In Germania si discute seriamente di obbligo vaccinale
Il prossimo cancelliere Olaf Scholz lo vorrebbe «da febbraio o marzo», cosa che potrebbe convincere altri in Europa a seguirlo
In un’intervista al quotidiano Bild il prossimo cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto favorevole a imporre un obbligo di vaccinazione contro il coronavirus, spiegando che lo immagina entrare in vigore «all’inizio di febbraio o marzo». È la prima volta che Scholz, che entrerà in carica nei prossimi giorni sostituendo Angela Merkel, parla esplicitamente di obbligo vaccinale, un tema molto delicato sia in Germania sia in tutta Europa. Una eventuale decisione del governo tedesco in questo senso potrebbe però dare copertura politica a diversi governi europei che lo stanno considerando per arginare la diffusione della pandemia.
Da alcune settimane in Germania è al centro di una nuova grave ondata di contagi, che sta facendo registrare un numero di casi giornalieri superiore a quello delle precedenti ondate. Sta contribuendo a creare qualche preoccupazione anche la diffusione della variante omicron, di cui sono già stati rilevati alcuni casi nel paese.
Al momento sono circa 57 milioni i tedeschi che hanno completato il ciclo vaccinale, pari a circa il 68,5 per cento della popolazione totale. Sono dati in linea con la media europea ma inferiori rispetto ad altri paesi occidentali: in Italia, per esempio, il dato è superiore al 77 per cento. Per questo sempre più esperti e politici stanno avanzando l’idea di imporre un obbligo vaccinale, un provvedimento che può assumere diverse forme.
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L’associazione di categoria dei medici tedeschi, la Bundesärztekammer, ha proposto per esempio di imporre per legge la vaccinazione di «tutti i cittadini adulti per cui un vaccino non ha controindicazioni mediche».
Nella sua intervista con la Bild, Scholz ha precisato che nonostante sia personalmente a favore di una forma di obbligo vaccinale, lascerebbe comunque che a prendere la decisione finale sia il Parlamento, come peraltro prevede la legge tedesca in caso di epidemia. Non dovrebbe rappresentare un grosso ostacolo: ad esprimersi a favore dell’obbligo vaccinale sono stati vari leader politici alcuni dei quali appartengono alla CDU, il partito di Angela Merkel che guiderà l’opposizione al prossimo governo. Un recente sondaggio pubblicato dallo Spiegel indica che il 72 per cento dei tedeschi sarebbe a favore di una forma di obbligo vaccinale.
«La vaccinazione obbligatoria non viola la nostra libertà, anzi, è una premessa per ottenerla di nuovo», hanno scritto la settimana scorsa in un articolo pubblicato sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung due noti governatori come Markus Söder, della CDU, e Winfried Kretschmann, dei Verdi.
L’altra faccia della medaglia è che circa il 20 per cento della popolazione tedesca si dice contraria a un obbligo vaccinale: praticamente un tedesco su cinque. Fra gli scettici ci sono anche diversi leader dei Liberali di FDP, il partito che farà parte della maggioranza che sosterrà Scholz e che basa gran parte della propria piattaforma politica sul rispetto delle scelte individuali di ciascun cittadino. Deutsche Welle fa notare inoltre che «in Germania il tema dell’obbligo vaccinale è considerato controverso anche per via di alcuni trattamenti medici forzati che venivano eseguiti durante l’epoca nazista».
Anche l’attuale ministro della Salute, Jens Spahn, qualche giorno fa ha definito il dibattito sull’obbligo vaccinale «una distrazione»: «Non è la soluzione per gestire questa ondata, dato che arriverebbe troppo tardi», ha detto.
La Germania non sarebbe il primo paese a imporre un obbligo del genere, dato che una decisione simile è stata presa qualche giorno fa dall’Austria. Ma una decisione in questo senso potrebbe fornire la necessaria copertura politica ad altri governi per imporre un obbligo vaccinale. Più o meno come successo a luglio, quando la decisione della Francia di adottare un cosiddetto Green Pass fu seguita a distanza di pochi giorni anche dal governo italiano di Mario Draghi.
Alcuni paesi europei stanno già prendendo delle misure che sembrano preliminari a un obbligo vaccinale per tutta la popolazione. In Grecia il governo di centrodestra ha annunciato un obbligo vaccinale di fatto per i greci che hanno più di sessant’anni, con multe mensili per chi rifiuta di vaccinarsi. In Francia e in Italia esistono già obblighi vaccinali per alcune categorie di lavoratori, come il personale sanitario, mentre in Spagna se ne discute pubblicamente da più di un mese.
Le istituzioni europee sono storicamente molto restie a parlare di obbligo vaccinale, consapevoli del fatto che il tema è molto controverso soprattutto negli stati dell’Europa dell’Est, dove lo scetticismo nei confronti dei vaccini è più radicato. Ancora un mese fa, la commissaria alla Salute Stella Kyriakides aveva detto in un’intervista a France24 che la principale priorità per aumentare il tasso dei vaccinati in Europa è «convincere tutti i cittadini che hanno bisogno di farlo, che devono proteggere sé stessi e gli altri». Mercoledì 1 dicembre però la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha citato l’obbligo vaccinale come una delle opzioni disponibili per arginare i contagi in vista dell’inverno.