• Libri
  • Lunedì 27 giugno 2022

È morto lo scrittore Raffaele La Capria

Scrisse "Ferito a morte", tra i più importanti romanzi del Novecento, con cui vinse il Premio Strega nel 1961

Raffaele La Capria nel 2015 (ANSA / CIRO FUSCO)
Raffaele La Capria nel 2015 (ANSA / CIRO FUSCO)
Caricamento player

È morto a Roma lo scrittore e sceneggiatore napoletano Raffaele La Capria: aveva 99 anni. Fin dal 1978 collaboratore culturale del Corriere della Sera, La Capria era l’autore di tre romanzi, tutti pubblicati da Bompiani: Un giorno d’impazienza, con cui aveva esordito nel 1952, Ferito a morte, con cui vinse il Premio Strega nel 1961, e il meno riuscito Amore e psiche, del 1973. Fin dal 1961 inoltre lavorò come sceneggiatore, in particolare con Francesco Rosi – Le mani sulla città (1963), Uomini contro (1970), Cristo si è fermato a Eboli (1979), Diario napoletano (1992) – e più avanti con Lina Wertmüller.

Scrisse poi molti altri libri di altri generi: raccolte di racconti, saggi e testi autobiografici. L’ultimo, uscito nel 2018, è Il fallimento della consapevolezza, un memoriale sulla sua giovinezza, sulla scrittura e Napoli, città spesso al centro dei suoi scritti. Nel 2001 aveva vinto il Premio Campiello alla carriera.

Ferito a morte è considerato tra i più importanti romanzi italiani del Novecento. È strettamente collegato a Napoli, che fa da sfondo, e racconta la vicenda di un giovane napoletano, Massimo De Luca, e della sua vita mediterranea e agiata, ma soffocante. È composto da dieci capitoletti e suddiviso in due parti. La prima, la più sperimentale, copre sette capitoli e racconta, con flashback ed ellissi, 11 anni di vita del protagonista e del suo gruppo di amici: da una mattina d’estate del 1954, con De Luca sul punto di trasferirsi a Roma, al 1943, quando gli Alleati bombardarono Napoli durante la Seconda guerra mondiale. La Capria sperimentò molte tecniche narrative – il monologo interiore, il racconto in terza persona, il dialogo – alternando i punti di vista e riproponendo più volte uno stesso aneddoto, ricordato da personaggi diversi. La seconda parte, negli ultimi tre capitoli, ha una costruzione più tradizionale: De Luca è l’unica voce narrante e la storia ruota attorno ai suoi ritorni a Napoli.

Ferito a morte è stato definito dallo stesso La Capria un romanzo costruito attorno al “senso di una Grande Occasione Mancata” e sulla disillusione degli ideali della gioventù e dei miti fondativi di Napoli, come si intuisce già dalla prima pagina.

(Il Post)

L’illustrazione della copertina della prima edizione fu scelta dello stesso La Capria: è Il pesce d’oro disegnato nel 1925 dal pittore astratto Paul Klee, che ricorda la spigola della prima pagina, e che è stata riproposta in tutte le edizioni successive, tranne l’ultima, di Mondadori, con l’isola di Stromboli fotografata da Mimmo Jodice.

(Bompiani)