• Mondo
  • Venerdì 2 settembre 2022

Il G7 si è accordato per mettere un limite al prezzo del petrolio russo

Non se ne conosce ancora l'entità, ma affinché sia efficace è necessario che partecipino gli importatori più grossi, come l'India

(AP Photo/Martin Meissner, File)
(AP Photo/Martin Meissner, File)
Caricamento player

Venerdì i ministri delle Finanze dei paesi del G7, cioè l’organo informale che riunisce sette delle democrazie più industrializzate al mondo, hanno trovato un accordo per mettere un limite al prezzo del petrolio russo (price cap). L’iniziativa fa parte del più ampio tentativo dei paesi occidentali di punire la Russia per l’invasione dell’Ucraina e limitare la sua principale fonte di finanziamenti, ossia l’esportazione di gas e petrolio.

Nel comunicato congiunto con cui i paesi hanno annunciato l’accordo, c’è scritto che si vuole «introdurre un divieto completo dei servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa a livello globale», a meno che il greggio e i prodotti raffinati non siano acquistati a un prezzo pari o inferiore al price cap deciso dai paesi stessi. Il valore fissato non è stato ancora comunicato, ma i ministri del G7 hanno fatto sapere che sarà più alto dei costi di produzione, per garantire comunque un margine di guadagno alla Russia.

Come scrive il Financial Times, l’accordo rappresenta una vittoria politica soprattutto per gli Stati Uniti, che avevano proposto un limite al prezzo del petrolio russo già mesi fa incontrando però resistenza in alcuni paesi europei. Nel G7 ci sono Italia, Francia, Germania e Regno Unito, oltre a Giappone, Canada e Stati Uniti.

Sull’accordo raggiunto c’è qualche scetticismo. Innanzitutto, perché per essere davvero efficace è necessario che partecipino anche altri paesi, in particolare i più grandi importatori di petrolio russo, cioè la Cina e l’India: Bloomberg scrive che le industrie indiane temono di rimetterci e di perdere la possibilità di acquistare petrolio russo a prezzi vantaggiosi, perciò non è scontato che l’India accetti di far parte dell’accordo.

Un secondo motivo di scetticismo è legato al fatto che la Commissione Europea vorrebbe adottare l’accordo, ma per farlo deve convincere i paesi europei a modificare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia: perché prevedono il blocco totale delle importazioni di petrolio russo via mare, mentre l’accordo raggiunto dal G7 permette agli importatori di sottoscrivere una copertura assicurativa sul carico e un servizio di trasporto via mare, purché rispettino il limite al prezzo. Non è scontato che tutti i paesi membri siano d’accordo a modificare le sanzioni: la Commissione spera di convincerli e rendere effettivo l’accordo dal prossimo 5 dicembre, data in cui inizia il blocco delle importazioni del petrolio russo deciso dalle ultime sanzioni.

Inoltre, tracciare il prezzo del carico di un cargo non è sempre facile, perciò è probabile che le compagnie assicurative non concederanno coperture nel caso in cui non sia chiaro il rispetto dei termini e del prezzo del carico.

Commentando l’accordo, il portavoce del governo russo Dmitri Peskov l’ha definito «assurdo» e ha detto che potrebbe «destabilizzare significativamente il mercato petrolifero». Giovedì la Russia aveva minacciato di interrompere la vendita di petrolio a qualsiasi paese che avesse adottato un meccanismo basato sul price cap.

– Leggi anche: Le aziende stanno già razionando il gas