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  • Sabato 12 febbraio 2022

Quant’è difficile essere Volodymyr Zelensky

A metà tra l'Occidente e un'invasione russa, il presidente ucraino cerca con un certo impaccio di mantenere la calma

Volodymyr Zelensky (Eduardo Munoz - Pool/Getty Images)
Volodymyr Zelensky (Eduardo Munoz - Pool/Getty Images)

La minaccia di un’invasione russa dell’Ucraina ha provocato un po’ ovunque reazioni molto allarmate: non solo da parte degli Stati Uniti, che hanno allertato e spostato migliaia di soldati nell’ipotesi, secondo loro concreta, di un’invasione, ma anche da parte dei paesi europei. In modo abbastanza sorprendente, a mantenere un atteggiamento apparentemente tranquillo è stato invece proprio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: nei giorni scorsi ha cercato di calmare le acque e di ridimensionare la minaccia russa, arrivando anche a criticare i governi occidentali per il loro allarmismo.

L’atteggiamento di Zelensky è coerente col modo in cui ha gestito finora le tensioni con la Russia, ma lo mette ora in una posizione difficile: Zelensky deve bilanciare il tentativo piuttosto evidente di evitare un aumento delle tensioni con il rischio di spazientire gli alleati occidentali, che stanno investendo sforzi diplomatici e mezzi per la difesa dell’Ucraina. E se la Russia invadesse davvero, Zelensky potrebbe essere accusato di aver minimizzato il rischio di una guerra e di non aver fatto abbastanza per evitarla, come già adesso sostengono alcuni suoi critici.

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L’atteggiamento cauto del presidente ucraino è emerso in più occasioni nel corso delle ultime settimane. Zelensky ha equiparato l’attuale crisi al confine ad altri momenti di tensione tra Russia e Ucraina, senza darle quindi una specificità o un’urgenza particolare.

Lo ha fatto quando ha detto che il rischio di un’invasione russa è uguale a quello dello scorso aprile, quando la Russia ammassò al confine circa 40mila soldati, per poi ritirarli (ma stavolta i soldati sono più del doppio, meglio armati e organizzati come se si stesse davvero preparando un’invasione). Lo ha fatto anche quando ha assimilato la crisi al confine alle tensioni che sono in corso tra Russia e Ucraina ormai dal 2014, anno dell’invasione con cui la Russia annettè la Crimea.

Zelensky ha anche criticato i capi di governo occidentali per i loro toni, secondo lui ingiustificatamente allarmistici: «Io sono il presidente dell’Ucraina, io vivo qui, e io penso di conoscere la situazione meglio di qualsiasi altro presidente», ha detto una decina di giorni fa riferendosi alle preoccupazioni espresse da Joe Biden ed Emmanuel Macron, presidenti di Stati Uniti e Francia, per la situazione al confine.

Un’altra occasione in cui Zelensky ha mostrato di voler ridimensionare la minaccia russa è stata quando ha criticato, giudicandola come eccessiva, la decisione degli Stati Uniti di evacuare i familiari del personale dell’ambasciata americana a Kiev, la capitale dell’Ucraina. Con una punta di sarcasmo, Zelensky ha detto: «I diplomatici sono come i capitani: dovrebbero essere gli ultimi ad abbandonare la nave che affonda, ma l’Ucraina non è il Titanic».

Ci sono state, ovviamente, anche occasioni in cui Zelensky è sembrato prendere molto sul serio l’ipotesi di un’invasione russa, come quando ha criticato il presidente Biden per la sua controversa affermazione sul fatto che la NATO non avrebbe saputo come rispondere a una «piccola incursione» della Russia in Ucraina. O quando ha detto che una guerra in Ucraina non sarebbe solo una guerra tra Ucraina e Russia, ma «una guerra europea, una guerra vera e propria». Queste affermazioni, per certi versi, sono sembrate anche in contraddizione coi suoi più frequenti tentativi di sdrammatizzare la situazione, notati in queste settimane da diversi analisti e osservatori.

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L’atteggiamento pacato di Zelensky ha diverse ragioni. In parte, come ha detto lui stesso, la prospettiva di una guerra imminente rischia di destabilizzare l’economia e la politica interna del paese, che lui ha tutto l’interesse a preservare. Come ha spiegato il Wall Street Journal, quella della «calma olimpica» è una strategia ben precisa, adottata da Zelensky con il sostegno dei suoi consiglieri più stretti.

Più in generale, comunque, Zelensky sta gestendo la minaccia russa come ha sempre cercato di fare, cioè con cautela ed evitando il più possibile gli scontri frontali. Zelensky, che ha 44 anni e prima di essere eletto non aveva nessuna esperienza politica (faceva l’attore, recitando soprattutto in commedie), è presidente dal 2019, il settimo a governare l’Ucraina dai tempi della sua indipendenza dall’Unione Sovietica. Una delle sue promesse principali, assieme a quella di eradicare la corruzione, fu di riuscire a risolvere diplomaticamente le tensioni con la Russia facendo un accordo di pace con Putin, senza dover passare per una guerra.

Nel suo primo discorso da presidente, Zelensky rassicurò il pubblico dicendo che «tutto è possibile» – una frase che divenne una specie di motto – e rimproverò il suo principale oppositore, Petro Poroshenko, ex presidente sconfitto alle elezioni, per le pessime relazioni tenute con la Russia.

Le cose, però, non sono state così lineari: Zelensky ha progressivamente capito che trattare con Putin non era così semplice, e ha man mano assunto posizioni più ferme e assertive, un po’ anche sull’onda delle critiche ricevute all’interno, da parte di chi lo accusava di avere un atteggiamento troppo remissivo nei confronti della Russia. Un punto di svolta, per cui le relazioni tra Russia e Ucraina sono ulteriormente peggiorate, è arrivato soprattutto con l’amministrazione di Joe Biden, che si è detto pronto a contrastare l’espansionismo russo e ha rinnovato il sostegno degli Stati Uniti al mantenimento della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

Tutti questi cambiamenti potrebbero aver convinto Putin ad agire prima che l’attuale status quo, tutto sommato ancora favorevole alla Russia, venga modificato. Secondo alcuni suoi ex collaboratori ascoltati dal Wall Street Journal, però, Zelensky spera ancora di poter risolvere le tensioni con la Russia in modo diplomatico e con un accordo di pace: il suo atteggiamento cauto e apparentemente sereno servirebbe quindi a mostrare di non voler trattare la Russia come un nemico, e quindi a non accrescere ulteriormente la tensione.

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Dato il livello di tensione raggiunto, però, la posizione di Zelensky è rischiosa: già in passato c’erano state proteste contro di lui perché il suo atteggiamento verso la Russia era considerato troppo arrendevole. E nelle ultime settimane i suoi oppositori e critici, primo tra tutti Poroshenko, lo hanno accusato di prendere troppo poco sul serio la minaccia di un’invasione russa, cioè, in sostanza, di non difendere adeguatamente il paese.

C’è anche chi apprezza la calma di Zelensky e ritiene che stia gestendo con competenza e fermezza una situazione molto delicata, senza cedere al panico. Ma se Putin procedesse con un’invasione Zelensky rischierebbe – oltre a tutti i problemi legati a dover gestire un conflitto armato – di perdere credibilità con tutti, con gli ucraini e coi suoi alleati occidentali, per aver sottovalutato il rischio della seconda invasione russa in meno di dieci anni.

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