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  • Martedì 10 maggio 2022

Il leader dei Laburisti britannici è al centro di un possibile scandalo

Keir Starmer è accusato di avere violato le restrizioni della pandemia per una cena di partito, e ora è indagato dalla polizia

Keir Starmer (AP Photo/Alastair Grant, File)
Keir Starmer (AP Photo/Alastair Grant, File)
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Lunedì Keir Starmer, il leader dei Laburisti britannici, ha promesso di dimettersi nel caso in cui la polizia decida di multarlo per uno scandalo soprannominato dalla stampa britannica beergate: riguarda un incontro organizzato più di un anno fa a Durham, nel nord del Regno Unito, in cui Starmer e alcuni compagni di partito erano stati fotografati mentre mangiavano e bevevano, durante il quale potrebbero essere state violate le restrizioni allora in vigore contro la pandemia da coronavirus.

L’incontro e le fotografie erano cosa nota, ma la questione si è riaperta e allargata negli ultimi giorni, trasformandosi in una specie di gara tra Starmer e Boris Johnson, il leader dei Conservatori a sua volta al centro di diversi scandali per le violazioni delle restrizioni. La cosa potrebbe indebolire il consenso maturato in questi mesi dai Laburisti, che ormai da settimane i sondaggi davano avanti di qualche punto rispetto ai Conservatori. La popolarità e la carica di Starmer sembrano essere appese a un’indagine della polizia: non è l’ideale per un leader che in questi mesi aveva cercato di capitalizzare sugli scandali di Johnson e di presentarsi come il difensore delle regole e della legalità.

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Il cosiddetto beergate è iniziato più di un anno fa, il 30 aprile del 2021. A Durham c’era stato un incontro del partito Laburista e il quotidiano scandalistico britannico The Sun aveva diffuso alcune foto che ritraevano Starmer con una birra in mano e sullo sfondo persone che mangiavano, alcune sedute e altre in piedi. Era circolato anche un video. In quei giorni, nel Regno Unito, le norme per il contenimento dei contagi vietavano l’organizzazione di feste o cene al chiuso, e prevedevano che ci si potesse incontrare al chiuso solo per lavoro, mangiando e bevendo solo se necessario.

I Conservatori e i media a loro vicini avevano accusato Starmer e il suo partito di stare infrangendo le norme sulle restrizioni; da parte loro, Starmer e i Laburisti si erano difesi dicendo che quella sera stavano lavorando e avevano semplicemente ordinato del cibo da asporto da consumare durante la riunione, dato che si era fatto tardi.

Il caso non aveva avuto molto seguito: la polizia di Durham aveva concluso che non erano state infrante norme e non se n’era parlato granché. Anche perché pochi mesi dopo era iniziato il cosiddetto partygate, cioè lo scandalo delle feste organizzate nell’ufficio del primo ministro Boris Johnson in violazione delle restrizioni in vigore per il lockdown. Il partygate innescò due indagini, una interna al governo e una della polizia di Londra, e portò Boris Johnson a rischiare seriamente di venire rimpiazzato come leader del partito Conservatore e del governo.

Il caso sull’incontro dei Laburisti a Durham si è riaperto – e considerevolmente allargato – solo qualche giorno fa. Dopo varie pressioni da parte dei Conservatori, venerdì scorso la polizia di Durham ha annunciato la riapertura delle indagini sull’incontro dei Laburisti, motivata dall’emersione di nuove «rilevanti» informazioni al riguardo.

La polizia non aveva specificato quali fossero queste informazioni, ma nel frattempo sull’incontro del 30 aprile sono progressivamente emersi alcuni dettagli che hanno messo Starmer in una posizione sempre più complicata. Principalmente per via di un’incongruenza nei racconti: qualche giorno fa il partito Laburista aveva ammesso che, contrariamente a quando affermato in precedenza, la vice di Starmer Angela Rayner era presente all’incontro di Durham.

A questo si sono poi aggiunte negli ultimi giorni un paio di indiscrezioni riportate da tabloid scandalistici: citando una non meglio specificata «fonte locale» il Sun, lo stesso giornale che un anno fa aveva diffuso le foto dell’incontro, ha scritto in questi giorni che il conto del cibo da asporto di Karmer e dei suoi collaboratori ammontava ad «almeno 200 sterline», con una quantità di cibo prevista per 25-30 persone. Un’indiscrezione che i Conservatori hanno subito sfruttato: «C’è davvero qualcuno che crede che 30 persone che bevono birra e ci danno dentro col curry alle 10 di sera del venerdì lo facciano per un incontro di lavoro?», si è chiesto sarcasticamente parlando con Politico il parlamentare Conservatore Richard Holden.

Un altro tabloid, lo screditato Mail on Sunday, ha invece scritto di aver ottenuto una nota «riservata» del partito Laburista che dimostrava come la cena a Durham fosse stata già pianificata prima dell’incontro, e non fosse stata quindi allestita e improvvisata all’ultimo.

Al di là di queste indiscrezioni, non è ancora chiarissimo se il beergate avrà delle conseguenze immediate per Starmer. Secondo il Guardian la polizia di Durham non sta indagando su nulla di paragonabile alle varie feste e incontri tenuti da Johnson durante il periodo di picco della pandemia, e l’incontro di Starmer e dei suoi collaboratori può essere accomunato al massimo ad alcuni degli incontri di Johnson che erano stati indagati dalla funzionaria del governo britannico Sue Gray senza venire trasferiti alla polizia di Londra, perché, appunto, non abbastanza gravi.

Tuttavia la riapertura delle indagini rischia di indebolire ugualmente Starmer e il suo partito. Starmer era stato uno dei più feroci accusatori di Johnson sulla violazione delle restrizioni – gli aveva dato dell’«uomo senza vergogna», invitandolo più volte a dimettersi – e ora si trova a dover dimostrare di aver tenuto più o meno lo stesso comportamento.

Se la polizia concluderà che Starmer non ha violato nessuna regola lui potrà presentarsi come l’esatto contrario di Johnson e acquisire credibilità: ma in caso contrario perderebbe tutta quella che ha cercato di guadagnare negli ultimi mesi, sfruttando gli scandali di Johnson per tentare di risollevare un partito che negli ultimi anni era entrato in seria crisi.

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