Non ci sono più gli odori di una volta

Ma un gruppo di ricerca internazionale sta lavorando per ricrearne alcuni, sfruttando documenti visivi e testuali dei secoli passati

Un laboratorio di profumi nel 1923 (Topical Press Agency/Getty Images)
Un laboratorio di profumi nel 1923 (Topical Press Agency/Getty Images)
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Un gruppo di ricercatori e ricercatrici nel campo della chimica e della storia ha portato avanti un lavoro lungo più di due anni per isolare e riprodurre alcuni odori del passato, associati a particolari momenti e luoghi della storia europea. Il progetto si chiama Odeuropa e ci lavorano esperti di “estrazione sensoriale” con l’obiettivo di tutelare e divulgare il patrimonio olfattivo: secondo loro gli odori hanno un impatto considerevole nelle vite quotidiane di ciascuno, ma nonostante questo sono stati largamente ignorati dalla ricerca scientifica incaricata di indagare il passato. Odeuropa vuole quindi colmare questa lacuna e inserire nei musei e nei siti turistici anche una parte olfattiva.

«È stata instaurata una gerarchia dei sensi negli studi storici e nella scienza, noi vorremmo che si diffondesse un approccio multisensoriale» ha detto al Guardian Cecilia Bembibre, docente alla University College London (UCL), dove di recente ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi intitolata Smell of Heritage (“L’odore del patrimonio culturale”). «C’è questa idea secondo cui l’olfatto sia un senso meno nobile e anche meno oggettivo, meno affidabile».

I ricercatori di Odeuropa sostengono invece che la parte olfattiva sia un pezzo della storia e del passato non trascurabile. Il progetto, finanziato con 2,8 milioni di euro provenienti dal programma Horizon dell’Unione Europea, si è sviluppato in un consorzio con diverse sedi accademiche: in Germania, in Italia, in Francia, in Slovenia, all’UCL e all’Anglia Ruskin University (Cambridge).

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«In Germania sono in corso le analisi di decine di migliaia di immagini collegate a un odore» ha spiegato Bembibre. «Mentre in Italia si stanno concentrando sulle analisi testuali, da vecchie ricette mediche a manuali di cucina». Una grossa parte del lavoro consiste nell’analizzare digitalmente una sequenza di immagini contenenti informazioni relative agli odori (per esempio una foto di una persona che si tappa il naso), creando un algoritmo in grado di riconoscere immediatamente gesti simili anche in altre immagini. In particolare stanno lavorando a odori particolarmente presenti in certe testimonianze del passato, come quello di letame, di cuoio vecchio o di tabacchiera.

Tuttavia è un lavoro complesso, dice Bembibre, perché non sempre si riesce a riprodurre esattamente l’odore se non si hanno tutte le informazioni chimiche: lei per esempio è riuscita a riprodurre il profumo di un potpourri di metà Settecento sulla base della descrizione che ne faceva Virginia Woolf nel suo romanzo Orlando. E ha fatto lo stesso con l’odore della biblioteca della cattedrale di St. Paul a Londra prima che venisse riarredata nel 2017. In quel caso si avvalse di una specialista profumiera che cercò di individuare i componenti di quell’odore semplicemente con le sue doti olfattive, e di un sensore in grado di registrare i composti chimici presenti nell’aria.

Al consorzio Odeuropa le riflessioni si concentrano soprattutto su quale approccio usare, se cercare a tutti i costi di riprodurre nella maniera più esatta possibile un odore che non c’è più sulla base delle informazioni disponibili, oppure più semplicemente rievocare un’esperienza del passato, tentando di suscitare reazioni simili a quelle di un tempo. Anche perché, dice Bembibre, la nostra reazione alle fragranze o alle puzze è radicalmente cambiata: «Noi non possediamo un naso “storico”. Non percepiamo gli odori come nel passato, e alcuni odori hanno assunto significati diversi».

Un esempio concreto di quello che Odeuropa vuole fare si trova al museo d’arte di Ulm, in Germania, dove è stato inaugurato lo scorso 5 aprile un tour olfattivo chiamato “Segui il tuo naso”, a cui ha partecipato anche l’International Flavors & Fragrances, una società statunitense che produce fragranze. L’idea è quella di costruire un percorso accostando a otto opere d’arte del museo altrettanti aromi collegati: quello per esempio di materia organica in decomposizione (sulla base di un’opera di Dieter Roth) oppure di “inferno”, con intense note affumicate, associato a un dipinto di Gesù nel limbo, opera cinquecentesca di Martin Schaffner.

Uno degli obiettivi di Odeuropa è di costruire un’enciclopedia di “odori storici”. Ci stanno lavorando alla Anglia Ruskin, con l’obiettivo di mostrare come siano cambiati gli odori nel corso del tempo, oltre a raccontare qualcosa in più delle vite passate.

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