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  • Venerdì 31 dicembre 2021

L’India vuole che gli indiani la smettano di sputare

È un'abitudine estremamente radicata, soprattutto nei maschi, ma col coronavirus è diventato un grosso problema per tutti

(AP Photo/ Saurabh Das, file)
(AP Photo/ Saurabh Das, file)

In India l’abitudine di sputare per strada è così diffusa da aver spinto i governi locali di singoli stati e città a prendere provvedimenti per cercare di fermarla, in particolare dopo l’arrivo della pandemia da coronavirus, che l’ha resa una pratica ancora più pericolosa dal punto di vista sanitario. Le tonnellate di saliva e i pezzettini di tabacco o cibo masticati e sputati comunemente dagli indiani, inoltre, contribuiscono a danneggiare edifici e infrastrutture. Finora le multe e le campagne di sensibilizzazione introdotte per limitare i danni non sembrano aver cambiato questa abitudine, che è estremamente radicata e ritenuta per molto tempo socialmente accettabile.

Il risultato è che le strade e gli angoli di molti edifici in India sono pieni della saliva e dei residui sputati a terra ogni giorno dalle persone che masticano comunemente tabacco o il cosiddetto paan: un preparato di foglie di palma di betel e noci di areca usato per i suoi effetti stimolanti. Alcuni ingredienti fanno diventare la saliva di un colore rossastro, motivo per cui i residui di paan sputati dalle persone macchiano in maniera evidente gli edifici e la pavimentazione stradale.

Per esempio, gli acidi contenuti in migliaia e migliaia di sputi di paan hanno progressivamente corroso la protezione dei pilastri che sorreggono le travi del ponte Howrah di Calcutta. Inoltre, come ha raccontato India Today, ogni anno le Ferrovie Indiane impiegano una grande quantità di denaro e acqua per ripulire le proprie stazioni dagli sputi, tanto che adesso in una quarantina di stazioni nel nord-ovest del paese si stanno diffondendo distributori di contenitori dove poter sputare, portatili e riutilizzabili.

Sia a Mumbai che in altre città esistono da tempo ispettori volontari che rimproverano e multano chi sputa, oltre che chi getta immondizia e orina per strada. Sempre a Mumbai, il capoluogo dello stato di Maharashtra, sono stati dipinti alcuni murales per cercare di convincere le persone a non sputare e un po’ dappertutto sono state avviate campagne di informazione.

Dal momento che il coronavirus si trasmette per lo più direttamente per via aerea, inoltre, nel maggio del 2020 il governo dello stato di Maharashtra ha introdotto rigide sanzioni contro chi sputa per strada. Le misure fanno parte del piano di emergenza per la gestione della pandemia: chi sputa, fuma o consuma tabacco in pubblico nello stato può essere punito con lavori di servizio civile e multe da 1.000 rupie in su (circa 12 euro). Le pene più severe prevedono fino a 2 anni di carcere.

Un cartello che invita le persone a non sputare sui muri, in centro a New Delhi (Mark Kolbe/ Getty Images)

Raja Narashimhan, un uomo che da più di dieci anni organizza seminari in tutta l’India per cercare di convincere la gente a non sputare, ha detto a BBC che gli indiani sputano anche per la convinzione che sia un proprio diritto farlo. Sputano a terra gli sportivi, e sputano anche i personaggi dei film di Bollywood che si sfidano l’un l’altro, in segno di superiorità o assenza di paura. È un’abitudine prettamente maschile, che tra le altre cose, secondo molti critici indiani, ricalca un’idea di mascolinità tossica: la giornalista di The Hindu Alka Jain l’ha descritta come una pratica «frustrante e offensiva», che trasmette un messaggio di grande «inciviltà».

Lo storico indiano Mukul Kesavan, citato sempre da BBC, ha detto che come altrove l’abitudine di sputare in India è sempre esistita e può essere collegata a quella che ha definito «l’ossessione indiana per l’inquinamento e per come liberarsene».

Secondo gli storici, ha a che fare con la religione induista, in particolare con l’idea di voler mantenere la purezza e quindi di dover espellere dalla propria casa – e metaforicamente, dal corpo – qualsiasi cosa sporca. Se però in Europa e negli Stati Uniti le abitudini dello sputare in pubblico sono cambiate soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento, in seguito alle varie epidemie di tubercolosi, in India non sembra esserci stata la stessa sensibilità.

Nel 2016 l’allora ministro della Salute indiano aveva minimizzato i problemi relativi a questa abitudine sostenendo che l’India fosse un paese che sputa: «Sputiamo quando siamo annoiati; sputiamo quando siamo stanchi; sputiamo quando siamo arrabbiati, o così giusto per farlo». All’inizio della pandemia da coronavirus, invece, il primo ministro indiano Narendra Modi aveva invitato i cittadini a non sputare nei luoghi pubblici, sostenendo che «tutti» sapessero da sempre che era «una cosa sbagliata».

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Secondo la maggior parte degli storici e dei giornalisti che si sono occupati del problema, introdurre multe e dare maggiore attenzione all’igiene non possono bastare a far cambiare un’abitudine così radicata.

Nel frattempo anche il tennista indiano Adil Kalyanpur ha provato a convincere i propri connazionali a non sputare per terra, perché è pericoloso per la diffusione del coronavirus. Lo ha fatto con una canzone rap, in cui tra le altre cose dice: «Smetti di sputare per la strada, smetti di sputare dove ti pare, così diffondi la malattia».