Sono almeno 15 le persone morte durante le proteste contro la missione di pace dell’ONU nella Repubblica Democratica del Congo
Sono almeno 15 le persone morte durante le proteste contro le forze di pace della missione MONUSCO delle Nazioni Unite nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Secondo quanto ha comunicato un portavoce dell’ONU, le persone uccise sarebbero 12 civili e tre addetti impegnati nella missione delle Nazioni Unite, da anni presente nel paese, tormentato da violenti conflitti tra oltre un centinaio di gruppi ribelli.
Le prime manifestazioni erano state organizzate lunedì a Goma, vicino al confine con il Ruanda, dove alcuni gruppi di persone contrarie alla presenza delle forze di pace di MONUSCO avevano cominciato a protestare, ritenendo la missione inefficiente e inutile nel fermare le violenze in città. Martedì le proteste erano diventate violente e si erano estese a Butembo, circa 150 chilometri più a nord, dove sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco un soldato dell’ONU e due poliziotti che stavano collaborando con la missione.
Secondo le autorità locali negli scontri a Goma sarebbero state ferite almeno 50 persone, e ci sarebbe un numero imprecisato di feriti anche a Butembo.
La missione MONUSCO conta circa 18mila persone, tra cui 12mila soldati. Secondo vari osservatori, negli ultimi anni non ha ottenuto particolari risultati nel ridurre le violenze e i conflitti tra i gruppi ribelli, che in molti casi hanno avuto la loro origine nel corso della seconda guerra del Congo, terminata nel 2003 dopo avere coinvolto numerosi altri paesi africani e causato nel complesso la morte di oltre 5 milioni di persone.