Il Movimento 5 Stelle non potrà ricevere i soldi del 2 per mille

Una commissione parlamentare gli ha negato questa possibilità perché non risulta iscritto al registro nazionale dei partiti

(Mauro Scrobogna /LaPresse)
(Mauro Scrobogna /LaPresse)

Lo scorso 30 novembre il Movimento 5 Stelle aveva chiesto ai propri iscritti di esprimersi sulla possibilità di incassare il 2 per mille attraverso le dichiarazioni dei redditi dei cittadini, in quella che era stata interpretata come una svolta per il partito, dato che a lungo era stato contrario a ogni forma di sostegno pubblico ai partiti. Gli iscritti si erano espressi a favore di questa possibilità, ma adesso una commissione del Parlamento ha stabilito che il Movimento non potrà ricevere i fondi del 2 per mille, perché non iscritto al registro nazionale dei partiti come stabilito dal decreto legge numero 149 del 2013.

A deciderlo è stata la Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici il 23 dicembre, con una delibera in cui sono state respinte anche le richieste di altri partiti, come Coraggio Italia del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. L’eventualità che il Movimento 5 Stelle non potesse ricevere il 2 per mille non era però inaspettata: già il 28 novembre il Fatto Quotidiano aveva scritto che «bene che vada, il M5S potrà accedere al 2 per mille non prima del 2023».

Il motivo è che per iscrivere un partito al registro nazionale ci vuole tempo: la Commissione deve valutare che lo statuto presentato dal partito in questione rispetti alcuni criteri di democrazia interna, e durata e modalità di assegnazione delle cariche dirigenziali. Aspetti che nello statuto del M5S presentato la scorsa estate non sono delineati in maniera chiara. La scadenza entro la quale bisognava risultare iscritti al registro, evidentemente non rispettata dal M5S, era il 30 novembre.

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L’iniziativa del Movimento, voluta dal leader Giuseppe Conte, aveva fatto discutere le diverse correnti interne al partito. In particolare, si erano mostrati contrari i parlamentari più vicini al fondatore e garante del partito Beppe Grillo, come il senatore Vincenzo Presutto, che a novembre aveva detto: «Rispetto il voto degli iscritti, ma oggi viene violato uno dei principi identitari più forti del M5S, uno dei valori fondanti, voluto da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio, che ha decretato il successo politico del Movimento fino ad ora».

Come ha scritto venerdì il Corriere della Sera, il Movimento 5 Stelle non se la passa bene dal punto di vista economico e i soldi del 2 per mille sarebbero stati utili a riequilibrare i conti. Per esempio il Partito Democratico grazie alle donazioni di questo tipo ha ricevuto nel 2020 oltre 7 milioni di euro.