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  • Martedì 21 giugno 2022

20 libri consigliati dalla redazione del Post

Per chi è in cerca di dritte per scegliere cosa leggere quest'estate

 (AP Photo/Matilde Campodonico)
(AP Photo/Matilde Campodonico)

In vista dell’estate e forti della diffusa credenza (non sempre confermata) che in vacanza si ha più tempo libero per leggere, abbiamo messo insieme la consueta lista di libri consigliati dalle persone del Post. Quest’anno – senza che fosse voluto, ma forse prevedibilmente – molti titoli hanno a che fare con l’Ucraina o con temi che c’entrano più lateralmente con la guerra. Non temete, però: ci sono anche storie più leggere, un libro illustrato e un romanzo per ragazzi. Un paio sono in inglese, ma li abbiamo messi lo stesso perché sono di facile comprensione per chi sa un po’ la lingua o perché arriveranno presto in italiano.

Se nessun libro vi ispira, potete sempre dare un’occhiata a quelli che ci erano piaciuti l’anno scorso o l’anno ancora prima. O lo scorso Natale.

Lo scarabeo vola al tramonto di Maria Gripe
e Memento mori di Muriel Spark
La casa editrice, Iperborea, dice che questo romanzo è «dai 10 anni in su»: può essere una buona lettura estiva per chi è in vacanza dalle scuole medie, ma anche per tutti i possibili insuisti come me che hanno voglia di lasciare la realtà per qualche ora e sperimentare di nuovo l’entusiasmo dell’avventura più genuino che di solito passa con i 13 anni – a meno di vivere a Hawkins, Indiana. Lo scarabeo vola al tramonto è del 1978, quindi nell’estate svedese che racconta non ci sono cellulari né internet. Jonas (12), sua sorella Annika (15) e il loro amico David (16) capiscono che una vecchia villa del loro paese nasconde un qualche mistero e cercano di scoprirlo. C’entrano piante “intelligenti” (Stefano Mancuso aveva proprio 13 anni nel 1978, un caso?), un amore sfortunato settecentesco, una maledizione egizia, ricerche genealogiche, misteriose telefonate e forse qualche fantasma. Se già vi manca Stranger Things, potrebbe fare al caso vostro.
Lo scarabeo vola al tramonto (AmazonIBSBookdealer)

Se invece siete scettici sul leggere un romanzo per persone molto giovani, un’alternativa potrebbe essere Memento mori di Muriel Spark: non ci sono piante comunicative, ma misteriose telefonate sì, insieme a parecchio humour inglese. In questo caso i protagonisti hanno tutti dai 75 anni in su.
Memento mori (AmazonIBS)

Ludovica Lugli

 

Il futuro è storia di Masha Gessen
Dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina ho cominciato a cercare libri che parlassero della Russia e di Vladimir Putin, per capire meglio e imparare qualcosa. Il futuro è storia di Masha Gessen, giornalista statunitense di origine russa, è uno dei libri letti quest’anno da cui ho imparato di più. È un saggio e al tempo stesso un racconto di quarant’anni di storia attraverso gli occhi di sette persone russe, alcune note e altre no: il nipote di un alto dignitario del Partito comunista, una psicologa, la figlia di un leader dell’opposizione, un ideologo nazionalista. Tramite i suoi protagonisti Gessen racconta com’è successo che le speranze di democrazia, libertà e felicità della Russia post sovietica siano state annullate dal regime di Vladimir Putin, senza quasi mai dover citare il suo nome. Lo fa con grazia e rabbia, dalle quali è facile lasciarsi coinvolgere.
(AmazonIBSBookdealer)
Eugenio Cau

