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  • Mercoledì 3 agosto 2022

Vedere i draghi di Komodo è diventato più costoso

Il governo dell’Indonesia ha deciso un grosso aumento dei biglietti del parco in cui si trovano, provocando le proteste dei lavoratori locali

(Yuli Seperi/ Sijori Images/ ZUMAPRESS.com, ANSA)
(Yuli Seperi/ Sijori Images/ ZUMAPRESS.com, ANSA)
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In Indonesia centinaia di lavoratori del settore turistico hanno organizzato uno sciopero per protestare contro un ingente aumento del costo del biglietto per vedere i famosi draghi di Komodo, le grosse lucertole simili a dinosauri che attraggono ogni anno decine di migliaia di turisti da tutto il mondo. Il governo indonesiano sostiene che l’aumento sia necessario per tutelare l’habitat degli animali e proteggerli dalla presenza massiccia di visitatori. Secondo i lavoratori del settore, però, la decisione scoraggerà molti turisti a visitare il parco, mettendo in crisi l’economia di una delle regioni più povere del paese, che si sostiene in larga parte proprio sul turismo.

I draghi di Komodo possono pesare fino a 90 chili e raggiungere i tre metri di lunghezza; sono rettili noti per il loro aspetto preistorico e le loro abitudini sedentarie. Circa 3.300 esemplari di queste grosse lucertole vivono nel parco nazionale di Komodo, un’area protetta che si estende per più di 2mila chilometri quadrati principalmente sulle isole di Rinca, Komodo e Padar, nella parte centrale dell’arcipelago indonesiano. Nel 2019, prima della pandemia da coronavirus, il parco aveva attirato 220mila visitatori proprio per la presenza di questi animali.

Da lunedì il costo dell’ingresso per visitare le isole principali del parco è passato da 200mila rupie indonesiane, l’equivalente di circa 13 euro, a 3,75 milioni di rupie, poco meno di 250 euro: quasi 19 volte rispetto a prima. Circa 700 lavoratori impiegati nel settore turistico hanno organizzato uno sciopero, sostenendo che l’aumento sarà un duro colpo per il turismo locale.

Alcuni video mostrati dai media locali o diffusi sui social network mostrano le immagini degli scontri tra i manifestanti e la polizia, in alcuni casi violenti. Il Jakarta Post scrive che varie persone che stavano partecipando alle proteste sono state arrestate.

Secondo l’associazione nazionale che raggruppa le strutture turistiche e le agenzie di viaggi, migliaia di visitatori internazionali e indonesiani che avevano in programma di visitare il parco hanno già annullato il loro viaggio a causa dell’aumento del prezzo dei biglietti. Ignasius Suradin, il responsabile dell’associazione, ha detto all’agenzia di stampa Antara che con i nuovi prezzi ci sono già state perdite per l’equivalente di circa 100 milioni di euro, che si aggiungono all’enorme crisi vissuta dal settore negli ultimi due anni.

Nell’agosto del 2019, prima della pandemia, il governo indonesiano aveva detto di voler chiudere ai turisti l’isola di Komodo per proteggere gli animali dal grande numero di turisti e, allo stesso tempo, per provare a ridurre il bracconaggio e favorire il ripopolamento dei draghi di Komodo e delle loro prede abituali, tra cui cervi, cinghiali e bufali. Il piano prevedeva di riaprire successivamente l’isola come destinazione esclusiva, con ingressi limitati e regolamentati. Poche settimane dopo il governo aveva cambiato idea e cancellato il piano, sostenendo che gli animali non fossero davvero minacciati dal grande numero di turisti e aggiungendo che il numero dei draghi di Komodo a Komodo era «rimasto relativamente stabile dal 2002 al 2019».

Adesso il ministro del Turismo indonesiano, Sandiaga Uno, ha invitato i manifestanti ad avviare discussioni con il governo. Il presidente della regione, Viktor Laiskodat, ha detto che il biglietto sarà comunque aumentato, nonostante le proteste.

– Leggi anche: I draghi di Komodo sono tipi sedentari