Salvini dice di avere cambiato idea su Putin

«Perché quando qualcuno inizia a invadere, bombardare, inviare carri armati in un altro paese, beh, tutto cambia», ha detto il leader della Lega a Bloomberg

Matteo Salvini e Vladimir Putin, durante una visita del presidente russo in Italia, nel 2019
(ANSA/TWITTER/MATTEO SALVINI)
Matteo Salvini e Vladimir Putin, durante una visita del presidente russo in Italia, nel 2019 (ANSA/TWITTER/MATTEO SALVINI)

Lunedì il leader della Lega Matteo Salvini è stato intervistato dal sito di informazione Bloomberg e ha parlato tra le altre cose del suo rapporto con la Russia e con il presidente Vladimir Putin. Salvini, che nel corso degli anni è stato un grande estimatore di Putin e uno strenuo difensore delle politiche del presidente russo, ha detto a Bloomberg di aver cambiato idea negli ultimi mesi, dopo l’inizio della guerra in Ucraina:

«La mia opinione su Putin è sicuramente cambiata durante la guerra, perché quando qualcuno inizia a invadere, bombardare, inviare carri armati in un altro paese, beh, tutto cambia»

È un notevole cambiamento per Salvini, che aveva difeso Putin anche dopo l’invasione russa della Crimea e nonostante le misure sempre più repressive imposte dal regime a dissidenti e stampa. Salvini negli anni aveva inoltre elogiato Putin più volte, indicandolo come punto di riferimento per i paesi dell’Unione Europea.

Nel 2018 aveva anche fatto gli auguri al presidente russo per la sua rielezione, mentre in precedenza aveva detto di preferirlo alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In passato la Lega stessa aveva avuto stretti legami con il governo russo, firmando tra le altre cose un accordo con il partito di Putin, Russia Unita. C’è anche un’indagine, ancora in corso, su un presunto tentativo di finanziamento illecito di 65 milioni di euro: è la cosiddetta trattativa del Metropol, l’hotel di Mosca dove nell’ottobre del 2018 Gianluca Savoini, collaboratore del segretario della Lega, avrebbe incontrato alcuni cittadini russi per ottenere da loro fondi illeciti che sarebbero dovuti andare al partito.

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