Mio figlio è normale? Capire gli adolescenti senza che loro debbano capire noi di Stefania Andreoli
L’unica cosa che non mi è piaciuta è il titolo. Per il resto consiglio questo libro – che è breve ma intenso – a tutti quelli che hanno o che hanno a che fare con gli adolescenti, ma soprattutto a quelli che hanno o stanno per avere figli adolescenti: genitori dei 12-13enni, è anche per voi. Vorrei averlo letto quattro o cinque anni fa, ma averlo letto ora mi sta già servendo ogni giorno, e mi servirà per vivere meglio i prossimi quattro o cinque anni. Quando sta per nascere un figlio o una figlia, o appena arriva, ci informiamo, leggiamo, chiediamo agli amici. Poi però ci dimentichiamo che l’adolescenza è a tutti gli effetti una seconda nascita, non meno complicata, stravolgente, faticosa della prima: la “creazione” di una persona nuova dal punto di vista corporeo, psichico, cognitivo, relazionale, emotivo, sessuale. Cosa dovrà fare mai di tanto difficile un adolescente? Ad esempio: «abbozzare un’idea di futuro possibile, sapendo che potrebbe non essere quello che necessariamente si compirà; cercare di correre dei rischi senza mettersi mai eccessivamente in pericolo; (…) Litigare alla prima occasione utile, con tutti, non importa il motivo (…); cercare un social network dove ancora non sia iscritto nessun over 25; fuggire non appena ne arriva uno». Ogni pagina mi ha fatto riflettere, alcune mi hanno fatto ridere e altre piangere. Se volete una specie di trailer del libro, qui c’è l’autrice che parla in un TED Talk.
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Marco Surace

Limonov di Emmanuel Carrère
Con i tempi che corrono può essere utile recuperare questo libro che quando uscì in Italia, nel 2012, ebbe un gran successo. Un po’ perché racconta in modo formidabile una storia formidabile, quella di Eduard Limonov, un po’ perché è un’immersione nella mentalità di questo uomo ucraino nato sotto l’Unione Sovietica e nel suo percorso tra mille vite, una da criminale, una da immigrato, una da bohémien, una da guerrafondaio e una da guru di un movimento politico nostalgico sovietico. Lungo il percorso, però, l’uomo/personaggio rimane in qualche modo fedele a se stesso e la sua esperienza – tratteggiata con toni romanzeschi ma anche con profondità analitica – esemplifica a suo modo la lunga storia di fratture e ricomposizioni tra mondo occidentale e orientale. In esergo l’autore ha voluto mettere una frase di Vladimir Putin che dice: «Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore».
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Mario Macchioni

Museo Animale di Carlos Fonseca
e Il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith

Non è un romanzo facile da descrivere: è fatto di atmosfere, suggestioni, corrispondenze ed enunciazioni di grandi teorie. Inizia con l’incontro tra il curatore di un museo di storia naturale e una stilista di moda che progettano una mostra sul mimetismo degli animali, e si intreccia con la storia della famiglia infelice di un fotografo, di una modella e della loro figlia malata, che si disgrega nelle foreste dell’America Latina, con il racconto dello spopolamento di una cittadina mineraria dal sottosuolo infuocato, con il processo a un’opera d’arte estremamente contemporanea e la diffusione di notizie false che destabilizzano i mercati finanziari. L’aggettivo più utilizzato nelle recensioni è “caleidoscopico”, la Los Angeles Review of Books lo definisce “un romanzo-archivio” e un “romanzo matrioska”, dove ogni storia sconfina in un’altra, che ricorda Bolaño, Sebald, il catastrofismo di De Lillo e, aggiungo io, le allucinazioni di Pynchon (anche se meno divertenti). Fonseca è considerato tra gli autori emergenti in lingua spagnola più interessanti: è nato nel 1987 in Costa Rica, è cresciuto a Porto Rico e ora vive a Londra. Il romanzo era uscito in lingua spagnola nel 2017 ed è stato appena portato in Italia da Sellerio.
Museo animale (AmazonIBSBookdealer)

