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  • Giovedì 1 settembre 2022

Quando gli amici e i famigliari dei calciatori diventano un problema

Storie simili a quella che sta riguardando Paul Pogba non sono così rare, anche in Italia

Paul Pogba con il fratello Mathias e la madre Yeo Moriba dopo la vittoria del Mondiale 2018 (Getty Images)
Paul Pogba con il fratello Mathias e la madre Yeo Moriba dopo la vittoria del Mondiale 2018 (Getty Images)
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Il caso del calciatore francese della Juventus Paul Pogba, che ha recentemente denunciato un tentativo di estorsione da parte del fratello Mathias, è un esempio di come nel mondo del calcio famigliari, amici e conoscenti possano talvolta diventare un problema per i giocatori. Pogba sostiene che, rientrato lo scorso marzo nella zona di Parigi per una gara della nazionale, fu raggiunto da amici d’infanzia che in presenza di uomini armati gli chiesero 13 milioni per la “protezione” ricevuta durante la carriera. Da quel momento è cominciata una vicenda di minacce e accuse via social.

Il quotidiano francese Le Monde giovedì ha analizzato i casi più famosi in cui il cosiddetto entourage di un calciatore è finito al centro di questioni con risvolti legali: Pogba non è il solo, anche fermandosi ai giocatori di alto livello in Francia. E in Italia sono stati segnalati altri casi, diversi ma dello stesso tenore. Quelli arrivati a un’effettiva disputa legale, poi, sono con ogni probabilità una minima parte: più spesso le liti e le accuse portano semplicemente alla rottura dell’amicizia o all’allontanamento dalla cerchia del giocatore.

Il concetto di entourage, molto utilizzato dai media sportivi ma anche dagli addetti ai lavori, può essere ampio: comprende in linea di massima tutti gli uomini e le donne che accompagnano e consigliano i giocatori, o si occupano delle loro questioni pratiche e dei loro interessi economici.

Il nucleo centrale è spesso costituito da famigliari e amici d’infanzia, ma nel corso della carriera si possono aggiungere “specialisti” di vario genere: dai fisioterapisti personali, che si aggiungono a quelli delle squadre, ai gestori delle abitazioni e delle numerose automobili, da chi tiene i rapporti con i media a chi organizza serate e vacanze. Per le questioni più rilevanti, come le firme di contratti o le sponsorizzazioni, quasi sempre i calciatori si affidano a professionisti, procuratori e agenti, ma per tutte le altre (o anche per le relazioni con tali professionisti) delegano ad amici, parenti e conoscenti. In molti casi è una soluzione adottata dai calciatori per fornire uno stipendio a persone care, che spesso acquisiscono esperienza solo col tempo, e che talvolta per la mancanza di competenze combinano qualche guaio.

Possono essere anche gli stessi famigliari a svolgere le funzioni di agenti: è il caso dei padri di Lionel Messi e Neymar del PSG (due fra i migliori giocatori al mondo) e di Eden Hazard del Real Madrid, della madre di Adrien Rabiot della Juventus, o di Wanda Nara, moglie dell’ex interista Mauro Icardi. Il romanista Paulo Dybala ha scelto come procuratore un amico di famiglia, che in Argentina ha alcune concessionarie di automobili.

I giocatori di alto livello sono spesso ragazzi molto giovani che si trasferiscono in città o paesi diversi in modo improvviso: non hanno particolari appoggi o legami, ma una grande disponibilità economica. A volte vogliono ricostruire i rapporti che avevano nei luoghi in cui sono cresciuti nella nuova città, facendo trasferire famigliari e amici e affidando loro compiti diversi. O anche nessun compito, se non quello di essergli vicini e condividere parte della “fortuna” che gli è capitata o che si sono guadagnati. Paul Pogba ha raccontato agli investigatori che hanno raccolto la sua denuncia di essere stato minacciato per non aver “restituito” agli amici d’infanzia una parte dei suoi grandi guadagni economici.

Non sempre gli entourage creano problemi, spesso sono solo molto numerosi, contribuendo a far dilapidare velocemente le grandi somme guadagnate. Adriano, attaccante brasiliano che ha giocato con Parma, Fiorentina, Roma e soprattutto Inter, qualche anno fa raccontò a Players’ Tribune: «Mi ricordo quando tutta la mia famiglia veniva a trovarmi da Rio e quando dico tutta la famiglia intendo la mia famiglia, alla brasiliana. Non stiamo parlando di mamma e papà, stiamo parlando di 44 persone! Cugini, zie, zii, i miei amici. Il presidente Moratti noleggiò un bus per farli spostare».

