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  • Venerdì 22 luglio 2022

In India saranno reintrodotti i ghepardi

Questa specie si era estinta nel paese negli anni Cinquanta: ad agosto arriveranno otto esemplari dalla Namibia

Un ghepardo nel deserto della Namibia (David Yarrow/Tusk via AP Images, La Presse)
Un ghepardo nel deserto della Namibia (David Yarrow/Tusk via AP Images, La Presse)
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Ad agosto otto ghepardi saranno portati in India dalla Namibia per cercare di reintrodurre la specie nel paese, 70 anni dopo che la popolazione locale fu ufficialmente dichiarata estinta. Verranno liberati nel Parco nazionale di Kuno-Palpur, nello stato di Madhya Pradesh, nel centro dell’India.

In passato i ghepardi erano presenti in gran numero non solo in Africa, ma anche in alcune zone dell’Asia, dalla penisola arabica all’Afghanistan, con la sottospecie dei ghepardi asiatici, Acinonyx jubatus venaticus secondo la nomenclatura scientifica. Oggi ne restano pochissimi e solo in Iran: negli anni Settanta erano circa 300, adesso, secondo l’ultimo conteggio ufficiale iraniano, ce ne sarebbero solo 12.

La specie è praticamente scomparsa a causa della riduzione del suo habitat per via delle attività umane, della scarsità di cibo dovuta a una più generale riduzione delle popolazioni di animali selvatici e della caccia: durante la dominazione britannica dell’India, venivano uccisi per evitare che sbranassero il bestiame. Nel paese non ci sono più ghepardi almeno dal 1952: da allora si è provato più volte a reintrodurli, ma senza successo.

Ci sono voluti due anni per organizzare l’arrivo dei ghepardi a Kuno-Palpur, dopo che nel 2020 la Corte Suprema indiana aveva stabilito che la specie potesse essere reintrodotta, a patto che il tentativo venisse condotto in un «territorio scelto accuratamente». Sono stati chiesti alla Namibia perché in questo paese dell’Africa meridionale vive la più grande popolazione selvatica di ghepardi (gli altri stati in cui si trovano in maggior numero sono il Sudafrica e il Botswana).

La specie è considerata «vulnerabile» all’estinzione, secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l’ente internazionale riconosciuto dall’ONU che valuta quali specie animali e vegetali rischiano l’estinzione. Dovrebbero essercene circa settemila in natura in tutto il mondo. Nel 2017 è cominciato un progetto di reintroduzione anche in Malawi, in Africa sud-orientale, dove i ghepardi si erano estinti alla fine degli anni Ottanta: dai quattro animali portati nel paese si è sviluppata una piccola popolazione che nel 2021 contava 24 animali.

I ghepardi sono animali che possono vivere in ambienti naturali diversi tra loro, nei deserti sabbiosi, nelle savane, ma anche in zone montuose, e sopportano temperature molto diverse, dai 45 °C ai -15 °C. Possono però trovarsi in difficoltà se per scarsità di prede si trovano a competere con altri grossi predatori, come i leoni ma anche le iene in Africa, che hanno la meglio su di loro e possono ucciderli, oppure se sono spinti ad avvicinarsi al bestiame: in quel caso possono nascere conflitti con le comunità umane, come succede anche con altre specie di predatori nel mondo.

Per questa ragione i ghepardi che stanno meglio sono quelli che vivono all’interno di parchi naturali recintati, aveva spiegato a BBC il biologo Vincent van der Merwe, studioso della popolazione sudafricana di ghepardi: «Dove non ci sono recinzioni il numero di ghepardi declina per la riduzione dell’habitat e per le uccisioni per rappresaglia da parte degli allevatori».

Secondo van der Merwe, la reintroduzione in India potrebbe essere problematica perché la maggior parte delle aree naturali protette non è recintata. È il caso del parco di Kuno-Palpur, che però è stato scelto per la sua ampiezza: secondo i biologi indiani, i ghepardi hanno bisogno di un territorio di almeno 5mila chilometri quadrati. Il problema è che in India sono poche le zone tanto ampie in cui non vivono persone e quelle che ci sono si stanno rimpicciolendo.

Il ministro dell’Ambiente indiano, Bhupender Yadav, ha detto che la reintroduzione dei ghepardi in India ha «lo scopo più ampio di ristabilire una funzione ecologica nelle praterie indiane che si era persa con l’estinzione dei ghepardi asiatici» e ha sostenuto che la presenza degli animali favorirà il turismo ambientale. Per la politica indiana il ritorno della specie ha anche un valore simbolico, dato che avverrà in concomitanza con i festeggiamenti per i 75 anni dall’indipendenza dal Regno Unito.

Se tutto procederà come previsto, nei prossimi anni verranno portati in India altri ghepardi: ne serviranno almeno una ventina perché la nuova popolazione abbia una sufficiente variabilità genetica per prosperare.

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