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  • Venerdì 30 settembre 2022

Il piano della Germania per contrastare l’aumento del costo dell’energia

Vale 200 miliardi di euro e dovrebbe garantire che l'aumento del prezzo del gas non ricada sulle famiglie e sulle imprese tedesche

Il cancelliere Olaf Scholz, al centro, il ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck, a sinistra, e quello delle Finanze, Christian Lindner (EPA/FILIP SINGER)
Il cancelliere Olaf Scholz, al centro, il ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck, a sinistra, e quello delle Finanze, Christian Lindner (EPA/FILIP SINGER)
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Giovedì il governo tedesco ha presentato un enorme piano da circa 200 miliardi di euro che punta a contrastare l’aumento del costo dell’energia e il conseguente aumento delle bollette per le famiglie e aziende. Le misure previste serviranno di fatto a garantire che il prezzo del gas sul mercato interno tedesco – quello che determina l’importo delle bollette, per intenderci – rimanga fisso anche se i fornitori tedeschi acquisteranno il gas sul mercato internazionale a un prezzo molto maggiore, condizionato per esempio dalle politiche del governo russo. In altre parole: il governo tedesco interverrà dando ai fornitori di gas la differenza tra la cifra a cui loro hanno acquistato il gas sul mercato estero e quella a cui lo hanno venduto nel mercato interno. In questa maniera lo stato si farà carico di eventuali aumenti nel prezzo del gas, che però ricadranno solo in maniera limitata su famiglie e imprese.

Il nuovo piano tedesco è il risultato di un compromesso non semplice tra i tre partiti al governo, ed è stato presentato da un rappresentante per ciascuno dei tre: il cancelliere Olaf Scholz, del Partito Socialdemocratico, il ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck, dei Verdi, e il ministro delle Finanze Christian Lindner, del Partito Liberaldemocratico. È stato annunciato in una conferenza a Berlino in cui Scholz era presente solo in video perché è ancora in isolamento dopo essere stato contagiato dal coronavirus.

La questione è politicamente molto delicata perché il piano sarà finanziato emettendo un’enorme quantità di nuovo debito, fino a 200 miliardi di euro: tra gli altri, Lindner insiste da tempo affinché la Germania rispetti i limiti al debito stabiliti dalla Costituzione. Il timore di Lindner è quello di alimentare ulteriormente l’inflazione, che in Germania è attualmente salita al 10 per cento, la più alta degli ultimi 70 anni.

Si è trovato un compromesso separando i 200 miliardi di euro dalla regolare gestione del bilancio e legandoli al fondo speciale che era stato creato per aiutare le aziende a superare la crisi dovuta al coronavirus. Lindner ha detto che è stato fatto per mandare un segnale ai mercati e insistere sul fatto che la politica fiscale tedesca continuerà ad avere come obiettivi la stabilità e la sostenibilità. In questo modo, ha aggiunto, non si dovrebbe alimentare ulteriormente l’inflazione. Anche perché il piano dovrebbe agire sulla componente che sta maggiormente causando l’aumento dei prezzi, cioè i rincari dell’energia.

In un commento inviato a Politico, la Corte dei Conti federale tedesca ha comunque molto criticato la manovra proprio per il modo in cui ha aggirato le norme sul debito.

Scholz ha definito il pacchetto uno «scudo di difesa economica» necessario a superare «questo periodo difficile», e che «il governo tedesco farà di tutto per far scendere i prezzi».

Prima di questo piano, il governo aveva espresso l’intenzione di aiutare i fornitori a sostenere l’aumento del costo del gas con una tassa a carico dei clienti, cioè delle famiglie e delle aziende che pagano le bollette. Quella misura, che era stata fortemente contestata, sarebbe dovuta entrare in vigore sabato primo ottobre, e Scholz ha detto che ora sarà definitivamente abbandonata.

Tra le nuove misure, che resteranno in vigore fino a marzo o aprile del 2024, ci sarà invece una tassa per le aziende fornitrici di energia che non sono state particolarmente colpite dall’aumento del costo del gas, e che anzi stanno facendo inaspettati profitti proprio per questa situazione.

Durante la conferenza i rappresentanti del governo tedesco hanno parlato esplicitamente di queste misure come una risposta alle azioni della Russia, che negli ultimi mesi ha tagliato le forniture di gas naturale ai paesi dell’Unione Europea in vari modi, costringendoli ad acquistarlo a un prezzo più alto sul mercato da altri esportatori.

Il gas naturale è una parte fondamentale dell’approvvigionamento energetico dei paesi: viene usato sia per produrre energia che nel riscaldamento degli edifici, oltre che in molte cucine. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina i paesi dell’Unione Europea contavano molto sull’acquisto di gas russo: ora hanno unanimemente deciso di ridurre i loro consumi del 15 per cento per far fronte all’attuale emergenza.

La Germania era inoltre tra i paesi europei quello che dipendeva maggiormente dal gas russo: prima dell’invasione dell’Ucraina importava più della metà del gas che usava dalla Russia e progettava di importarne di più attraverso un nuovo gasdotto.