Lazise, in provincia di Verona (ANSA/FILIPPO VENEZIA)

Liguria, Marche, Trentino e Veneto saranno in zona gialla

Si aggiungono a Bolzano, Calabria e Friuli Venezia Giulia, ma rispetto alla zona bianca non ci sono grandi differenze

Il ministero della Salute ha deciso che da lunedì 20 dicembre anche la Liguria, le Marche, la provincia autonoma di Tento e il Veneto passeranno in zona gialla, aggiungendosi alla provincia autonoma di Bolzano, alla Calabria e al Friuli Venezia Giulia.

Tra zona bianca e zona gialla, comunque, c’è una sola differenza, ossia che in quest’ultima le mascherine sono obbligatorie anche nei luoghi all’aperto, e non solo nei luoghi chiusi, in quelli affollati all’aperto e sui trasporti pubblici. Fino al 6 dicembre c’erano altre minime differenze tra zona gialla e zona bianca, che però sono venute meno con l’entrata in vigore del Green Pass rafforzato. Ad esempio non ci sono più distinzioni per quanto riguarda i limiti di capienza di eventi, spettacoli e ristoranti, a cui tanto in zona bianca quanto in zona gialla ora si può accedere solo con il Green Pass rafforzato.

Nel monitoraggio settimanale Liguria, Marche, Trento e Veneto hanno superato tutte e tre le soglie che determinano il passaggio in zona gialla. Per passare dalla zona bianca alla zona gialla, bisogna avere un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e, allo stesso tempo, un’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari da parte dei pazienti ricoverati per la COVID-19 superiore al 15 per cento, e superiore al 10 per cento in terapia intensiva.

– Leggi anche: Cosa cambia tra zona gialla e zona bianca

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato un’ordinanza che di fatto anticipa il passaggio in zona gialla da lunedì a sabato 18 dicembre: oltre all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, previsto già dalle regole decise dal governo, in Veneto sono state introdotte limitazioni per i rientri in famiglia degli ospiti delle residenze sanitarie assistite: dovranno sottoporsi a un tampone, rimanere sette giorni in isolamento e poi fare un nuovo test. È stata accorciata anche la frequenza dei tamponi agli operatori sanitari: verrà fatto un test ogni quattro giorni e non più ogni dieci.

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