Una canzone di Glen Hansard

(David Ruzicka/CTK via AP Images)
(David Ruzicka/CTK via AP Images)

Ne parlavamo qualche giorno fa e ci siamo: il tweet in cui Mariah Carey annuncia oggi di essere pronta a reimposessarsi dei prossimi due mesi ha avuto finora 5,5 milioni di visualizzazioni.
Oggi è uscito un nuovo disco di Jeff Lynne con l’illustre nome di Electric Light Orchestra (qui su Spotify): mi pare anche questo sia un po’ inutile, con tutto l’affetto e rispetto per le meraviglie che lui e loro fecero in altri tempi.
Invece, a Dave Simpson del Guardian il disco di Michael Kiwanuka di cui dicevamo l’altroieri è piaciuto smodatamente.

McCormack’s wall
Glen Hansard ha una storia di successo tutta sua: in Irlanda – lui è di Dublino – lo conobbero presto nella sua band dei Frames, poi nel 2006 fece un bel disco con la musicista ceca Markéta Irglová, che aveva conosciuto nel 2000 quando lei aveva 13 anni e lui 20: il disco fu da ispirazione per un film con loro due come protagonisti, Once, e loro due si fidanzarono. La canzone principale fu candidata all’Oscar, e loro si trovarono d’un tratto su quel palcoscenico mondiale, e vinsero. Poi si lasciarono, e intanto lui era diventato famoso e fece diversi bei dischi e canzoni meravigliose. Tra dieci giorni fa tre concerti in Italia, e ve lo consiglio molto: era passato a luglio dal lago di Garda per l’ultima data del suo tour estivo, ed è stato uno dei concerti più memorabili che abbia visto in questi anni, anche se devo ammettere che fu complice la serata di lampi e tuoni e il suo non voler andare più via a fine concerto, trasformato in una specie di notte di gita scolastica a cantare qualunque cosa.
Questa canzone è nel suo disco del 2015: una specie di filastrocca, molto irlandese, nei concerti la canticchiano tutti dondolando. “A song for drinking”, e poi buonanotte. A meno che facciamo un altro giro.

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