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  • Mercoledì 5 ottobre 2022

Secondo gli Stati Uniti l’attentato a Darya Dugina sarebbe stato ordinato dall’Ucraina

Lo dicono le agenzie dell'intelligence statunitense, che hanno criticato la presunta operazione

Un ritratto di Darya Dugina durante una commemorazione a Mosca, 23 agosto (AP Photo/ Dmitry Serebryakov)
Un ritratto di Darya Dugina durante una commemorazione a Mosca, 23 agosto (AP Photo/ Dmitry Serebryakov)

Secondo le agenzie di intelligence degli Stati Uniti l’attentato in cui lo scorso agosto è stata uccisa la giornalista russa Darya Dugina, figlia di Alexandr Dugin, politico e filosofo dell’estrema destra russa, sarebbe stato ordinato dall’Ucraina. Subito dopo l’attentato l’agenzia federale dei servizi segreti russi (FSB), aveva incolpato le agenzie di intelligence ucraine per l’attentato: l’Ucraina però aveva sempre negato ogni coinvolgimento e continua a farlo. Secondo l’intelligence americana, operazioni come quella che ha provocato la morte di Dugina esporrebbero l’Ucraina al rischio di subire a sua volta attacchi simili o di portare a un aggravamento del conflitto.

Dugina morì lo scorso 20 agosto poco fuori Mosca a causa dell’esplosione di una bomba che era stata messa sull’auto su cui viaggiava. Alcuni funzionari dell’intelligence statunitense che hanno parlato con il New York Times in forma anonima hanno detto che secondo le agenzie l’operazione per assassinare Dugina sarebbe stata ordinata da un non meglio specificato organo del governo ucraino. Alcuni funzionari sospettano inoltre che l’obiettivo reale dell’attacco fosse Aleksandr Dugin e ritengono che le persone che avevano compiuto l’attentato fossero convinte che si trovasse nell’auto con la figlia.

I funzionari non hanno fornito molti altri dettagli sulla presunta operazione e non hanno nemmeno specificato se, in base alle ricostruzioni delle agenzie, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ne fosse a conoscenza.

Hanno però specificato che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti non sono state coinvolte in alcun modo nell’attentato, non hanno fornito alcun tipo di assistenza all’Ucraina e non erano a conoscenza dell’operazione prima che fosse compiuta: diversamente, avrebbero sconsigliato all’Ucraina di procedere, hanno detto i funzionari al New York Times. Gli Stati Uniti hanno anche rimproverato l’Ucraina per l’attentato e si sono lamentati per la scarsa trasparenza nella condivisione delle informazioni di intelligence, hanno raccontato. Non è chiaro quale organo o rappresentante del governo americano abbia rimproverato chi.

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Per quanto attacchi contro persone di rilievo possano avere poche conseguenze nello svolgimento globale della guerra, secondo l’intelligence americana hanno un grande valore simbolico. La preoccupazione degli Stati Uniti è che possano pertanto provocare il governo russo e spingerlo a organizzare attentati simili per uccidere personalità importanti dell’Ucraina, hanno detto i funzionari delle agenzie.

In un’intervista al New York Times, Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha negato di nuovo il coinvolgimento dell’Ucraina nell’assassinio di Dugina. Podolyak ha detto che una persona come lei «non è un obiettivo tattico o strategico per l’Ucraina» e ha aggiunto che al momento l’Ucraina ha «altri obiettivi», ma sul proprio territorio: tra questi ha citato in particolare collaborazionisti o membri dell’esercito russo, «ma sicuramente non Dugina».

Nata nel 1992 e laureata in filosofia, Darya Dugina era una giornalista di discreta notorietà in Russia. Nei mesi precedenti alla morte era stata una convinta sostenitrice dell’invasione russa in Ucraina e aveva anche ricevuto sanzioni da Stati Uniti e Regno Unito per aver diffuso disinformazione sulla guerra. Alexandr Dugin invece è una delle personalità più importanti dell’estrema destra ultra-nazionalista russa: spesso i giornali occidentali si sono riferiti a lui come “l’ideologo di Putin”, con riferimento alla presunta influenza dei suoi scritti sul presidente russo. Nel 2015 era stato sanzionato dagli Stati Uniti per il suo presunto ruolo nell’invasione russa della Crimea: da anni scrive della necessità che la Russia si affermi nel mondo in modo più deciso e aggressivo ed è a sua volta uno dei più noti sostenitori dell’invasione russa dell’Ucraina.