Se invece avete voglia di una lettura tutta d’un fiato e non avete ancora letto Il talento di Mr. Ripley, è un buon momento per farlo: è un thriller mediterraneo, con la giusta dose di divertenti stereotipi sull’Italia vista dagli americani, che di volta in volta vi farà sentire a Positano, Sanremo, Roma e Venezia e che risulterà avvincente anche se avete visto il film, soprattutto se vi appassionano le vite di impostori. Oppure, se l’inglese vi è familiare, scegliete direttamente la biografia della sua inquietante autrice.
Il talento di Mr. Ripley (AmazonIBSBookdealer)
Arianna Cavallo

Benedetti sondaggi. Leggere i dati, capire il presente di Lorenzo Pregliasco
Sapevate che se chiedete a un campione rappresentativo della popolazione italiana cosa pensa dello ius soli, potete ottenere risultati molto diversi – fino all’80 per cento di favorevoli! – secondo il modo in cui decidete di formulare la domanda? E che esistono moltissimi modi formalmente corretti per visualizzare in un’infografica lo stesso set di dati, dandoci però un’impressione molto diversa del significato di quei dati? Sapete come viene realizzato un sondaggio sulle preferenze elettorali? Come si sceglie il campione, quante persone vengono effettivamente intervistate, cos’è il “margine di errore”? Sapete che i sondaggi su Brexit e su Donald Trump erano corretti? Tra meno di un anno si vota per le elezioni politiche, la campagna elettorale è già cominciata e dopo l’estate entrerà nella sua fase più intensa. Leggeremo montagne di dati e di sondaggi, alcuni fatti bene, altri meno. Ci sarà una gran confusione. Il libro di Lorenzo Pregliasco è divulgativo, non accademico, ma molto preciso: si legge facilmente, vi tornerà utile.
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Francesco Costa

Gli invisibili di Pajtim Statovci
Pajtim Statovci è uno scrittore finlandese di origini kosovare che ha vinto diversi premi e in Italia ha fatto parlare di sé soprattutto per il suo secondo romanzo, Le transizioni, uscito nel 2020. Io sono partita dal terzo e ultimo, Gli invisibili, e ora leggerò certamente anche gli altri due (anche se il primo, L’ultimo parallelo dell’anima, non è facile trovarlo cartaceo). È un romanzo di poco più di duecento pagine ma racconta una storia d’amore, di guerra, di malattia, libertà e povertà che ha qualcosa di epico e grandioso. In questo momento storico risuona anche tristemente attuale per il modo in cui parla di una guerra europea non lontana, quella in Kosovo degli anni Novanta, tra la dominazione serba e la fuga dei rifugiati albanesi in Europa, oltre che dei tragici effetti di una cultura omofobica sulla vita delle persone omosessuali (anche questa, non lontana né nel tempo né nello spazio). È perfetto per l’estate perché si legge tutto d’un fiato, ma devono piacervi almeno un po’ le storie drammatiche. Inizia così: è il 1995, in Kosovo due studenti universitari, uno serbo e uno albanese, si incontrano e si innamorano.
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Marta Impedovo

L’ultimo rigore di Faruk di Gigi Riva
È una storia estiva, perché ruota intorno ai Mondiali di Italia ’90, e si intreccia con l’attualità, perché parla di guerre, invasioni, etnie ed embarghi, in Europa. Faruk è Faruk Hadžibegić, calciatore bosniaco e ultimo capitano della nazionale di calcio jugoslava unita, che il 30 giugno del 1990 sbagliò il rigore decisivo nei quarti di finale dei Mondiali contro l’Argentina di Diego Armando Maradona. Intorno a quel rigore (da cui nacque la domanda «e se la Jugoslavia avesse vinto i Mondiali?») e alla storia di Hadžibegić, il libro si serve del calcio per raccontare la disgregazione del paese e le guerre balcaniche, dagli antefatti a quello che accadde dopo l’estate dei Mondiali in Italia, anche attraverso la figura di un altro bosniaco, Ivica Osim, che della Jugoslavia unita fu l’ultimo allenatore, morto lo scorso maggio a 81 anni.
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Pietro Cabrio

