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  • Lunedì 20 giugno 2022

La Colombia ha eletto il suo primo presidente di sinistra

Gustavo Petro ha vinto il ballottaggio alle elezioni di domenica, battendo il candidato populista Rodolfo Hernández

Gustavo Petro con la moglie Verónica Alcocer e la candidata alla vicepresidenza Francia Márquez festeggiano la vittoria al ballottaggio delle elezioni a Bogotá, Colombia, 19 giugno (AP Photo/ Fernando Vergara)
Gustavo Petro con la moglie Verónica Alcocer e la candidata alla vicepresidenza Francia Márquez festeggiano la vittoria al ballottaggio delle elezioni a Bogotá, Colombia, 19 giugno (AP Photo/ Fernando Vergara)
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Gustavo Petro, progressista di sinistra con un passato da rivoluzionario, ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica in Colombia, diventando il primo presidente di sinistra della storia del paese. Petro ha ottenuto il 50,5 per cento dei voti, circa 700mila in più dell’altro candidato, il populista indipendente Rodolfo Hernández, che ha riconosciuto la sconfitta. La vicepresidente di Petro sarà Francia Márquez, la prima donna nera a ricoprire questo ruolo.

Petro ha 62 anni, è un economista, senatore e leader della coalizione di sinistra Pacto Histórico; è stato sindaco di Bogotá, la capitale della Colombia, e in passato si era già candidato due volte alla presidenza. È anche un ex guerrigliero del Movimento 19 aprile (M-19), un gruppo rivoluzionario di sinistra attivo negli anni Settanta e Ottanta che nel 1990 firmò un accordo di pace con il governo e si ritirò dalla lotta armata, diventando il partito Alleanza Democratica M-19.

In campagna elettorale aveva proposto tra le altre cose l’istruzione superiore gratuita, posti di lavoro statali garantiti per i disoccupati, la fine delle nuove esplorazioni di petrolio e gas (in un paese in cui gli idrocarburi costituiscono la metà delle esportazioni) e un’importante riforma fiscale per migliorare la salute pubblica. Durante il discorso per festeggiare la vittoria, ha rivolto un appello all’unità nazionale e ha promesso che nel suo futuro governo non ci saranno persecuzioni politiche, aggiungendo che darà ascolto anche «alla maggioranza silenziosa di contadini, persone indigene, donne e giovani».

Prima del ballottaggio Petro è stato oggetto di una grossa campagna di demonizzazione portata avanti da varie forze conservatrici e di centro che si erano coalizzate attorno a Hernández, secondo cui sarebbe «una minaccia per la democrazia» e potrebbe imprimere al paese una svolta autoritaria simile a quella che Hugo Chávez diede al Venezuela.

I risultati del centrodestra a queste elezioni comunque sono stati un fallimento e sembrano aver mostrato la grande sfiducia dei colombiani nei confronti della politica tradizionale.

Al primo turno Petro era stato il candidato più votato, con poco più del 40 per cento delle preferenze, mentre Hernández era arrivato al 28 per cento, superando il candidato di centrodestra Federico Gutiérrez, fermo al 24. Al secondo turno Petro ha ottenuto 11,2 milioni di voti dei circa 21,6 milioni espressi (su 39 milioni di aventi diritto), diventando il presidente più votato della storia del paese. Al suo fianco ci sarà Márquez, un’avvocata femminista di 40 anni che si oppone fortemente alle miniere illegali ed è stata in prima persona l’obiettivo di diversi attentati per la sua attività di ambientalista.

– Leggi anche: La campagna contro Gustavo Petro, alle elezioni in Colombia