata “secolo scorso” sulle autoradio me la tengo per i prossimi giorni. Ma l’ho citata perché un gancio “secolo scorso” ce l’ho anche stasera, con un’altra coincidenza: ho visto la serie con Jeff Bridges che si chiama The old man (un’altra nel filone “vecchi che la sanno più lunga di tutti”, tipo Top Gun Maverick ), e a un certo punto John Lithgow dice che non va al cinema da così tanto tempo che l’ultima volta per sapere gli orari delle proiezioni aveva guardato sul giornale. Quando stavo a Roma da bambino in effetti li guardavamo su Paese Sera (giornale che non c’è più, e che aveva molte strisce a fumetti, come i quotidiani americani), e mi ricordo tutti quei nomi di cinema romani spariti, ma non mi sfogherò con voi. Un altro modo di sapere cosa davano, e a che ora, era telefonare al cinema: e mi ricordo anche alcuni numeri di telefono dei cinema pisani, ma non mi sfogherò con voi.
Poi in una radio locale pisana c’era un breve programma quotidiano che comunicava le informazioni sui cinema, e la musica di sottofondo era questa: quelle cose che poi ti restano appiccicate tutta la vita.

Ad altri è rimasta appiccicata per motivi più propri, essendo stata la musica di Taxi Driver (io avevo undici anni, e lo vidi molti anni dopo, lo dico come scusante): ovvero, dico per i miei piccoli lettori, un leggendario film di Martin Scorsese con Robert De Niro intorno alla solitudine e alla violenza urbana negli anni Settanta, famoso soprattutto per il personaggio del tassista protagonista e per alcune sue battute . Fu l’ultima colonna sonora che scrisse Bernard Herrmann, che morì poco prima dell’uscita del film: era stato uno dei più ammirati compositori di musiche da film, famoso per quelle di Quarto Potere , di Fahrenheit 451 , della Donna che visse due volte (anche questa , bellissima), di Marnie , di altre per Hitchcock e poi ognuno può aggiungere le sue preferite (nella foto sono, giovani, lui e Orson Welles: con cui fece pure altre cose oltre a Quarto potere ). E tornato molto popolare – magari all’insaputa di chi lo fischietta o ne ha la suoneria del telefono – quando Tarantino mise in Kill Bill quella cosa che sapete tutti.
E se volete, tutta la musica di Taxi Driver è speciale.

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