Una canzone di Malcolm McLaren

Un valzer di nome che proprio non è un valzer di fatto

(Hulton Archive/Getty Images)
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Vedo che il mese scorso si sono divertiti parecchio Eddie Vedder e Stewart Copeland a Los Angeles ( Eddie Vedder dei Pearl Jam e Stewart Copeland dei Police , dico per mia mamma, hai visto mai che legga la newsletter proprio stasera e la trovi di nuovo ostile come quando smise un anno e mezzo fa); e c’era Glen Hansard pure.
A Londra è in corso un processo per un’accusa di plagio contro Ed Sheeran.

Waltz darling
Malcolm McLaren

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Ho pensato di portare la questione dei valzer/nonvalzer alle sue estreme conseguenze, ovvero con un valzer di nome che proprio non è un valzer di fatto: era di Malcolm McLaren, squinternato e geniale coinventore dei Sex Pistols e di altre follie, complice di Vivienne Westwood , e risorto ancora nel 1989 alle attenzioni mondiali con questo pezzo e questo disco. Che allora suonò una cosa molto originale, perché il mondo non si era ancora tanto annoiato degli accrocchi di campionamenti, scratch, loop e appiccichi che McLaren aveva imparato da Trevor Horn (che lo aveva aiutato col suo primo disco), e che riuscì a tenere insieme in una cosa che fosse pure ballabile e orecchiabile (in quello stesso ellepì c’era un’altra canzone che andò forte, ugualmente divertissement e collage, e anche quella con brandelli di valzer viennese che McLaren disseminò in tutto il disco).

Mi ero dimenticato, vedo ora: una volta scrissi che somigliava un po’ a Margaret Thatcher, per vicinanza degli opposti, e in effetti.

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