Alcuni soldati ucraini vengono perquisiti dai russi dopo essere stati fatti uscire dallo stabilimento Azovstal (ANSA/ZVEZDA/Ministero della Difesa russo)

Più di 200 soldati ucraini hanno lasciato l’acciaieria Azovstal

È la prima evacuazione di militari dall'ultimo luogo a Mariupol che resisteva ancora ai russi: per questo si parla di "resa" di fatto

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Nella notte tra lunedì e martedì sono stati fatti evacuare centinaia di soldati ucraini che da mesi erano asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, città del sud-est dell’Ucraina che ormai da diversi giorni è sotto il controllo della Russia. È la prima evacuazione di militari dall’acciaieria. In tutto sono stati fatti uscire 264 soldati, di cui 53 feriti: la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Maliar, ha detto che i soldati sono stati trasferiti in due città dell’Ucraina che si trovano in territori controllati dai russi, e che nei prossimi giorni verranno riportati in territorio ucraino con uno scambio di prigionieri.

Al momento non è chiaro se siano stati fatti evacuare tutti i soldati che erano nell’Azovstal, o se all’interno dello stabilimento ce ne siano ancora: nel pomeriggio di martedì altri sette pullman si sono allontanati dallo stabilimento e Maliar ha detto che il governo ucraino sa quanti soldati si trovano ancora al suo interno, ma di non poterlo rivelare perché la situazione è delicata e per questo l’informazione è segreta.

L’esercito ucraino ha comunque detto di aver ordinato la fine di tutte le “operazioni di combattimento”, dichiarando di fatto la resa ai russi e la fine di una lunghissima battaglia iniziata fin dal primo giorno dell’invasione russa, il 24 febbraio, e durata in tutto 82 giorni.

Quella di stanotte è stata un’operazione estremamente importante per l’Ucraina, che è riuscita a portare in salvo quelli che in patria sono considerati eroi nazionali. I soldati, appartenenti al reggimento Azov, avevano resistito per quasi tre mesi agli attacchi della Russia a Mariupol, che era riuscita a conquistare la città solo dopo molti sforzi e un lungo assedio.

L’acciaieria era rimasto l’unico luogo della città ancora sotto il controllo degli ucraini, e fino ad oggi era stato difeso da un manipolo di soldati che avevano rifiutato categoricamente ogni richiesta di resa. Nei sotterranei dell’acciaieria per settimane erano stati nascosti anche centinaia di civili, in gran parte fatti evacuare l’8 maggio. Da allora l’esercito russo aveva però continuato ad attaccare e bombardare quotidianamente l’acciaieria, senza consentire nessuna tregua per permettere il soccorso dei soldati feriti.

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