Rabbia proteggimi. Dalla Val di Susa al Kurdistan, storia di una condanna inspiegabile di Maria Edgarda Marcucci
«Nella cultura del Kurdistan, quando qualcuno parte, si lancia dell’acqua: è un augurio per chi si mette in viaggio, perché l’acqua trova sempre una strada». Nel 2017, quando aveva 26 anni, Eddi è stata in Siria per nove mesi e mezzo a combattere a fianco delle Unità di protezione delle donne curde, le YPJ: contro le milizie dello Stato Islamico sostenute dalla Turchia e per un sistema politico che ha messo al centro l’autodeterminazione delle donne, la convivenza nelle differenze, la sostenibilità, la giustizia sociale, la comunità. Dopo essere tornata, Digos e procura di Torino hanno richiesto, e ottenuto, che il tribunale le applicasse la sorveglianza speciale, ed è stata l’unica tra le persone rientrate dalla Siria in quel periodo a cui questa misura, che arriva dritta dritta dal codice fascista, è stata convalidata. Di tutti gli altri sono state riportate dichiarazioni e posizionamenti politici, ma l’unico corpo che è entrato nelle argomentazioni dell’aula di tribunale è il suo (in tribunale, è stato mostrato un video in cui la si vedeva semplicemente camminare a un corteo, ed è stato rilevato che la sua pericolosità sociale dipendeva anche da come si muoveva: avrebbe avuto «un passo marziale»). Rabbia proteggimi è quasi un’autobiografia: Eddi non racconta tanto di sé, ma intreccia la storia del suo processo e la sua storia politica con le storie collettive che ha attraversato e che continua ad attraversare: quelle dei movimenti studenteschi e dei movimenti femministi, quelle del movimento No TAV in Val di Susa e quelle dell’esperienza internazionalista nella regione siriana del Rojava. La sua narrazione è lontana dai grandi racconti di lotte, non è mai eroica. Si compone di episodi minuti e canzoni trascritte mostrando come rabbia e vulnerabilità, da una prospettiva femminista, siano soprattutto e prima di tutto delle categorie politiche.
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Giulia Siviero

Il lato oscuro del Sole. L’esplorazione spaziale della nostra stella di Paolo Ferri
È proprio durante l’estate che ci accorgiamo dell’incredibile potenza del Sole, la più grande fonte di energia nel nostro vicinato cosmico. Ma come funziona il Sole, che cosa sappiamo sul suo conto e come si studia una gigantesca palla infuocata senza arrostire le sonde spaziali che inviamo nei suo paraggi per analizzarla? Queste risposte e quelle a molte altre domande – che forse non vi erano mai venute in mente pensando al Sole – sono contenute in Il lato oscuro del Sole di Paolo Ferri, fisico teorico e tra gli storici responsabili della sala di controllo dell’Agenzia spaziale europea (ESA). Attraverso i suoi racconti e aneddoti, si scoprono molte cose sulla nostra unica stella, sul lavoro dei gruppi di ricerca per superare problemi e imprevisti nella progettazione e nella gestione di avveniristiche sonde spaziali, e in fin dei conti anche su noi stessi, che dobbiamo al Sole la nostra esistenza.
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Emanuele Menietti

