Un carro armato russo distrutto dall'esercito ucraino nella regione ucraina di Kharkiv (ANSA/EPA/OLEG PETRASYUK)

L’esercito russo continua a ritirarsi

Mentre Putin celebra l’annessione dei territori ucraini occupati, per la Russia le cose sul campo di battaglia vanno piuttosto male

Mercoledì il presidente russo Vladimir Putin ha formalizzato l’annessione delle quattro regioni ucraine parzialmente occupate dall’esercito russo, dove nei giorni scorsi si era tenuto un referendum considerato per lo più illegale perché mancante delle garanzie minime necessarie perché ci fosse un voto corretto e trasparente. Putin ha firmato quattro decreti, oltre a un altro con cui ha dichiarato la centrale nucleare di Zaporizhzhia di proprietà dello stato russo. Questi atti però non rappresentano in alcun modo la realtà di come stiano andando le cose nelle regioni ucraine occupate dalla Russia.

Da giorni, infatti, l’esercito russo si sta gradualmente ritirando da molte città delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, lasciando spazio all’avanzata delle forze ucraine.

Una cosa simile era già successa quando l’Ucraina aveva riconquistato Lyman, un’importante città dell’est dell’Ucraina considerata di strategica importanza perché usata dall’esercito russo come base logistica per le operazioni militari. Nel frattempo l’avanzata ucraina sta continuando anche in altre zone delle regioni orientali occupate dai russi: mercoledì l’esercito ha ottenuto nuove conquiste a Luhansk, che è ancora in gran parte sotto il controllo russo.

Ma la controffensiva ucraina ha fatto notevoli progressi anche a sud, dove finora la Russia era riuscita a mantenere più saldamente il controllo dei territori occupati.

Martedì Roman Saponkov, un importante corrispondente di guerra russo che si trova sul fronte meridionale, ne ha scritto così sul suo canale Telegram: «Amici, so che state aspettando che io commenti la situazione. Ma davvero non so cosa dirvi. La ritirata è catastrofica». Alexander Sladkov, corrispondente del canale televisivo statale Russia 1, ha confermato che negli ultimi giorni l’esercito ucraino ha riconquistato 17 città nella zona di Kherson.

Secondo Saponkov i successi ucraini sarebbero da attribuire soprattutto alla quasi inesistente rotazione dei soldati russi che si trovano a combattere sul fronte meridionale: Saponkov ha scritto che ci sono soldati che combattono incessantemente da mesi senza che arrivino altre forze a dare loro sostegno e che permettano loro di riposare.

Ha anche sostenuto che la “mobilitazione parziale” ordinata da Putin finora non abbia prodotto effetti sul campo, e che i rinforzi promessi non siano mai arrivati. «I miracoli non accadono, non importa quanto eroici possano essere i nostri soldati, se una città è difesa da 15 persone e il nemico le attacca di continuo per sette mesi di seguito, prima o poi quel battaglione perderà efficacia in combattimento».

Il problema principale con la mobilitazione dei riservisti è che molti di quelli che sono stati richiamati hanno bisogno di nuovi addestramenti, che possono richiedere fino a un mese di tempo (anche se ci sono notizie di riservisti mandati a combattere al fronte pochi giorni dopo essere stati richiamati in servizio). Ci sono anche notizie di uomini che sono stati richiamati pur essendo totalmente inadatti a combattere: ciechi, invalidi e troppo anziani, tra gli altri.

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