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  • Lunedì 15 novembre 2021

L’Unione Europea sta cercando di fermare i voli di migranti in Bielorussia

Da giorni minaccia ritorsioni contro le compagnie aeree che operano a Minsk, e qualche risultato lo sta ottenendo

(Oksana Manchuk/BelTA pool photo via AP)
(Oksana Manchuk/BelTA pool photo via AP)

Negli ultimi giorni diverse compagnie aeree che operano tratte tra il Medio Oriente e la Bielorussia hanno annunciato restrizioni e sospensioni dei voli in seguito alle pressioni dell’Unione Europea, che da settimane sta cercando di limitare il flusso di migranti e richiedenti asilo in arrivo dalla Bielorussia.

Il flusso era stato aperto e incoraggiato dal regime bielorusso di Alexander Lukashenko, che ha accolto migliaia di migranti per poi spingerli verso i confini di Polonia e Lituania, nel tentativo di mettere in difficoltà l’Unione Europea. Un pezzo importante della nuova rotta è rappresentato dai collegamenti aerei fra la capitale bielorussa Minsk e diverse città del Medio Oriente, da cui migranti e richiedenti asilo si sono imbarcati sfruttando i diversi voli disponibili e la facilità con cui le ambasciate bielorusse hanno iniziato a concedere i visti.

Nel giro di pochi giorni però le cose sono molto cambiate. Sul finire della scorsa settimana la Commissione Europea ha iniziato una campagna di pressione contro diverse compagnie aeree – minacciandole in sostanza di restringere il loro accesso agli aeroporti europei e allo spazio aereo europeo – che sta mostrando i primi risultati.

Venerdì la compagnia Turkish Airlines, una delle più grandi al mondo, ha annunciato che avrebbe smesso di vendere biglietti a siriani, iracheni e afghani sui voli fra la Turchia e la Bielorussia. Belavia, la compagnia statale bielorussa, ha annunciato misure simili citando esplicitamente le pressioni delle autorità turche: lunedì mattina fra l’altro i ministri europei degli Esteri riuniti a Bruxelles inizieranno a discutere di ulteriori sanzioni per Belavia per aver trasportato centinaia di migranti a Minsk nelle ultime settimane (già da tempo a Belavia è vietato di fare scalo negli aeroporti dell’Unione Europea).

Il giorno successivo Cham Wings, una compagnia aerea privata siriana, ha sospeso i propri voli fra Damasco e Minsk. «È una decisione giusta», ha commentato su Twitter Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Europea nonché la persona che sta coordinando le pressioni europee sulle compagnie aeree: «abbiamo il dovere umanitario di fermare le persone dall’essere strumentalizzate dai trafficanti bielorussi».

Schinas ha anche citato le «rassicurazioni» che ha ricevuto dalle autorità del Libano e degli Emirati Arabi Uniti per limitare ulteriormente i voli per Minsk.

Nei giorni scorsi Schinas era andato di persona a Beirut e a Dubai, le capitali dei due paesi, per chiedere maggiore impegno alle autorità locali. Nella stessa occasione aveva aggiunto che i colloqui con altre due grosse compagnie aeree mediorientali che operano voli per Minsk, Emirates Airlines e Etihad Airways, stavano procedendo bene. Nessuna delle due compagnie può permettersi restrizioni agli aeroporti europei, con cui mantiene decine di voli al giorno.

Già ad agosto l’Unione Europea era riuscita a fare pressioni su Iraqi Airways, la compagna aerea statale irachena, affinché sospendesse i voli per la Bielorussia. Sabato il governo iracheno ha annunciato che organizzerà dei voli per rimpatriare gli iracheni che al momento sono bloccati in Bielorussia.

Non è chiaro se le pressioni dell’Unione Europea per limitare o sospendere i voli per Minsk riusciranno a breve a chiudere la rotta che passa per la Bielorussia. Per i giornalisti occidentali è difficilissimo sia entrare in Bielorussia sia avvicinarsi al confine bielorusso in territorio polacco, e quindi anche monitorare gli arrivi dal Medio Oriente.

Nel frattempo la situazione al confine fra Bielorussia e Polonia continua ad essere molto complicata: fra venerdì e sabato una troupe di CNN è riuscita a visitare i campi informali che sono sorti in territorio bielorusso, parlando di condizioni molto precarie. Per sopravvivere i migranti dipendono quasi completamente dalla Croce Rossa bielorussa, che ha pochissimi mezzi per sfamarli e per costruire ripari dal freddo. Secondo una stima delle autorità bielorusse, al momento sono bloccate al confine circa duemila persone, fra cui anche 200 bambini.