Gli incendi sul Carso isolano Trieste

Tratti di autostrada e ferrovia sono chiusi da due giorni e per l'energia elettrica si sta facendo affidamento a un distributore sloveno

Il fumo di un incendio sul Carso visto dal Molo Audace a Trieste, 20 luglio 2022 (ANSA/Francesco De Filippo)
Il fumo di un incendio sul Carso visto dal Molo Audace a Trieste, 20 luglio 2022 (ANSA/Francesco De Filippo)
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Ci sono ancora due incendi boschivi che bruciano nel Carso italiano, la regione geografica che da Trieste si estende verso Gorizia e la Slovenia: a Medeazza (Trieste) e a Jamiano (Gorizia). Una delle conseguenze è che Trieste è parzialmente isolata: è ancora chiuso il tratto dell’autostrada A4 tra Sistiana e Redipuglia in direzione Venezia (mentre questa mattina è stato riaperto il tratto in direzione opposta), con conseguenti lunghe code sulle strade provinciali, ed è sospeso il traffico ferroviario tra Monfalcone e Bivio d’Aurisina, una delle tratte importanti per i collegamenti con Trieste.

La città inoltre è attualmente costretta a rifornirsi di energia da un distributore sloveno perché Terna, l’azienda che gestisce la rete elettrica italiana, ha messo in conto di interrompere l’erogazione di elettricità in alcune zone proprio a causa degli incendi. Tra le altre cose, l’interruzione è necessaria per permettere ai Canadair di lavorare.

Per questo mercoledì il comune ha suggerito ai cittadini di non usare gli ascensori per non rischiare di rimanervi intrappolati in caso di interruzioni del servizio. Eventuali blackout potrebbero essere problematici anche per le forniture d’acqua nelle case, dato che impedirebbero il funzionamento delle pompe dell’acquedotto, ma il problema di potenziali mancanze d’acqua dovrebbe essere stato scongiurato con l’utilizzo di autobotti.

Funziona invece senza problemi l’aeroporto di Trieste, nel comune di Ronchi dei Legionari, nonostante negli ultimi due giorni gli incendi siano stati segnalati a poca distanza dallo scalo.

Nella notte tra mercoledì e giovedì il numero di vigili del fuoco al lavoro per contenere gli incendi si è ridotto, da cento a sessanta, ma le operazioni sono proseguite, con automezzi e due Canadair. Gli aerei e gli elicotteri sono stati di particolare importanza per gestire questi incendi, sia in Italia che in Slovenia, dove sono ancora in corso due incendi, vicino alla località di Kostanjevica na Krasu (Castagnevizza del Carso): sono gli unici mezzi che possono intervenire nelle zone in cui si trovano ancora ordigni della Prima guerra mondiale – nel Carso ci furono intensi combattimenti – che in alcuni casi sono esplosi a causa delle fiamme.

A Jamiano mercoledì sono state contate circa 10 esplosioni, racconta Il Piccolo. Il problema è che i mezzi aerei non possono essere usati di notte.

Un’altra conseguenza degli incendi del Carso è che non si può lavorare nel grande stabilimento di cantieristica navale di Fincantieri a Monfalcone (Gorizia): oggi come mercoledì i 4.000 lavoratori dell’azienda sono rimasti a casa, in cassa integrazione, perché l’aria della zona è contaminata dai fumi degli incendi. Prima di riprendere il lavoro, in ogni caso, si dovranno ripulire i piazzali e i ponti delle navi in costruzione dalla fuliggine.

Dovrebbero invece essere stati evitati possibili danni al ponte radio della Protezione civile e alla parte di acquedotto che passa sul Monte Ermada, vicino a Medeazza: la Protezione civile ha cercato di impedire la diffusione delle fiamme in quella direzione tagliando la vegetazione attorno, in un raggio di trenta metri. Nella stessa zona è stato bruciato in modo controllato il contenuto di un vecchio serbatoio di gpl in disuso.

Nelle zone più vicine agli incendi è consigliato di tenere le finestre chiuse e usare le mascherine FFP2 all’aperto; sono inoltre state sospese varie attività, come i mercati settimanali e la raccolta dei rifiuti.

In Slovenia a causa degli incendi sono stati temporaneamente evacuati gli abitanti di quattro paesi e anche se la situazione sembra sotto controllo si teme una ripresa delle fiamme nel caso in cui si alzi il vento. Mercoledì il capo della Protezione civile slovena Srečko Šestan ha detto che quelli di questi giorni sono stati i peggiori incendi boschivi nella storia della Slovenia.

Nel frattempo si sono sviluppati due altri incendi anche più a nord, in provincia di Udine, a Pulfero e Resiutta.