Gareth Thomas e il principe Harry a Twickenham nel 2019 per una campagna di sensibilizzazione sull'HIV (Chris Jackson/Getty Images)

Le accuse all’ex rugbista Gareth Thomas

Fu un simbolo del Galles e tra i primi atleti famosi a fare coming out, ora l'ex compagno dice che gli tenne nascosto di avere l'HIV e che lo contagiò

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Ad agosto Gareth Thomas, uno dei rugbisti più noti tra gli anni Novanta e Duemila, ex capitano del Galles e campione d’Europa con il Tolosa, è stato accusato da un suo ex compagno di avergli trasmesso ingannevolmente l’HIV, il virus che può causare l’AIDS. Da allora la notizia sta trovando ampi spazi sulla stampa britannica, per la notorietà di Thomas — che dopo il ritiro è diventato un personaggio televisivo — e per le vicende che già in passato lo hanno coinvolto.

Ian Baum, l’ex compagno, sostiene che Thomas gli abbia nascosto la sua sieropositività e non abbia mai fatto nulla per assicurarsi di non trasmettergli il virus. Baum se ne sarebbe reso conto solo dopo aver trovato una confezione di farmaci antiretrovirali prescritti a Thomas, e dopo essere risultato positivo lui stesso all’HIV nei test effettuati nel 2014.

Baum accusa Thomas di avergli provocato «gravi lesioni fisiche e psicologiche» e chiede un risarcimento di 150 mila sterline. Di recente Thomas ha risposto alle accuse scrivendo: «Da quando sono emerse queste accuse infondate, ho sopportato una valanga di abusi, sia online che di persona. Mi hanno sputato addosso per strada e augurato la morte. Ma mi sento sicuro della mia posizione, e la mia difesa parla da sé».

Prima di rispondere alle accuse, Thomas aveva anche esordito dicendo: «Dopo essere stato ricattato e perseguitato dai media per rivelare la mia sieropositività, tre anni fa fui costretto a parlarne pubblicamente. Ora, per le stesse ragioni, sono costretto a farmi avanti di nuovo».

Nel 2009 fu il primo rugbista professionista in attività, e anche uno dei primi sportivi con una certa fama, a dichiarare pubblicamente la sua omosessualità. Lo fece dopo anni di titubanza, nei quali peraltro aveva divorziato dalla moglie. Continuò a giocare ancora per qualche anno, poi smise e iniziò ad apparire in televisione, attirando su di sé commenti e insulti omofobi. Nel 2018 pubblicò inoltre un video in cui appariva con delle escoriazioni sul volto causate da un’aggressione omofoba subita a Cardiff.

L’anno successivo, con un altro video, rivelò pubblicamente di essere positivo all’HIV in forma non contagiosa dopo averlo tenuto segreto per anni. Disse: «Mi sono vergognato e tenere questo segreto è stato pesante. Avevo paura che la gente mi giudicasse e mi trattasse come un appestato. Sono stato male, ho avuto pensieri suicidi. Ho pensato di buttarmi da una scogliera. Dovevo solo scegliere la via d’uscita più facile, ma poi ho fatto i conti con la realtà».

Si attivò per sensibilizzare l’opinione pubblica a riguardo fin da subito: il giorno dopo la pubblicazione del video partecipò a una gara di Ironman a Tenby, in Galles, che riuscì a finire nonostante alcuni momenti di crisi, anche grazie al sostegno del pubblico. Successivamente rivelò di essere stato costretto a parlare in pubblico della sua positività perché un giornale britannico venuto a conoscenza della notizia l’aveva riferita ai suoi genitori, che ancora non sapevano nulla.

Prima che accadesse tutto questo, la relazione fra Thomas e Baum era continuata anche dopo la scoperta della positività da parte di quest’ultimo. Baum sostiene inoltre che per il resto della loro relazione, poi conclusa, Thomas adottò «comportamenti coercitivi e di controllo» nei suoi confronti al fine di evitare che la sua condizione venisse scoperta. A queste accuse, Thomas ha risposto dicendo: «Sono orgoglioso di quello che sono. Sono tutt’altro che perfetto, ma anche lontano da come vengo descritto».

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