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  • Mercoledì 15 giugno 2022

Cosa sta succedendo tra l’Europa e Gazprom

L'azienda di stato russa ha annunciato grosse riduzioni nell'invio di gas che coinvolgono la Germania e in misura minore l'Italia: il governo tedesco dice che è una mossa «politica»

(ANSA/EPA/ANATOLY MALTSEV)
(ANSA/EPA/ANATOLY MALTSEV)
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Negli ultimi due giorni Gazprom, l’azienda energetica di stato russa, ha annunciato una serie di riduzioni nelle forniture di gas destinate all’Europa, provocando preoccupazioni notevoli nei paesi coinvolti. Non sono ancora chiare le ragioni di queste riduzioni né perché siano arrivate proprio adesso: Gazprom si è giustificata dicendo che i gasdotti hanno problemi tecnici e difficoltà di manutenzione, ma il governo tedesco, uno dei più colpiti, ha detto che Gazprom sta diminuendo la quantità di gas inviato in Europa per motivazioni «politiche».

La prima riduzione delle forniture è stata annunciata martedì, quando Gazprom aveva fatto sapere che avrebbe ridotto del 40 per cento le forniture di gas quotidiane che arrivano in Germania (e dunque in Europa) dal gasdotto Nord Stream 1. L’azienda aveva fatto sapere che poteva garantire al massimo 100 milioni di metri cubi di gas al giorno invece dei 167 milioni previsti. Aveva giustificato la riduzione delle forniture sostenendo che era stato impossibile, a causa delle sanzioni imposte dall’Occidente, riparare alcune attrezzature prodotte dalla società tedesca Siemens.

Questa versione era stata effettivamente confermata anche da Siemens, che aveva detto che almeno una turbina utilizzata per pompare il gas e che era stata inviata in Canada per riparazioni non poteva più tornare indietro a causa delle sanzioni imposte dal governo canadese contro la Russia.

Mercoledì però Gazprom ha fatto un nuovo annuncio, riducendo ulteriormente le forniture di gas verso la Germania: dai 100 milioni di metri cubi di gas al giorno garantiti martedì a 67 milioni, una riduzione complessiva del 60 per cento. Secondo l’azienda, la riduzione ulteriore si è resa necessaria perché una seconda turbina sarebbe stata fermata per decisione delle autorità russe, sempre a causa dell’impossibilità di fare la manutenzione periodica.

Robert Habeck, vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia, ha detto mercoledì che il suo governo ritiene che le riduzioni delle forniture di gas siano una decisione «politica» del regime russo, che «non è giustificabile a livello tecnico». «Le spiegazioni della parte russa sono soltanto una scusa», ha detto Habeck, che ha aggiunto: «Ovviamente, la strategia è spaventare le persone e far aumentare i prezzi» del gas. Cosa che effettivamente è successa: soltanto martedì il prezzo del gas è aumentato del 20 per cento.

Il timore espresso da Habeck, ancora da confermare, è che la Russia stia cominciando a usare la dipendenza europea dal gas russo come strumento di ritorsione, o come arma per ottenere concessioni in un momento in cui, a causa della guerra in Ucraina, le relazioni con l’Europa sono estremamente conflittuali.

Il gasdotto Nord Stream 1 è fondamentale per le forniture di gas alla Germania e più in generale all’Europa, perché è uno dei pochi ancora attivi: il gasdotto Yamal, che passa dalla Polonia, è stato chiuso per volontà della Russia, mentre i due gasdotti che passavano per l’Ucraina sono stati chiusi dal governo locale dopo l’inizio dell’invasione russa.

Contestualmente – ma per ora non è possibile sapere se i fatti sono collegati l’uno all’altro – mercoledì Gazprom ha annunciato a Eni che avrebbe ridotto del 15 per cento le forniture di gas all’Italia: per ora la riduzione riguarda soltanto la giornata di mercoledì, anche se la situazione è ancora da chiarire. Un portavoce di Eni, sentito dall’agenzia ANSA, ha detto che Gazprom «ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15 per cento. Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate».

Allo stato attuale le conseguenze delle riduzioni delle forniture di gas sono trascurabili, come ha detto anche il governo tedesco: con l’arrivo del caldo il gas non è più necessario per scaldare gli edifici, e il fabbisogno europeo si riduce notevolmente (questo vale, ovviamente, se le riduzioni saranno temporanee). I paesi europei, tuttavia, avevano intenzione di usare la bella stagione per fare riserve di gas in vista dell’inverno, quando i danni di un’interruzione delle forniture possono essere molto più elevati.