Come desideriamo di Carolin Emcke
È un saggio autobiografico della giornalista e scrittrice tedesca Carolin Emcke, che tra le altre cose ha scritto a lungo per Der Spiegel e Die Zeit, coprendo anche vari conflitti e zone di guerra. Il saggio non parla di conflitti e guerra, o meglio, ne parla tangenzialmente, intrecciandoli al tema principale del libro, che è, come dice il titolo, il modo in cui desideriamo. Emcke è dichiaratamente omosessuale: sintetizzando tantissimo, potremmo dire che questo saggio, che è più un bellissimo racconto, parla di quanto sia difficile e meravigliosa la scoperta del proprio desiderio quando questo non corrisponde alla “norma” (qualsiasi cosa questo significhi) o quando è semplicemente più ricco e complesso del modo in cui, nella società, tendiamo a raccontarlo. Emcke lo fa ripercorrendo alcuni momenti della sua infanzia – delle dinamiche, a volte crudeli, con cui si diventa piccoli animali sociali – e della sua vita adulta, dei suoi dialoghi e incontri fatti per lavoro, tra cui alcuni nella Striscia di Gaza. Lo fa con leggerezza, ma anche con molta immediatezza, in un modo che non saprei come altro definire se non “sincero”, senza niente di superfluo o inutilmente abbellito. E poi lungo tutto il libro c’è una specie di continuo rimando alla musica classica, che è un po’ una bellissima scusa per invitare all’ascolto di cose stratificate, fatte di tanti suoni diversi, alcuni più impercettibili di altri, esattamente com’è il desiderio.
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Alessandra Pellegrini De Luca

Il mugnaio urlante di Arto Paasilinna
Ho comprato questo libro pescando a occhi chiusi da un bancone durante il penultimo Salone del libro di Torino. L’ho ignorato per qualche mese fino a quando è capitato sul comodino. In questi mesi di letture quotidiane condizionate dalla guerra in Ucraina, questo romanzo di Arto Paasilinna, pubblicato in Italia da Iperborea, mi ha regalato qualche serata di apparente spensieratezza. Gunnar Huttunen, il protagonista, è uomo molto stravagante: nei momenti in cui prova intense emozioni, che siano gioia o sconforto, non può fare a meno di ululare così forte da mettere in allarme le persone che abitano nei villaggi circostanti. Ha un entusiasmo irrefrenabile per la natura che lo circonda, un trasporto che però lo rende incompreso alla maggior parte delle persone. La sua vicenda, a tratti amara, ricorda alcune delle leggende tramandate in molti paesi di montagna del Nord Italia. Come in molti altri libri di Paasilinna, l’ironia che caratterizza Il mugnaio urlante nasconde in realtà una riflessione sulle debolezze umane, l’ipocrisia e il conformismo, ma anche su valori come la speranza e la libertà.
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Isaia Invernizzi

Lezioni di chimica di Bonnie Garmus
È un libro divertente da leggere, ma dal contenuto difficile da accettare, perché mostra tutta l’ingiustizia e la persistenza di quel maschilismo feroce che riesce a domare le vite di tante persone. E Bonnie Garmus, con l’espediente di ambientare la vicenda negli anni Sessanta, riesce paradossalmente a renderla ancora più credibile. La protagonista è Elizabeth Zott, una ricercatrice geniale, a cui la carriera da scienziata viene negata per tutta la vita. Gliene succedono di tutti colori: dalle violenze alle tragedie, fino a diventare la star di un programma di cucina per la tv. Il suo pensiero laterale l’aiuta però a smascherare gli stereotipi culturali che inchiodano uomini e donne in ruoli stantii e la porta a rifiutare i limiti che le vengono imposti, spesso con battute fulminanti. Quel pensiero laterale ci serve ancora oggi. Dal libro sarà tratta una serie tv per Apple, con Brie Larson.
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Emanuela Marchiafava

