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  • Martedì 17 maggio 2022

Iga Swiatek non perde più

Chi è la tennista polacca numero 1 al mondo, che ha vinto le ultime 28 partite giocate e sembra non avere rivali nel circuito

Iga Swiatek con il trofeo degli Internazionali d'Italia
(ANSA/FABIO FRUSTACI)
Iga Swiatek con il trofeo degli Internazionali d'Italia (ANSA/FABIO FRUSTACI)
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Domenica la tennista polacca Iga Swiatek (si legge “shviontek”) si è riconfermata campionessa degli Internazionali di Roma, uno dei tornei di tennis più importanti al mondo, che aveva già vinto nel 2021. In finale ha battuto nettamente la tunisina Ons Jabeur, con il punteggio di 6-2, 6-2.

Da sei settimane Swiatek è salita al primo posto della classifica mondiale, dimostrando una maturità nel gioco e una superiorità sulle avversarie eccezionale soprattutto se rapportata alla sua età: dovrà infatti compiere 21 anni il prossimo 31 maggio, durante il Roland Garros (uno dei quattro Slam, i tornei di tennis più importanti della stagione), di cui è anche la grandissima favorita.

A Roma ha vinto senza perdere nemmeno un set, ottenendo la quinta vittoria consecutiva negli ultimi cinque tornei a cui ha partecipato, quattro dei quali erano WTA 1000 (i prestigiosi tornei secondi per importanza solo agli Slam). A questi risultati è arrivata grazie a una striscia di 28 partite vinte consecutivamente, un’enormità che non si vedeva dal 2013.

Questo e altri record che Swiatek ha fatto registrare nell’ultimo periodo sono paragonabili solo a quelli raggiunti da alcune delle giocatrici più forti della storia del tennis: Serena Williams per esempio, che prima di lei era stata l’unica giocatrice di sempre in grado di vincere più di quattro WTA 1000 in una stagione (arrivò a cinque nel 2013). Al momento non sembrano esserci tenniste in grado di insidiare il suo dominio nel circuito.

Swiatek è nata a Varsavia, la capitale della Polonia, nel 2001. La madre è un’ortodontista, mentre il padre è un ex canottiere che partecipò per la Polonia alle Olimpiadi del 1988 a Seul, in Corea del Sud. Iniziò a giocare a tennis a 5 anni, per imitare e battere la sorella maggiore Agata, di tre anni più grande, come lei stessa ha raccontato in alcune interviste (Agata lasciò il tennis a 15 anni a causa di frequenti infortuni).

Già a livello juniores Swiatek ottenne ottimi risultati e nel 2018, a 17 anni, si aggiudicò Wimbledon junior in singolare e Roland Garros junior in doppio: la velocità della sua ascesa fu subito chiara quando solo due anni dopo vinse a 19 anni il suo primo e finora unico Slam al Roland Garros 2020, una delle tenniste più giovani di sempre, facendosi conoscere da addetti ai lavori e appassionati in tutto il mondo.

A quel torneo Swiatek arrivò da quasi sconosciuta: nel 2020 – sostanzialmente il suo primo anno da professionista – aveva ottenuto una serie di risultati deludenti e la sua unica finale a livello WTA (il circuito maggiore del tennis femminile) l’aveva giocata e persa un anno e mezzo prima, nel torneo minore di Lugano. Già dopo essere arrivata al quarto turno, cioè agli ottavi di finale, era considerata la maggiore sorpresa del torneo, perché stava giocando bene e non aveva ancora perso un set. Agli ottavi batté sorprendentemente 6-1, 6-2 la favorita Sofia Kenin, numero 3 al mondo e testa di serie numero 1 del torneo. Alla fine Swiatek concluse l’intero torneo senza perdere nemmeno un set: non succedeva dal 2007, quando fece lo stesso Justine Henin, una delle tenniste belghe più forti della storia e quattro volte campionessa del Roland Garros. Swiatek vinse da numero 54 del mondo, il ranking più basso di sempre per una vincitrice del torneo francese.

