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  • Lunedì 27 giugno 2022

La Russia potrebbe aver fatto default

Per la prima volta in oltre un secolo non è riuscita a pagare i suoi debiti all'estero, a causa delle sanzioni

Un uomo cammina davanti a dei cambiavalute a Mosca (AP Photo/Ivan Sekretarev)
Un uomo cammina davanti a dei cambiavalute a Mosca (AP Photo/Ivan Sekretarev)

Molto probabilmente per la prima volta dal 1917 la Russia ha fatto default sul suo debito estero, cioè non è stata in grado di ripagare secondo i tempi prestabiliti gli interessi di titoli di stato emessi in valuta straniera. Il default russo – che è stato confermato da vari media, tra cui Bloomberg – è tuttavia molto inusuale: la Russia non ha pagato non perché non volesse o non avesse i fondi per farlo, ma perché le sanzioni economiche dell’Occidente gliel’hanno impedito.

Domenica 26 giugno scadeva per la Russia il termine ultimo per il pagamento di circa 100 milioni di dollari di interessi per due bond denominati in dollari. Il pagamento ufficialmente sarebbe scaduto il 27 maggio, ma in questi casi viene sempre concesso un “periodo di grazia” di un mese, per consentire al debitore di mettersi in regola. Allo scadere della giornata di domenica, tuttavia, il pagamento degli interessi non era arrivato.

La Russia è quindi ora in una situazione di default, cioè quello stato di insolvenza in cui il governo di un paese non è in grado (o, più raramente, si rifiuta) di pagare in tutto o in parte il proprio debito.

Se confermato, è la prima volta che la Russia fa default sul debito estero dal 1917, quando, appena dopo la Rivoluzione bolscevica, il leader sovietico Vladimir Lenin si rifiutò di ripagare i debiti internazionali che erano stati fatti dal vecchio impero degli zar. La Russia aveva fatto default anche nel 1998, ma su debito interno (benché su questa questione ci sia un certo dibattito, e alcuni ritengono che anche nel 1998 il paese avesse fatto default su debito estero).

Per ora tuttavia nessuna agenzia di rating né i vari organi istituzionali deputati (come la Credit Derivatives Determinations Committee degli Stati Uniti) hanno dichiarato la Russia in default: sia perché probabilmente aspettano conferme più chiare, sia perché questo default è decisamente peculiare, ed è probabilmente un caso unico nella storia: è causato in prima istanza dal fatto che le sanzioni hanno reso impossibile per la Russia effettuare il pagamento.

Sia gli Stati Uniti sia l’Europa negli scorsi mesi hanno isolato la Russia dal sistema economico internazionale, sanzionato varie banche che processavano i pagamenti del debito e di fatto eliminato ogni possibilità per la Russia di fare le transazioni necessarie per il pagamento.

La Russia, che ha un debito estero relativamente piccolo e riserve di denaro notevoli grazie alla vendita di idrocarburi e materie prime, avrebbe potuto facilmente pagare il debito, e ha cercato di farlo in più modi. Fino a maggio, il paese era ancora in grado di pagare grazie ad alcune esenzioni concesse dall’amministrazione americana, che però sono state eliminate definitivamente proprio in prossimità della scadenza degli interessi da 100 milioni di dollari.

Anche per questa ragione, è molto probabile che la Russia rifiuterà la definizione di default: qualche giorno fa il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov aveva detto che il paese avrebbe «rifiutato l’etichetta» del default e aveva definito l’intera situazione una farsa. Come hanno notato vari economisti, tuttavia, questo non significa che la Russia non abbia nessun ruolo nella situazione: le sanzioni occidentali sono conseguenza diretta della sua invasione dell’Ucraina.

Abitualmente, le conseguenze di un default sono molto dure per l’economia che lo dichiara: tra le altre, l’uscita degli investimenti esteri e la difficoltà di rifinanziarsi sui mercati internazionali. In questo caso, però, le conseguenze per la Russia saranno modeste perché tutte queste cose sono già successe: gli investitori sono usciti all’inizio dell’invasione e il paese è stato disconnesso dai mercati ormai mesi fa.

È tuttavia probabile che le conseguenze del default si sentiranno comunque, specie se il paese a un certo punto tornerà a cercare di rifinanziarsi sui mercati.

Questo peculiare default russo presenta varie complicazioni anche sul piano legale, perché i creditori incontreranno difficoltà maggiori a farsi ripagare. Di solito i creditori possono fare causa al paese insolvente e chiedere il pagamento dei debiti, o comunque cominciare una procedura di negoziato per dilazionare o riorganizzare i pagamenti. È molto probabile tuttavia che la Russia dirà di aver adempiuto ai propri doveri, e che il mancato pagamento è esclusivamente colpa dell’Occidente. Non è del tutto chiaro cosa succederà a questo punto: non ci sono precedenti.