Works. Edizione ampliata di Vitaliano Trevisan
«Si percepiva una sorta di euforia da lavoro che sembrava aver contagiato l’intero ambiente, come se tutti fossero, anzi fossimo impegnati in uno sforzo comune volto a chissà quale nobile causa, mentre di nient’altro si trattava se non di costruire capannoni su capannoni il più velocemente possibile».
Works è un curriculum di quasi 700 pagine, un memoir in cui lo scrittore Vitaliano Trevisan, morto suicida lo scorso gennaio, ripercorre trent’anni di lavoro – in nero, in prova, in regola ma con gli straordinari fuori busta; e ancora precario, senza dispositivi di sicurezza, in luoghi e con mezzi inappropriati; in cui pubblico e privato si mescolano fino a non riuscire a distinguerne i confini. Il paesaggio intorno è quello in cui è nato e cresciuto Trevisan, il Veneto, anzi, il vicentino produttivo che ha come unica religione il lavoro, ma che come con la religione prevede per ognuno un rapporto personale: ci sono i veri devoti, gli opportunisti, chi frequenta per abitudine, chi per disperazione, chi perché non ha alternative. Laici veri, pochissimi. “Work”, che vuol dire lavorare ma anche opera, mettendo insieme le due categorie distinte da Hannah Arendt, è una riflessione arrabbiata e violenta fatta da chi questo modello l’ha disprezzato ma anche analizzato e capito a fondo. È un lungo monologo («il monologo è la lotta di se stessi con se stessi») scritto con competenza e precisione, ma anche ironia e disperazione, in uno stile personalissimo che piega le forme (le note diventano uno spazio ulteriore in cui l’autore aggiunge sarcasmo e aneddoti, dubbi e autocitazioni riluttanti, oltre a una bibliografia puntuale) e che riesce a raccontare un’originalissima vita come tante, ma anche a riflettere su come sono cambiati il lavoro e i lavoratori, «di cui molto si parla e poco o nulla si sa; né dei lavoratori, né soprattutto degli uomini». Tutto vissuto e annotato con precisione, senza spirito di classe ma con la malinconia di chi osserva senza partecipare del tutto: «del resto, quando si cammina ai margini, non c’è spazio per gli assembramenti, si incrociano solo individui».
(AmazonIBSBookdealer)
Valentina Lovato

L’algoritmo e l’oracolo. Come la scienza predice il futuro e ci aiuta a cambiarlo di Alessandro Vespignani
È un manuale pubblicato nel 2019 ma che in alcuni passaggi ed esempi sembra incredibile sia stato scritto prima della pandemia. Vespignani è uno stimato fisico e scienziato italiano, docente alla Northeastern University di Boston e direttore del Network Science Institute, molto citato per i suoi lavori sulle reti complesse e sulla diffusione delle epidemie. In un modo semplice e comprensibile ma molto rigoroso, e citando studi spesso illuminanti, in questo libro affronta una delle questioni più dibattute da anni sui giornali e nelle conversazioni di tutti i giorni: gli algoritmi. Tutto il libro è una lunga riflessione su come la scienza delle reti abbia cambiato il nostro modo di immaginare e prevedere il futuro, un’aspirazione stabilmente presente nella storia dell’umanità e a cui corrispondono varie pratiche di esercizio del potere. L’aspetto che ho apprezzato di più è il tentativo di fornire a lettori e lettrici strumenti utili per un’analisi critica di fenomeni troppo spesso descritti negativamente, assecondando un’«arrogante cultura antiscientifica», o superficialmente, suggerendo che siano qualcosa di totalmente autonomo e indipendente dagli esseri umani che ne sono responsabili.
(AmazonIBSBookdealer)
Antonio Russo

Your head is a houseboat – a chaotic guide to mental clarity, di Campbell Walker
Per il mio compleanno ho ricevuto in regalo un libro illustrato che mi ha aiutata a fare un po’ di ordine in testa in modo piuttosto spassoso, senza la pretesa di essere un manuale di psicologia o di sostituirsi a un percorso di psicoterapia. Si chiama Your head is a houseboat – a chaotic guide to mental clarity e l’ha scritto l’illustratore australiano Campbell Walker, più noto come Struthless, che si è fatto conoscere anche al di fuori del proprio paese soprattutto grazie ai social network. Come si intuisce dal titolo, Struthless usa la metafora della nave per ricordare tutte le cose che bisogna tenere a mente quando si cerca di trovare una direzione, ma anche quelle che ci portiamo dietro senza rendercene conto, e soprattutto quelle che sarebbe meglio buttare a mare. Il libro accompagna illustrazioni colorate e piene di riferimenti pop a una serie di riflessioni molto leggere e semplici esercizi per cercare di orientare la nostra nave. Per ora si trova solo in inglese, ma è scritto in un linguaggio piuttosto accessibile e perciò potrebbe incuriosire anche chi ha previsto di dedicare parte delle proprie vacanze a un po’ di ripasso.
(AmazonIBS)
Susanna Baggio