Da quel momento in poi si è fatta molto amare dal pubblico e ha guadagnato centinaia di migliaia di fan in tutto il mondo, non solo per il suo tennis entusiasmante, ma anche per il suo carattere e la sua simpatia. Dopo aver vinto la finale femminile del Roland Garros raccontò di essere sempre stata una grande tifosa del tennista spagnolo Rafael Nadal, che avrebbe giocato la finale maschile il giorno successivo. Alla domanda se avesse in programma di assistere alla partita, Swiatek rispose: «Vediamo se riesco ad avere i biglietti!». Mentre in campo ha sempre un’aria molto concentrata e che spesso non lascia trasparire emozioni, fuori Swiatek è già associata a una certa spontaneità. Appena dopo aver vinto la finale di Roma, domenica, è scoppiata a piangere ed è rimasta commossa durante tutta la premiazione, anche quando ha scherzato sulla cucina italiana.

Iga Swiatek appena dopo l’ultimo punto della finale agli Internazionali di Roma (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Nella sua carriera professionistica, fin qui Swiatek ha avuto due allenatori, entrambi polacchi: Piotr Sierzputowski, dal 2016 al dicembre 2021, e Tomasz Wiktorowski, che dal 2011 al 2018 aveva allenato Agnieszka Radwanska, ex tennista polacca considerata una delle più forti nella storia del paese. Radwanska era stata anche la più vincente, almeno finché Swiatek non ha superato le sue vittorie per numero e importanza, in appena due anni di carriera professionistica.

Tra le persone che fanno parte del team di Swiatek, però, la più citata e intervistata è Daria Abramowicz, psicologa dello sport che sembra averle dato grande consapevolezza del suo talento e capacità di gestione dei momenti difficili. È una figura che ha da subito incuriosito i media, perché Swiatek ha sempre parlato molto volentieri e apertamente sia di lei che della propria salute mentale, superando un certo pudore ancora molto presente sull’argomento, che lo sport e il tennis stanno affrontando solo negli ultimi anni e in modo parziale.

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Durante il Roland Garros del 2020, diverse partite prima della vittoria, Swiatek disse che Abramowicz l’aveva resa «più intelligente» e che aveva contribuito a farle conoscere meglio lo sport e la psicologia: «Capisco i miei sentimenti e posso nominarli ad alta voce». Poi aveva aggiunto: «Credo che la forza mentale sia probabilmente la cosa più importante nel tennis in questo momento, perché tutti possono giocare ai massimi livelli, ma i migliori sono quelli più tosti e che sanno reggere la pressione».

Abramowicz, che ha 33 anni ed è una ex velista a livello professionistico, ha detto di lavorare molto con Swiatek sul mantenimento di relazioni profonde con i suoi familiari e amici, in modo che abbia una certa stabilità emotiva, che ritiene necessaria anche per arrivare ai successi sportivi. L’obiettivo è farle capire che può raggiungere migliori risultati se affronta il tennis come una parte della sua vita, e non come se fosse tutta la sua vita.

Lo scorso anno Swiatek ha donato 50mila dollari per sostenere la giornata mondiale sulla salute mentale. Si è detta consapevole dell’importanza di essere «in pace» per potersi concentrare sul proprio lavoro: «Non vale solo per i tennisti, ma per qualsiasi persona che vuole avere successo e che sta facendo cose straordinarie».

La mentalità è probabilmente l’aspetto che distingue maggiormente Swiatek dalle altre giovani tenniste di talento in circolazione. La sua vittoria al Roland Garros nel 2020 arrivò in un momento in cui il tennis femminile faticava a esprimere giocatrici in grado di vincere con continuità e di imporre un predominio sul circuito: c’erano state diverse nuove vincitrici di Slam, e nessuna era poi riuscita a confermarsi a quei livelli.

I quattro Slam sono Roland Garros, Wimbledon, US Open e Australian Open. Prima di lei ne avevano vinto uno in modo inaspettato ed estemporaneo la canadese Bianca Andreescu (US Open 2019), che attualmente è la numero 72 al mondo, e la statunitense Sofia Kenin (Australian Open 2020), attuale numero 149.