Ma alcuni dirigenti sportivi sentiti da Le Monde hanno raccontato di aver subito minacce da “amici” dei giocatori per questioni legate al calciomercato o di aver scartato l’acquisto di alcuni calciatori dopo aver verificato che il loro entourage era problematico e potenzialmente pericoloso.

In alcuni occasioni poi i rapporti evolvono in aperte rotture con accuse pubbliche, come nel caso dei fratelli Pogba, che fino a pochi mesi fa mostravano una immagine di gruppo molto unito, oppure in cause legali.

Il caso più celebre è quello di Karim Benzema, attaccante francese del Real Madrid, coinvolto dall’amico d’infanzia Karim Zenati in un caso di ricatto a sfondo sessuale nei confronti di un suo ex compagno di squadra, Mathieu Valbuena. Zenati, che si occupava di comprare e rivendere le auto dell’amico cresciuto con lui nella periferia di Lione, nel 2015 era venuto in possesso di un video privato di Valbuena e, tramite Benzema, gli aveva chiesto una somma per non diffonderlo. Benzema è stato condannato a un anno con la condizionale e per questo scandalo non è stato convocato per molti anni nella nazionale francese. Nello spiegare il suo rapporto con Zenati ha detto: «È mio amico da quando siamo piccoli, come un fratello, io ho avuto successo nella vita, è giusto che lo condivida con lui».

Mathieu Valbuena e Karim Benzema con la Francia nel 2014 (AP Photo/David Vincent, File)

Un altro caso segnalato da Le Monde è quello di N’Golo Kanté, giocatore della nazionale francese e del Chelsea, che denunciò un amico d’infanzia e suo consigliere d’immagine per “truffa ed esercizio illegale della professione di agente sportivo” dopo che questi aveva raggirato lui e alcuni suoi famigliari. Emmanuel Adebayor, attaccante togolese che giocò nell’Arsenal, ha raccontato che a inizio carriera i due fratelli maggiori lo avevano svegliato una notte e minacciato con un coltello accusandolo di essersi “dimenticato” di pensare alla famiglia. E il meno noto Abdelmalek Cherrad, algerino ex del Nizza, era sparito per qualche giorno nel 2004 dopo aver scoperto che il fratello gli aveva sottratto tutti i soldi che aveva in banca.

In Italia nel maggio 2021 il padre di Gianluca Scamacca, attaccante oggi al West Ham, fece irruzione con una mazza da baseball nel centro sportivo della Roma, danneggiando le auto di alcuni dirigenti e insultandone altri, per motivi mai pienamente chiariti ma probabilmente legati al denaro che l’uomo chiedeva, non si sa a quale titolo. Scamacca nei giorni successivi spiegò di avere pochi rapporti con il padre e la sua famiglia.

Alessandro Gamberini, ex giocatore e oggi vice allenatore del Vicenza, ha raccontato di essere stato truffato dal suo migliore amico. Filippo Paoli e il fratello Alessio gli sottrassero 1 milione e 600 mila euro, facendogli firmare carte per falsi investimenti. Gamberini ha detto in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: «Era uno dei tanti parassiti che girano in questo mondo, noi calciatori siamo dei polli. Entriamo in una giostra da ragazzi ma non sappiamo come gira, non sappiamo gestire certi investimenti».

Non tutte le potenziali minacce si presentano sotto forma di amici o famigliari, ma sono numerosi i casi di truffatori fra presunti professionisti, come il consulente finanziario arrestato nel 2021 in Indonesia e morto a giugno in un incidente stradale: raggirò fra gli altri Antonio Conte e Marcello Lippi .

Il brasiliano Adriano dopo essere stato ascoltato dalla polizia nel 2010 (AP Photo/Felipe Dana, File)

Il brasiliano Adriano invece non ha mai denunciato o rinnegato i suoi amici d’infanzia, ma i suoi legami con alcuni di loro, e i rapporti di questi con bande criminali di Rio de Janeiro, ne hanno condizionato in parte la carriera: Adriano ha avuto problemi con l’alcol, è stato coinvolto in indagini della polizia e pare aver speso in pochi anni le grandi somme guadagnate con il calcio.