Animale, di Lisa Taddeo
Nella prima riga di Animale, Joan – la protagonista – sta cenando in un ristorante di New York quando Vic, l’uomo di cui è stata a lungo l’amante, raggiunge il suo tavolo e si spara davanti a lei. Joan quindi carica le sue cose in auto e si trasferisce – scappa – dall’altra parte degli Stati Uniti, in una casa piccola e rovente nel Topanga Canyon, vicino a Los Angeles. Ci va per cercare Alice, che non conosce ma che è un pezzo importante nel puzzle della sua vita, fatta per lo più di accadimenti tremendi e un’enorme solitudine. Joan è una donna sul finire della trentina, un’età interessante per quello che almeno in parte è un romanzo di formazione, e non è una persona “gradevole” (caratteristica molto diffusa tra i personaggi femminili di molti libri di successo degli ultimi anni: vengono in mente le protagoniste di Ottessa Moshfegh, ma anche di Sally Rooney, in qualche misura). La sua visione del mondo è «primitiva, opportunistica, ipersessualizzata»: per Joan tutti gli uomini, anche quelli che trova minacciosi e repellenti, sono potenziali partner sessuali, tutte le donne sono rivali. Le cose cambiano nel corso del libro, e anche se non è piacevole identificarsi con Joan, è difficile non fare il tifo per lei, e non sperare che a un certo punto reagisca.
Animale è piuttosto crudo, e contiene un paio di scene molto pulp. È indiscutibilmente un libro “sul trauma” (anche su questo è allineato con lo spirito del tempo), ma ha un andamento rapidissimo, cinematografico: è impossibile metterlo giù. Negli Stati Uniti è uscito nel 2021, ma Lisa Taddeo, l’autrice, l’aveva scritto molto prima di Tre donne, il suo libro più famoso. Rispetto a Tre donne si sente che è un libro meno maturo: ha diversi difetti. È però molto efficace nel descrivere un certo tipo oscuro di disposizioni emotive: l’ossessione morbosa che si sviluppa per le donne più belle o più di successo, i pensieri sulla maternità che si formulano mentre il mondo attorno ti ricorda che le porte della biologia per te cominciano a chiudersi, il senso di paralisi che si prova quando si desidera qualcuno che non ricambia ma saltuariamente si concede lo stesso. E, nonostante tutto questo, ha un finale commovente, tenero, quasi ottimista. In Italia esce il 5 luglio per Mondadori, nella traduzione di Monica Pareschi, ma si può già preordinare o leggere in inglese.
(AmazonIBS, in inglese)
(AmazonIBSBookdealer, pre ordine in italiano)
Giulia Balducci

Serbia hardcore di Dusan Velickovic
Serbia hardcore racchiude racconti e pensieri spezzettati scritti dal giornalista serbo Dušan Veličković durante i bombardamenti della NATO su Belgrado nel 1999. Ho trovato due buone ragioni per leggerlo e apprezzarlo. La prima è che Veličković, uno dei più noti e stimati giornalisti serbi e già critico contro il regime di Slobodan Milošević, ha un certo umorismo nero che in qualche passaggio diverte, in qualche altro demolisce, in qualche altro ancora fa emergere molta miseria umana, anche sua, senza troppe possibilità di riscatto. La seconda è che Veličković c’era, ha vissuto quel periodo e ha voluto raccontarlo: una testimonianza preziosa su una città, Belgrado, che sembra non avere troppa voglia di mettere in discussione la sua storia e le cause e conseguenze di quei bombardamenti.
(AmazonIBSBookdealer)
Elena Zacchetti

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.