Le pizze degli altri

Alcune delle varianti più popolari all'estero sono farcite con ingredienti che qui possono sembrare assurdi, e non c'è solo l'ananas

Chad Montano/Unsplash
Chad Montano/Unsplash

Su Twitter negli ultimi giorni è circolata la foto di una nuova pizza surgelata distribuita in Germania da Dr. Oetker, cioè l’azienda che noi conosciamo come Cameo, che ha attirato l’attenzione di molti per la sua bizzarra farcitura: bastoncini di pesce. Un abbinamento che ha prevedibilmente suscitato moti di indignazione tendente al revanscismo tra vari utenti italiani, secondo un meccanismo noto e da tempo preso in giro per esempio dall’account @italians_mad_at_food (“italiani arrabbiati con il cibo”), che raccoglie i commenti schifati nei confronti di piatti percepiti come bizzarrie o veri abomini gastronomici.

Tra i più antichi motivi di questa rabbia c’è notoriamente la pizza con l’ananas, una delle varianti della pizza più popolari all’estero, dove il piatto è diffusissimo e vive spesso di vita propria, completamente slegata dalla tradizione italiana. Per la gioia di chi, in Brasile o in Cina, la gradisce così.

Pizza hawaiana
È quella più conosciuta: nella variante più diffusa, è una margherita con prosciutto cotto e ananas. L’odio italiano nei confronti di questa pizza ha valicato i confini e negli anni ha creato un dibattito che a volte manda in crisi persino i paesi nordamericani, grandi consumatori della pizza hawaiana.

A inventarsi questa combinazione fu un ristoratore greco emigrato in Canada, Sam Panopoulos. Fu di fatto una trovata commerciale: nel 1962, nel suo ristorante in Ontario, decise di proporre la pizza con l’ananas, così, «giusto per divertirci, per vedere di cosa sapeva», raccontò poi anni dopo a BBC. «Eravamo giovani e facevamo un sacco di esperimenti». Il contrasto tra il dolce dell’ananas e il salato della pizza però piacque assai, e quindi rimase nel menù. La chiamarono pizza “hawaiana” perché così era chiamata la marca di ananas in scatola che usavano per prepararla.

Pizza con le banane
Nei paesi scandinavi, sia in Svezia che in Islanda, le banane sono un ingrediente piuttosto comune sulle pizze, sempre con una base di pomodoro e formaggio.

Pizza Chicago (deep dish)
Rispetto allo standard italiano potrebbe essere un po’ difficile definire questa pizza “pizza”. Viene cotta in un tegame da torta, è piuttosto alta e con un cornicione che ricorda più quello di una cheesecake che quello di una pizza. Il motivo è che la ricetta per la pasta somiglia appunto a quella di un dolce, viene sfogliata con il burro e viene aggiunta poi farina di granturco per renderla più croccante e saporita.

Chicago-style stuffed pizza
Non contenti di questa pizza-torta molto burrosa, i ristoratori di Chicago hanno pensato bene di crearne una variante ripiena. In pratica, la Chicago-style stuffed pizza è una pizza Chicago, ma con ingredienti variabili tra uno strato e l’altro della pasta: verdure, cipolla, carne, a seconda dei gusti. Una specie di torta rustica ripiena, ma con sopra anche pomodoro e formaggio.

Le fantasiose pizze surgelate
I luoghi dove all’estero si trovano le pizze più fantasiose – per noi almeno – sono i supermercati, dove la varietà di pizze e altri prodotti surgelati è sempre molto ampia. Oltre a quella con i bastoncini di pesce, le varianti sono moltissime, dalle verdure con pollo, al pollo con il bacon, al pollo con bacon e salsa ranch (una salsa a base di panna aromatizzata all’aglio e alle erbe).

Grandiosa
È il nome di un marchio di pizze surgelate popolarissimo in Norvegia. Commercializzato nel 1980, la prima pizza prodotta – definita l’originale – aveva carne di manzo, peperoni, pomodoro e formaggio. Era un prodotto unico sul mercato norvegese, quindi ebbe un grande successo, al punto che a volte viene definito dagli stessi norvegesi con ironia il loro piatto nazionale. Negli anni ne sono state fatte molte varianti, quella al gusto “taco” con il mais, quella con le polpette, quella con carne e cipolla.

Uno dei motivi per cui Grandiosa viene spesso presa in giro è la sua consistenza piuttosto dura. Nel 2005 i norvegesi dedicarono alla pizza persino un libro, Grandiosaland, che racconta tra le altre cose la storia di un uomo che aveva la mascella rotta e per mangiare la sua Grandiosa doveva frullarla.

Lomo saltado
Una pizza molto diffusa in Perù è quella con il lomo saltado, un filetto stufato con peperoni, cipolla, pomodori e peperoncino piccante. È un piatto peruviano, di solito accompagnato con riso bianco e patatine fritte. In questo caso però viene direttamente messo sulla pizza con la solita base di pomodoro e formaggio.

Chicken BBQ
Negli Stati Uniti va fortissimo anche una variante di pizza con la salsa barbecue. Di solito gli ingredienti della tipica pizza con salsa barbecue sono pollo, cipolle, a volte peperoni, erbe aromatiche e formaggio. In Italia l’unica pizzeria che sfida la sorte proponendola ai clienti è la catena Domino’s. Ci sono comunque anche varianti più artigianali e di qualità, con salse fatte in casa e con il pollo che viene prima cotto e poi messo sulla pizza.

Pollo e catupiry
Il pollo è un ingrediente popolare in moltissimi paesi tranne l’Italia. Anche la variante più diffusa in Brasile ce l’ha. Il Brasile è uno dei paesi con più pizzerie al mondo (la sola San Paolo ne ha 6mila), perciò col tempo si sono affermate tantissime varianti locali. La più diffusa è quella con pollo e catupiry, un formaggio spalmabile. Altre varianti molto apprezzate – tutte con base di pomodoro e formaggio – sono quella con la carne di manzo essiccata, quella con l’aglio fritto e quella con i gamberi alla griglia.

– Leggi anche: Atlante della pizza in Italia