Iga Swiatek a Parigi con il trofeo del Roland Garros, dopo la vittoria del 2020 (AP Photo/Christophe Ena, File)

Il timore di molti era che anche Swiatek fosse una vincitrice “di passaggio”, e che a causa della giovane età non fosse in grado di mantenere il livello di tennis espresso in quel torneo nei mesi a venire, come successo ad Andreescu e Kenin. Dopo la vittoria Swiatek sembrò molto consapevole di questa eventualità, e disse: «Penso che la più grande sfida per me sia diventare continua». Poi ancora: «È per questo che abbiamo così tante nuove vincitrici di Slam, perché non siamo costanti come, per esempio, Rafa, Roger e Novak» (Nadal, Federer e Djokovic).

Disse che da lì in poi quello sarebbe stato il suo obiettivo, e a riguardare oggi il suo percorso sembra esserci decisamente riuscita: dopo quella vittoria passò dal numero 54 al numero 17 della classifica mondiale, e continuò a migliorare fino a entrare stabilmente in top 10 dopo la vittoria ottenuta agli Internazionali di Roma dello scorso anno. Nel 2021, concluso con due tornei vinti, era stata l’unica tennista del circuito in grado di arrivare almeno agli ottavi di finale in tutte le prove dello Slam, dimostrandosi competitiva su tutte le superfici.

Lo scorso anno la sua rapida ascesa e la sua continuità erano in parte passate inosservate: un po’ perché dopo Roma non aveva avuto grandi picchi – che generalmente attraggono maggiori attenzioni da parte dei media – e un po’ perché la sua crescita era stata messa in ombra dai risultati della numero 1 del circuito, Ashleigh Barty, e di una nuova giovane promessa, Emma Raducanu, che a settembre scorso era riuscita a vincere US Open a soli 18 anni. Swiatek non era la novità, come Raducanu, e ancora non si avvicinava al livello di Barty.

Ancora quest’anno, i suoi risultati eccezionali stanno ricevendo meno attenzioni proprio a causa dell’improvviso ritiro dal tennis di Barty, che a soli 25 anni ha detto di non avere più le giuste motivazioni per continuare (Swiatek ha raccontato di aver pianto per 40 minuti, dopo aver saputo la notizia).

Swiatek, che nel frattempo era salita fino alla seconda posizione nel ranking, ha scavalcato Barty solo dopo il suo ritiro: così se ne è parlato poco. Visto però il livello di tennis raggiunto da Swiatek negli ultimi tornei, ora molti si rammaricano di non aver potuto assistere a una rivalità tra lei e Barty.

Già dalla sua vittoria al Roland Garros, Swiatek era sembrata una tennista molto completa, pur avendo margini di miglioramento in molti aspetti del suo gioco. Ha un dritto e un rovescio molto solidi ed è una grande giocatrice di difesa e di recupero, capace di sostenere e vincere scambi molto lunghi. Queste caratteristiche, unite a una grande varietà di colpi e soluzioni, la rendono sicuramente una tennista molto adatta alla terra rossa, dove finora ha ottenuto le sue vittorie più prestigiose: gioca molto bene smorzate e pallonetti, ma è anche capace di andare a rete in maniera efficace.

Ha però già vinto tornei importanti anche sul cemento, sviluppando durante lo scorso anno uno stile di gioco più aggressivo (soprattutto nella risposta al servizio delle avversarie) e adatto a quella superficie. Sull’erba finora ha giocato di meno, ma nel 2021 è comunque riuscita ad arrivare agli ottavi di finale a Wimbledon.

L’aspetto più determinante del suo gioco però continua a essere probabilmente la capacità di restare concentrata nei punti decisivi e di alzare il livello nelle partite più importanti. Non sembra casuale che Swiatek abbia vinto 8 delle 9 finali giocate in carriera (perse solo la prima, a 17 anni), e che nelle 8 vittorie abbia sempre vinto per 2 set a 0, di fatto dominando ogni avversaria che aveva di fronte.

In questo momento nessuna tennista sembra in grado di raggiungere né la sua continuità sul lungo periodo, né il suo livello in una singola partita, tanto meno sulla terra rossa: per questo è considerata unanimemente e di gran lunga la più credibile pretendente alla vittoria del prossimo Roland Garros, che inizierà il 22 maggio, così come le sue settimane da numero 1 della classifica mondiale sembrano destinate a diventare molte di più delle attuali sei.

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