La nuova, vecchia idea di un ministero a Milano

L'ha proposta Salvini ripescando una vecchia proposta della Lega: la città è interessata, ma non è detto che se ne farà qualcosa

(DANIEL DAL ZENNARO/ANSA)
(DANIEL DAL ZENNARO/ANSA)
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Durante il dibattito fra i leader dei principali partiti politici che si è tenuto domenica a Cernobbio, in provincia di Como, il segretario della Lega Matteo Salvini ha proposto di aprire a Milano la sede di un «ministero per l’intelligenza artificiale, dell’innovazione e della digitalizzazione». Concretamente si tratterebbe di spostare da Roma gli uffici del ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, che attualmente è Vittorio Colao.

L’idea di trasferire alcuni ministeri al Nord è una proposta storica della Lega, avanzata soprattutto negli anni in cui la promozione degli interessi del settore produttivo del Nord era maggiormente centrale nel suo programma. Nel 2011, nei mesi finali dell’ultimo governo guidato da Silvio Berlusconi, aveva anche inaugurato gli uffici di alcuni ministeri a Monza, mai entrati davvero in funzione. Il fatto che Salvini riproponga una proposta del genere si spiega probabilmente col fatto che siamo in campagna elettorale – ogni giorno emergono decine di proposte simili, a metà fra l’idea originale e la provocazione – e che Salvini a detta di varie ricostruzioni stia cercando di riguadagnare qualche credito fra imprenditori e manager del Nord.

L’idea comunque è stata presa decisamente sul serio da parecchie persone che contano, a Milano. Il sindaco Beppe Sala ha scritto su Facebook che sarebbe «lieto di discuterne con chi fosse veramente determinato a perseguire tale via e non solo a non farne argomento di campagna elettorale». L’economista e candidato del Partito Democratico a Milano, Carlo Cottarelli, l’ha definita «un’idea non sbagliata». Si sono detti favorevoli, a certe condizioni, anche i rettori di Politecnico e Università degli Studi, così come la sezione milanese di Confindustria.

La Fondazione che gestisce i locali della vecchia Fiera ha fatto sapere di potere «offrire in poco tempo una casa adeguata e all’altezza», mentre l’amministratore delegato di Arexpo, la società che gestisce gli spazi su cui si tenne l’esposizione universale del 2015, sostiene che «il luogo ideale» per ospitare il ministero dell’Innovazione sia MIND, il nuovo enorme distretto dell’innovazione che si sta sviluppando su quei terreni.

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In realtà in tutta Italia esistono già uffici e dipartimenti che sono emanazioni del governo centrale: le prefetture cittadine sono organi periferici del ministero dell’Interno, così come le Soprintendenze lo sono del ministero della Cultura. Certo, trasferire la sede di un ministero sarebbe un’operazione diversa. Ma in Europa è piuttosto raro che le sedi dei ministeri centrali abbiano sede fuori dalla capitale. Avere le sedi governative concentrate in una sola città ha degli indubbi vantaggi pratici. Una delle poche eccezioni è il ministero degli Esteri francese, che ha una sede centrale a Parigi e una secondaria a Nantes, in Bretagna, dove sono concentrate ben poche funzioni: oggi ospita soprattutto gli archivi delle vecchie corrispondenze diplomatiche.

Il tentativo della Lega nel 2011 aveva un obiettivo simile: aprire sedi secondarie dei ministeri di Economia, Riforme e Turismo a Villa Reale, un palazzo realizzato a Monza nel Settecento dagli Asburgo, durante la loro dominazione della Lombardia e del Veneto.

Gli uffici vennero inaugurati il 23 luglio del 2011 con una nutrita presenza di ministri del governo Berlusconi. Alcune stanze della Cavallerizza della Villa, in tutto un centinaio di metri quadri, erano stati riadattati a uffici con tanto di sedie e scrivanie. In alcune stanze accanto al ritratto istituzionale dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si trovava anche quello di Umberto Bossi, che allora era il segretario della Lega. Gli uffici di Monza non entrarono mai in funzione. A fine ottobre il Tribunale di Roma annullò i decreti con cui erano stati istituiti per condotta antisindacale: il governo non aveva avvertito per tempo i sindacati dei dipendenti pubblici della sua decisione.

Il governo Berlusconi cadde nel novembre del 2011, e i suoi successori non hanno mai ripreso in mano la questione. Nel frattempo nel 2012 i locali degli ex uffici erano diventati la biglietteria e la caffetteria della Villa. «Quella dei ministeri era proprio una buffonata, la città non ha perso niente» commentò il sindaco di allora, Roberto Scanagatti.

Il senatore leghista Roberto Calderoli negli uffici dei ministeri a Monza (ANSA/RADAELLI)

La decisione di aprire alcuni uffici dei ministeri a Monza aveva anche creato un discreto scontro istituzionale. L’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrisse una lettera a Berlusconi sostenendo che l’apertura degli uffici violasse l’articolo 114 della Costituzione, che fra le altre cose prescrive che «Roma è la capitale della Repubblica». Esiste anche una legge approvata nel 1871 e mai abrogata che indica Roma come capitale dello Stato e sede del governo.

Per spostare un ministero a Milano, come chiede Salvini, servirebbe quindi una norma apposita per superare quella del 1871, e forse anche una solida giustificazione per farlo. Per via dell’articolo 114, ha scritto il sito di fact checking Pagella Politica, «anche una legge che stabilisca lo spostamento dei ministeri rischierebbe il contrasto con la Costituzione».